Recensione 'Company Parade' di Margaret Storm Jameson - Fazi Editore


Titolo: Company Parade || Autore: Margaret Storm Jameson || Editore: Fazi
Data di pubblicazione: 1 ottobre 2019 || Pagine: 403

Nel 1918, all'indomani dell'armistizio che pone fine alla grande guerra, la giovane Hervey Russell racchiude tutta la sua vita in un baule e dallo Yorkshire si trasferisce a Londra, lasciandosi alle spalle il marito e il figlio piccolo. Non ha denaro né esperienza, ma ha la forza di volontà della nonna imprenditrice e i sogni della gioventù; è forte e vulnerabile al tempo stesso, a muoverla sono la voglia di affermarsi e il desiderio di assicurare al figlio un futuro migliore. Mentre tenta di sfondare come scrittrice, di giorno lavora in un'agenzia pubblicitaria e la sera vaga per le strade della città, sola ma libera, lasciandosi deliziare da ogni particolare. Nemmeno la sofferenza al pensiero del figlio lontano riesce a oscurare l'euforia della novità e la consapevolezza di chi sta facendo la cosa giusta per sé. Hervey è una donna in un mondo di uomini: il capo David Renn, veterano solitario e disilluso; i due amici storici, ex soldati che hanno in mente di dare vita a un nuovo giornale; e poi scrittori presuntuosi, intellettuali salottieri e spregiudicati uomini d'affari. Anche il marito, ogni tanto, torna a fare capolino, mentre l'amante vuole portarla con sé in America. Un affresco dell'ambiente culturale del tempo, con tutto il brio e l'effervescenza del mondo editoriale e pubblicitario londinese, si amalgama a un lucido spaccato della vita quotidiana dell'epoca, segnata dallo spaesamento e dalla frustrazione dei reduci e dei giovani lavoratori. In primo piano, però, ci sono la storia di una giovane protagonista coraggiosa e l'evoluzione delle conquiste femminili che hanno cambiato per sempre la vita delle donne. Introduzione di Nadia Terranova.



Company Parade è il primo romanzo della trilogia "Lo specchio nel buio". Quando l'ho scoperto tra le nuove uscite di Fazi Editore per il mese di ottobre, ne sono rimasta affascinata: una copertina che conquista al primo sguardo e la possibilità di tuffarmi nuovamente tra le pagine di un libro che, come primo componente di una serie, mi avrebbe potuta portare nella vita di personaggi non destinati ad essere perduti alla fine di un romanzo, mi ha fatto desiderare ardentemente la lettura di questo libro.

Qualcosa, purtroppo, è andato storto: dietro una copertina che si lascia ammirare si nasconde una storia che poco impatto ha sul lettore.
Da appassionata di libri in serie, so benissimo che il primo romanzo è, solitamente, un capitolo introduttivo in cui l'autore (autrice, in questo caso!) ci porta a conoscere i vari personaggi, le ambientazioni e i legami tra gli uni e gli altri.
Nel caso di Company Parade, però, l'introduzione è stata davvero eccessiva: mi sono ritrovata a leggere piccoli capitoli su ogni personaggio, faticando, a un certo punto, a raccapezzarmi su chi avessi davanti.

La storia che Margaret Storm Jameson ci racconta prende il via nel 1918, a Londra, proprio alla fine della Guerra.
Hervey Russell è una giovane madre che ha deciso di lasciare il figlio e lo Yorkshire per trasferirsi nella capitale in cerca di quell'indipendenza che le manca.

Uno dei problemi più grandi di questo romanzo, è proprio la sua protagonista: Hervey è una donna fragile, insicura, irritante tanto quanto vitale e, a tratti, tenace.
Il suo rapporto col marito è sempre sul filo del rasoio: Penn sceglie di rimanere arruolato nonostante la fine della guerra, solo per comodità. Ogni tanto torna a far capolino nella vita di Hervey che, se da una parte, durante le sue assenze, lo critica aspramente, appena lo rivede si trasforma magicamente in una ragazzina infatuata del belloccio di turno.

Credo non ci sia nulla di peggio, per un lettore, che incappare in un personaggio con cui si fatica ad empatizzare. Personalmente, ho trovato Hervey una donna ai limiti della stupidità: non c'è stato un solo momento, durante tutta la narrazione, in cui mi sia trovata d'accordo con le sue scelte e coi suoi modi di fare.
Per tutto il tempo, ad ogni avvenimento che l'ha vista protagonista, mi sono ritrovata a pensare: "Tu sei stupida!" (e no, non è bello!!).

Non aspettatevi una storia sul femminismo e sull'emancipazione della donna, perché in questo romanzo non troverete nulla di tutto ciò. A prevalere, soprattutto nei tratti caratteriali della protagonista, sarà l'egoismo.
Non aspettatevi neanche un romanzo fluido e vivace, perché la narrazione della Jameson manca di brio nonostante l'autrice riesca a fare un'approfondita analisi dei personaggi che ci presenta e le vivide descrizioni dell'ambiente che li circonda.

Sicuramente tra me e questa autrice non è scattata la scintilla e questa è una serie che, purtroppo, non continuerò a leggere.


Ringrazio Fazi Editore per avermi fornito la copia del romanzo




La Libridinosa

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