Recensione 'Ricordati di me' di Emanuele Bosso - GM Press


Titolo: Ricordati di me || Autore: Emanuele Bosso || Editore: GM Press
Data di pubblicazione: 1 luglio 2019 || Pagine: 214

A soli trentacinque anni, la vita di Gabriele sembra fermarsi a un bivio. Le sue certezze crollano, i punti di riferimento svaniscono. Sua moglie Silvia lo ha lasciato, è andata via senza dare spiegazioni, anche se il motivo della fine del loro matrimonio è chiaro: Silvia vuole qualcosa che Gabriele non può darle. Ma la vita è imprevedibile, e spesso mette sul nostro cammino occasioni preziose: è così che Gabriele, nella solitudine di cui si è circondato, incontra Leonardo, un bambino dalla vita complicata, che non ha mai conosciuto suo padre e che non sa cosa sia il calore di una famiglia unita. Gabriele e Leonardo non potrebbero essere più diversi, eppure nonostante tutto, c'è qualcosa a legarli: Gabriele non sa che Leonardo può dargli quello che non può avere: la possibilità di essere padre. E Leonardo, che un padre non l'ha mai avuto, non sa che può trovarlo lì, in quell'uomo che non può diventarlo. Un romanzo che racconta la forza di un desiderio, la potenza dell'amore incondizionato che non teme ostacoli, che supera ogni barriera. Proprio come quello che esiste tra un padre e un figlio.


Una buona parte dei romanzi che leggiamo parlano di maternità mancata, quasi fosse naturale che siano le donne a soffrire della mancanza di un figlio e che gli uomini si limitino a un ruolo da comprimari, sofferenti anche loro o totalmente indifferenti.

In Ricordati di me, Emanuele Bosso ci racconta il punto di vista di un uomo e lo fa portandoci nella vita di Gabriele che, dopo la separazione da Silvia, decide di lasciare Napoli e trasferirsi nella casa di campagna dei genitori, a Rocca San Felice.
Gabriele e Silvia si conoscono, si innamorano, si sposano e sembrano una coppia come tante, una coppia che, però, comincia a frantumarsi quando si rendono conto di non riuscire ad avere figli.
A Rocca San Felice, Gabriele conosce Leonardo, un bambino senza padre che pare arrivato nella sua vita per curare quelle ferite che gli lacerano il cuore.

Il romanzo di Bosso si divide sostanzialmente in tre parti, perfettamente alternate tra loro: la parte del "prima", in cui ci viene raccontata la vita di Gabriele e Silvia, la parte ambientata a Rocca San Felice e, infine, alcuni capitoli, contraddistinti dal corsivo, che rappresentano il romanzo che Gabriele sta scrivendo dopo la fine della sua storia con Silvia.

Allo stesso modo, la sensazione che ho provato durante la lettura, si può dividere in tre parti: ho amato molto le pagine che ci raccontano la storia di Gabriele e Silvia e il loro sviluppo. È sicuramente la parte più interessante del romanzo, almeno sino a un terzo dalla fine del libro, quando, purtroppo, anche questa parte, secondo me la migliore di tutto il romanzo, scade in una certa prevedibilità.
La storia del legame tra Gabriele e Leonardo, purtroppo, non ha fatto breccia nel mio cuore, mentre le parti relative al romanzo scritto da Gabriele mi sono parse alquanto superflue.

Questo romanzo, purtroppo, non è esente da pecche, che ne rendono la lettura stentata e faticosa. Innanzitutto, la storia tra Gabriele e Silvia, che pare seguire uno schema predefinito per raccontare la fine di un rapporto di coppia; il rapporto tra Gabriele e Leonardo, invece, che avrebbe dovuto spiccare per intensità, si riduce ad un racconto fatto di episodi che paiono scritti per farci capire quanto Gabriele sarebbe stato un bravo papà.

Il problema più grande di questo romanzo, però, è la scrittura. Bosso, stando a ciò che si evince dalle parole della prefazione di Valentina D' Urbano, ha scritto questo romanzo quando era un ragazzo di appena 23 anni. Questo depone a suo favore in quanto a prospettive: sicuramente ci sono delle grandi potenzialità, che si evincono dalla struttura del romanzo e dalla storia che ha scelto di raccontare; purtroppo, tutto ciò viene fatto con una scrittura che risulta, ovviamente, grezza e immatura.

Ringrazio Emanuele per la disponibilità e per l'invio del romanzo e gli auguro un brillante futuro come scrittore.

La Libridinosa

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