Recensione 'Lo capisce anche un bambino' di Mattia Zecca - Feltrinelli

 

LO CAPISCE ANCHE UN BAMBINO || Mattia Zecca || Feltrinelli || 29 aprile 2021 || 230 pagine

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"Un figlio ĆØ sempre una scoperta che muta la geografia del tuo mondo." E il mondo che questo libro invita a esplorare ĆØ quello raccontato dalla voce di un padre, ma osservato con gli occhi di Lorenzo e Martino, due bimbi che condividono la stessa cameretta, la stessa storia di amore, determinazione e cura e, soprattutto, gli stessi genitori: papĆ  Mattia e papĆ  Nicola. ƈ la storia vera, insomma, di una famiglia come le altre: una famiglia felice che, convinta di essere trasparente, una tra le tante, scopre invece di essere invisibile. PerchĆ© se l'amore ignora sempre le leggi della fisica e della biologia, la legge talvolta ignora l'amore. A Lorenzo e Martino, infatti, che di genitori ne hanno due, l'ordinamento italiano ne riconosce solo uno per ciascuno. L'altro, per le istituzioni, non ĆØ che un mero convivente. Lorenzo e Martino, per la legge italiana, non sono fratelli. "Per il nostro Paese noi siamo quattro simpatici coinquilini che si vogliono tanto bene e che, se trovassero un buon portiere, potrebbero formare un'ottima squadra di calcetto a cinque. Se solo papĆ  Mattia e papĆ  Nicola sapessero giocare a pallone. ƈ questo, il problema." Con una scrittura delicata e profonda, Mattia Zecca racconta una storia personale ma anche collettiva, che ci riguarda come figli prima ancora che come genitori, nel nostro diritto assoluto di essere visti per quello che siamo. E, in fondo, getta luce sull'unico senso intimo e universale del desiderio di costruire una famiglia: "Essere genitori ĆØ prima di tutto un'occasione: quella di essere i bambini che non siamo mai stati, o che non siamo stati abbastanza, o che non siamo stati come avremmo realmente potuto o desiderato. Essere genitori vorrebbe dire, insomma, tornare bambini, ma imparando a esserlo meglio".


... per la legge la nostra famiglia non esiste. Lorenzo e Martino, che pure hanno lo stesso cognome [...], per la legge italiana non hanno alcun rapporto di parentela, e hanno ciascuno un padre diverso.
Leggere questo romanzo mi ha riempita di rabbia. E di amore, di risate, di lacrime. E ancora tanta rabbia.
PerchĆ© nel 2021, alla soglia dei 45 anni, cittadina di quello che si definisce un Paese civile, mi trovo ad assistere a continui atti di discriminazione, sento persone dire: "Io non sono omofobo, ma...". Ma cosa? In quel "ma" ĆØ racchiuso il tuo pregiudizio; la tua necessitĆ  di giustificarti ĆØ la conferma del tuo avere delle riserve.
IO NON SONO OMOFOBO, MA: dico no al DDL Zan (fregandomene del fatto che il DDL in questione andrebbe a tutelare decine e decine di persone), dico no al matrimonio tra persone dello stesso sesso, dico no alla possibilitĆ  che queste persone possano avere dei figli. MA NON SONO OMOFOBO.
La rabbia provata durante la lettura di questo romanzo ĆØ la rabbia dettata dall'ingiustizia.

Mattia e Nicola sono una coppia: si sono trovati, scelti, amati, completati. Mattia e Nicola sono una famiglia e una famiglia genera amore e, spesso, questo amore genera dei figli
I nostri figli sono stati concepiti tutte le volte in cui ho [...] sentito che l'amore mio e di Nicola era cosƬ potente da non poter fare altro che generare nuovo amore.
Io non so quale insulso ragionamento porti una persona a credere che un bambino cresca bene solo con una mamma e un papƠ, anche perchƩ abbiamo quotidianamente dimostrazione di quanto questo non sia vero.
Io so che un bambino ha bisogno di amore, di serenitĆ , di stabilitĆ  e di qualcuno che lo afferri quando sta per cadere.
E non importa se le mani che lo aiuteranno a rialzarsi saranno quelle di due papĆ  o di due mamme, se saranno quelle di una mamma sola o di un papĆ  single.
L'importante ĆØ che quelle mani ci siano!

