22 novembre 2016

Diario di bordo - Speciale BookCity Milano 2016


Sabato 19 novembre 2016 e Milano ci accoglie col suo solito clima gioioso: nebbia, grigiume e umidità al 100% sono ciò che aspetta me, Consorte e figlio quando scendiamo dalla metro. Ma tant’è, Milano è anche questa e io me ne frego perché tra poco incontrerò Antonio Manzini!
Siamo all’Istituto per ciechi, dove mio figlio apprenderà qualcosa in più sul sistema di scrittura e lettura braille e noi adulti avremo la possibilità di ascoltare vari autori, tra cui, appunto, il creatore del nostro amato Vicequestore!
Sono le 10.30 quando Mr Manzini fa il suo ingresso nella bellissima (e freddissima!) sala che ci ospita. 
Lo fisso (sbavo sbavo sbavo…), mi avvicino e mi presento. Lui mi fissa e mi dice: “toh, La Libridinosa!”. Ok mondo, parliamone: io ho delle coronarie forti, ma a tanto non reggo!
Parliamo, ridiamo, gli chiedo se può autografarmi qualche copia dei suoi romanzi e lui, occhio di lince, nota che dei quattro volumi che ho in mano, tre sono dello stesso romanzo. Faccia perplessa e domanda di rito: “Perché quattro copie dell’ultimo?” “Perché volevo vedere se erano stampati uguali!” (sempre cretina io, lo so!).
Carinamente Antonio firma tutte e quattro le copie e poi mi frega la penna.
La presentazione è incentrata sul suo ultimo lavoro, “Orfani bianchi”. Manzini legge dei brani alternandosi con due ragazzi non vedenti che leggono sia su supporto cartaceo che digitale (ovviamente tutto in braille). 
Con tutto il rispetto per gli altri autori e i relatori, io ero persa a fissare lui che, dal canto suo vive tra le nuvole, lo sguardo che vaga da un angolo all’altro della sala senza mai fissarsi su nessuno. E a me piace pensare che il suo spaziare nasconda i pensieri di Rocco Schiavone! Perché sì, lettori, se ve lo state chiedendo vi rispondo subito: Manzini è Rocco! I gesti, lo sguardo, il modo di parlare, l’atteggiamento sono proprio quelli che tanto amiamo del personaggio che ci allieta le giornate (e, da un po’, anche le serate davanti alla tv!).
Dopo quasi un’ora Antonio scappa per correre ad un altro incontro (e della mia penna non ci sono più notizie - informazione a beneficio di Laura che per una penna potrebbe anche uccidere-).
Recupero famiglia e scappo anche io, destinazione Castello Sforzesco, perché ci sono dei pass stampa da ritirare (come siamo sborone!!!). 

Parliamone: questo è un pass? Questo robo di carta gialla che, per di più, la simpatica ragazza ha stretto talmente tanto attorno al mio polso che la sera, rientrata a casa, la mia mano destra sembrava una di quelle enormi mani di gommapiuma che si vedono negli stadi americani: gonfia e blu. L’ho strappato via e tanti saluti!
Ritirati questi cosini di carta, ci avviamo alla ricerca di cibo. Seguo il naso di consorte che scova un chiosco proprio fuori dal Castello Sforzesco dove ingurgitiamo dei panini che avranno circa 7000 calorie ciascuno, ma ti fanno andare in paradiso al primo morso. Se può interessarvi, il chiosco si chiama “Il politico” ed è alla sinistra della fontana che c’è davanti al Castello (se lo guardate da fuori!). Ma mica vuoi accontentarti delle 7000 calorie del panino, no? Ovviamente no, quindi ci spostiamo in corso Magenta, da “Ammu”, e ci rimpinziamo di cannoli siciliani (e se ve lo dico io che sono siciliana, vuol dire che sono davvero tali!).

Tutta questa roba va smaltita, quindi torniamo sui nostri passi, nuovamente al Castello dove io (#vippa) ho appuntamento con Caterina Bonvicini che, dolcissima come poche, mi viene incontro per un caffè, visto che altrimenti non riusciremo ad incontrarci in nessun altro momento.
Caterina è davvero una persona splendida: abbiamo chiacchierato di noi, di libri, di cani e, ovviamente, io non ho fatto neanche una foto con lei. Ma ci siamo ripromesse di incontrarci di nuovo, cani al guinzaglio, e recuperare tutto!

