Data di pubblicazione: 13 novembre 2018 || Pagine: 198
Ci sono quelle che non invecchiano mai perché se ne sono andate troppo presto. Ci sono quelle che invecchiano senza patemi, perché sono troppo impegnate a godersi la vita. Ci sono quelle disposte a tutto pur di apparire più belle, più magre, più sexy, pur di negare l'ineluttabile e restare aggrappate a ciò che il tempo si ostina a volerci strappare. E poi c'è Betty. Betty che, misteriosamente, smette di invecchiare appena compiuti i trent'anni - la stessa età della madre al tempo della sua tragica e prematura scomparsa. Sul volto di Betty gli anni scorrono innocui e trasparenti come acqua. Sarà forse lo sguardo intenso e innamorato di suo marito a tenere lontane le rughe? A scongiurare gli effetti dei giorni che inesorabili scivolano tra le dita? Man mano che la sua anomalia si fa più evidente, la vita un tempo tranquilla di Betty comincia a vacillare. Perché un volto senza età è un volto senza storia, senza ricordi, senza passioni. Uno specchio vuoto in cui, presto o tardi, gli altri cessano di riconoscersi.
Ho letto questo romanzo in un pomeriggio, poche ore e lo avevo terminato. Ma... ecco, parlarvi di questo libro non è affatto facile, perché io per prima ho molte difficoltà nell'inquadrarlo.
Quello che posso fare è cercare di mettere ordine tra i miei pensieri e provare a scrivere qualcosa di sensato!
La prima cosa che mi ha lasciata perplessa è stata dovermi rendere conto che dimenticavo continuamente il nome della protagonista... e questa non è una buona cosa!
La storia di Betty (confesso: ho dovuto guardare la sinossi!) ricorda, sotto molti aspetti, il film "Adeline l'eterna giovinezza" con protagonisti Harrison Ford e Blake Lively.
Diverse sono le dinamiche di "non invecchiamento" tra le due protagoniste, ma molto simile è la storia.
Lo spunto sarebbe anche interessante: Betty è una donna che a 30 anni smette di invecchiare esteriormente; dopo svariati controlli medici, risulta, però, che i suoi organi e le sue ossa seguono il normale processo degenerativo.
Le conseguenze sulla vita di Betty saranno, ovviamente, disastrose: il marito la lascerà perché non riuscirà ad accettare l'idea di invecchiare accanto a una donna il cui viso non sarà mai solcato da una ruga; il figlio si rifiuterà di presentarla come madre, le amiche, che col passare degli anni si dedicheranno all'uso di botulino e chirurgia plastica, la guarderanno con invidia.
Come ho detto, ci sarebbero stati davvero molti spunti interessanti da approfondire. Purtroppo pare che Delacourt ami la sintesi (oppure che vada di fretta quando scrive!).
La sensazione che mi ha accompagnata durane tutte la lettura è stata l'insoddisfazione: era un po' come avere tanta sete e non riuscire mai a placarla del tutto. Sentivo la trama sfuggirmi dalle mani e dalla mente, quasi la fretta dell'autore mi impedisse di assimilare quel poco che mi veniva raccontato.
Il tracollo definitivo è arrivato con il finale della storia: raffazzonato, poco approfondito, affrettato e a tratti anche surreale.
Cosa salvo di questo romanzo? La scrittura di Delacourt, indubbiamente affascinante, anche a fronte di una storia debole.
Lo spunto e il titolo affascinano, sì, ma ricordo di aver già avuto una brutta esperienza con l'autore. Era un romanzo Salani di qualche anno fa, non brutto, ma che mi ha lasciato pochissimo (il titolo era Le cose che non ho, può essere?). Salto a pie' pari.
RispondiEliminaPeccato, ma mi ispirava già poco...
RispondiEliminaDa come hai presentato la "particolarità della protagonista ho pensato anche io subito ad Adeline. La modalità del suo non invecchiare estremamente è però più affascinante del film. Peccato, come dici tu, che l'autrice non se la sia giocata meglio.
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