Recensione 'Due tazze di tè a Swinburne Road' di Leaf Arbuthnot - Harper Collins


DUE TAZZE DI TÈ A SWINBURNE ROAD || Leaf Arbuthnot || Harper Collins || 
7 luglio 2023 || 348 pagine



Ada è un’anziana vedova che vive a Oxford. Sola, senza figli e senza nipoti, nel vuoto di una grande casa colma di ricordi del marito, professore universitario appena scomparso. Ha paura di diventare invisibile, di essere dimenticata. Eliza, sorriso incerto e stile essenziale, sta facendo un dottorato e studia italiano. È cresciuta in una famiglia disastrata, abbandonata a se stessa, sola. Si è sempre sentita fuori posto, anche a scuola, dove non ha mai avuto i mezzi economici dei suoi compagni di studio. Nonostante tutto, è sempre andata avanti. Ma la fine della relazione con la sua ragazza è la goccia che fa traboccare il vaso. Si ritrova sola, ancora, e questa volta non ha più le forze per reagire, per capire che senso dare alla sua vita. È un volantino di “Affitta una nonna”, servizio ideato da Ada, che le fa incontrare, congiunzione perfetta tra due anime sole e bisognose d’affetto. Tra lunghe chiacchierate in giardino su una panchina sotto il ciliegio, tazze di tè Lapsang Souchong e letture di Primo Levi, piano piano le due donne avvertono che il vuoto che hanno dentro forse può ancora essere colmato, forse possono salvarsi a vicenda. Perché a volte, quando la solitudine ci sembra inaffrontabile, anche solo preparare insieme una torta ci può scaldare il cuore e farci tornare il sorriso. Leaf Arbuthnot, con una narrazione delicata, ci regala un romanzo che parla di solitudine e di mancanze ma anche della forza di un’amicizia speciale.


Detesto classificare i libri per stereotipi: per me non esistono libri da spiaggia o libri da autunno, perché credo che ognuno di noi abbia abitudini diverse e se per qualcuno i libri da ombrellone sono storie leggere o thriller mozzafiato, per altri le vacanze rappresentano il momento perfetto per dedicarsi a quei "mattoncini" che, durante l'anno, non riesce a leggere.
È per questo motivo che mi costa fatica catalogare Due tazze di tè a Swinburne Road come "romanzo da ombrellone", e non perché si tratti di una storia leggera, quanto perché se doveste dimenticarlo in spiaggia, l'unico rimpianto che avreste sarebbero i 19 euro spesi per acquistarlo!

Quello che più mi fa rabbia di questo libro è che non si tratta di un brutto romanzo, quanto, piuttosto, di una storia sciapa; una di quelle storie che avrebbe tutti gli ingredienti giusti per risultare "gourmet" e alla quale, invece, l'autrice ha dimenticato di aggiungere il sale!

Le protagoniste sono due (come le tazze di tè), Ada ed Eliza. Ultrasettantenne, vedova e poetessa la prima, cinquant'anni in meno, bisex (dice lei) e laureanda in letteratura la seconda.
Entrambe vivono in Swinburne Road, una silenziosa e semi-sconosciuta via di Oxford, composta da una sfilza di banali (e bruttine) villette mono-familiari.
Ada risiede lì ormai da parecchi anni, da quando, per la precisione, suo marito Michael ha ottenuto la cattedra universitaria del dipartimento di letteratura.
Eliza, invece, in Swinburne Road ci si trova quasi per caso: occupa una sola stanza della villetta che si trova di fronte a quella di Ada; una sola stanza, sì, perché il resto della casa è in ristrutturazione, praticamente un cantiere a cielo aperto!

Le prime 200 pagine di questo romanzo ci raccontano la vita, presente e passata, delle due protagoniste. In una perfetta alternanza di capitoli, l'autrice ci farà conoscere meglio Ada ed Eliza.
Ada, rimasta vedova da poco, dopo un primo periodo di adattamento a questa nuova situazione, per combattere la solitudine decide di "affittarsi" come nonna; qui inizia la narrazione di una sequela di vicissitudini che la vedranno protagonista in qualità, appunto, di nonna in affitto.
Alcune vicende sono anche carine, ma per la maggior parte si tratta di storielle banali che vedono Ada più nel ruolo di baby-sitter che non di nonna; insomma, si sarebbero potute creare situazioni decisamente più divertenti per il bene della storia che, invece, prosegue senza tanti scossoni.

I capitoli che riguardano Eliza sono peggio: l'autrice pare mettersi d'impegno per rendercela antipatica, raccontandoci di una ragazza insicura, lagnosa e sottomessa a qualunque persona le faccia gli occhi dolci. Tra le sue crisi esistenziali e la narrazione dei rapporti lesbo, i capitoli relativi a Eliza rasentano il romance di bassa lega.

Dovremo attendere 200 pagine perché Ada ed Eliza si parlino e il tutto avviene in maniera abbastanza strana: Eliza bussa alla porta di Ada, quest'ultima la fa entrare in casa e, magicamente, tra le due sbocciano la sintonia e l'affetto. Insomma, dal non essersi mai parlate al diventare quasi nonna e nipote e decidere di vivere assieme, è un attimo!
Da qui in poi la storia procede spedita, incentrandosi sul rapporto tra Eliza e Ada, sulle giornate che trascorrono assieme e bla bla bla.

Il finale è raffazzonato e forzoso, creato ad arte per far sì che le due si allontanino per poi riavvicinarsi davanti a un tragico (quanto banalissimo) evento. 
Happy ending di rito, come avrebbe potuto essere altrimenti?!

Nell'insieme è una storia carina, una lettura scorrevole che non richiede grande tempo, ma sicuramente la trama avrebbe beneficiato di uno sviluppo più strutturato, soprattutto per quanto concerne il rapporto tra le due protagoniste.
Ada è un personaggio che funziona e sarebbe bastato creare attorno a lei situazioni più esilaranti per dare un sapore diverso a questo romanzo.


Ringrazio la Casa Editrice per avermi inviato una copia del romanzo

La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

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