Un figlio puĆ² essere frutto di tante cose: di una notte di amore, di sesso frettoloso, di un lungo percorso fatto di farmaci e tentativi falliti, di una scelta consapevole, di un ovulo donato e di un utero "prestato".
In ogni caso, dietro a un bambino fortemente voluto ci sarĆ  sempre la consapevolezza di essere frutto di tanto tanto amore!

Mattia e Nicola sono i papĆ  di Lorenzo e Martino. Lo sono per Lorenzo, che dorme afferrando con le sue manine le magliette dei suoi papĆ . Lo sono per Martino, che trova i loro sguardi al suo risveglio.
Mattia e Nicola sono due papĆ  per tutti coloro che li conoscono: per le loro famiglie, per gli amici, per le maestre del nido, per le tate che incontrano al parco.
Lo sono per me, che tra le pagine di questo romanzo ho trovato cosƬ tanto amore da riempirmi il cuore!

Mattia e Nicola sono due genitori perchĆ© hanno scelto di esserlo, perchĆ© si svegliano la notte, cambiano pannolini, pestano giocattoli camminando per casa; perchĆ© danno risposte anche alle domande piĆ¹ assurde, perchĆ© spiegano, ascoltano, parlano, abbracciano, ridono.
Sono i papĆ  che guardano i cartoni animati, la sera, tutti insieme sul divano; sono i papĆ  che hanno paura per i loro figli.
Nicola e Mattia sono genitori esattamente come lo sono io.
... siamo persone comuni, genitori come tanti: questo siamo, questo pensiamo di essere, comuni genitori che chiedono solo di essere riconosciuti per quello che sono, non di essere riconosciuti per gli eroi che non siamo, perchƩ gli eroi sono altri.
La differenza tra me e loro ĆØ che nessuno verrĆ  a mai a chiedermi di "produrre delle prove attestanti la relazione di maternitĆ  tra me e mio figlio" nĆ©, questa cosa, verrĆ  mai chiesta a mio marito.
E sapete perchĆ©? PerchĆ© lui ĆØ un uomo e io sono una donna e, proprio perchĆ© consapevoli del (in)civile Paese in cui viviamo, abbiamo deciso di sposarci.

Ho trascorso un pomeriggio tra le pagine di questo libro e mi sono innamorata dei sorrisi di Lollo, del profumo di talco di Martino.
Ho amato Mattia e i suoi grattini, Nicola e il suo sorriso buono. Ho adorato i nonni, tutti; e gli amici e i luoghi!
Ho amato ogni riga, ogni battuta, ogni situazione, anche quelle piĆ¹ dolorose.
Ho amato con tutta me stessa questa famiglia invisibile per la nostra legge, ma cosƬ vera, allegra e felicemente imperfetta come imperfette sono tutte le famiglie!

Ho salutato questi quattro ragazzi col cuore pieno e le lacrime che mi bagnavano le guance.
Ho fatto una promessa a me stessa, ma anche a Lorenzo e a Martino: ho promesso di non smettere mai di combattere perchƩ l'Italia, questa nostra meravigliosa, stupida, Italia, diventi un giorno il luogo in cui la loro sia una Famiglia e non "un gruppo di quattro persone che convivono".

A Mattia e Nicola vorrei dire grazie per avermi resa un po' parte della vostra famiglia; vi ringrazio per le risate e anche per le lacrime, perchƩ mi avete riempito il cuore di felicitƠ!
Vi ringrazio non perchƩ siete un esempio, ma perchƩ siete realtƠ!




Ringrazio l'autore per avermi fornito una copia del romanzo

La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

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