Adesso, vorrete che La Libridinosa vada a Milano e non entri in libreria? Ovviamente no! Quindi, direzione Duomo e giro di rito prima alla Feltrinelli, dove ho acquistato tutti i libri di Antonio Fusco (sabato prossimo sarà qui a Cremona, mica posso arrivare impreparata!). Un salto anche alla Mondadori per prendere la nuova agenda Mr Wonderful per il 2017 (Bacciiiiiiiiii, fatti i fatti tuoi!) e, infine, Mutandalandia (e se non sapete cos’è, chiedete a Laura 2.0).

La sera è scesa, domani mi aspetta un’altra giornata intensa, è ora di rientrare a casa!

Domenica 20 novembre Il gran giorno è arrivato: oggi il BookCity lo si vive da blogger e non da semplice lettrice!

Si torna a Milano: sole e cielo azzurro? Macché, oltre alla nebbia del giorno prima ci si è aggiunto il freddo che, coadiuvato dall’umido, prende a sberle in faccia!
Prima tappa: Mondadori, dove mi aspetta il mio librario del cuore! Caffè e attesa delle amiche che arrivano dopo una mezz’ora!
Riabbraccio la mia stalker ufficiale, Chiara, e la mia mamma acquisita, Monica!
Ci dirigiamo tutti assieme verso il Palazzo della Borsa, dove ci attende Alice Basso assieme ad una squadra di donne che prenderà parte alla tavola rotonda sull’editoria al femminile.
Sapete che io sono sempre schietta ed onesta: è stata sicuramente una bella esperienza, ho conosciuto persone molto carine. Ma, come immaginavo sin da quando mi è stata proposta, ero assolutamente fuori contesto.
Ringrazio Désirée per avermi voluta accanto in questa esperienza, ma, come potete capire tutti, noi blogger non lavoriamo per l’editoria. Partiamo dal fatto che ciò che facciamo non è retribuito (e quindi come tale non può essere definito lavoro) e poi c’è anche da dire che l’unico rapporto che noi abbiamo con le Case Editrici è quello che passa attraverso gli uffici stampa (che spesso ci snobbano, eh!).

Terminata la tavola rotonda, giro gli occhi e vedo arrivare La Bacci con famiglia al seguito! *me felice*
Abbracci, baci (e anche qualche insulto, ché altrimenti non saremmo noi, vero Bacci?).
Che si fa? Dove si va? Le pance brontolano e quei panini di ieri vanno assolutamente fatti assaggiare alla gente di Pordenone e anche a Chiara (che è stalker, ma mangia pure lei!).
Si torna al chiosco e anche a mangiare i cannoli. Che ve lo dico che io e la Bacci-figlia abbiamo ordinato sempre le stesse cose?! E ve lo dico che la Bacci è terrorizzata dal fatto di trovarsi una piccola Libridinosa in giro per casa?!
Finito il pranzo, la mia stalker scappa ad un incontro sui romanzi rosa. Non fate quelle facce, io l’ho lasciata andare da sola, mica volevo rischiare un attacco di orticaria!
Io e la Bacci, con tanto di famiglie al seguito, ci siamo avviate verso la Feltrinelli, ma niente acquisti oggi: abbiamo recuperato Alice e Monica e ci siamo dirette verso “La Colubrina”, in via Felice Casati n° 5.
Si tratta di un ristorante con un’atmosfera accogliente e familiare e che familiarmente ci ha accolte, mettendoci a disposizione una stupenda sala con tanto di enorme camino.
Grazie a Loredana Limone e all’associazione Clio, io e Monica ci siamo trovate protagoniste di quella che avrebbe dovuto essere una presentazione e che, invece, si è trasformata in una divertente chiacchierata tra amici!

Partendo dal rapporto tra me e Monica, passando da “Viola, vertigini e vaniglia” per arrivare a tutto ciò che concerne lettori e scrittori, abbiamo parlato di libri, pregiudizi, crescita, figli, mariti. Ci sono state tante risate, tanti interventi da parte dei presenti e, soprattutto, c’è stato il piacere reciproco di trascorrere del tempo assieme senza la paura di sembrare serie e professionali a tutti i costi!
Siamo state noi stesse e credo che questa sia stata la chiave giusta per far sì che nessuno si annoiasse e che io e Monica ci divertissimo quanto e più degli altri!


Siamo alla fine di una due giorni non-stop piena di emozioni meravigliose, di risate, di amici, di libri e anche di nebbia. Ma non saremmo a Milano se non ci fosse la nebbia, no?!
Io adesso faccio la seria (Ropolo la smetta di ridere che la sento da qui!) e inizio a ringraziare, perché di persone che meritano un grazie ce ne sono davvero tante (e speriamo che l’Alzheimer non colpisca e io ne dimentichi qualcuna!!).

Prima di tutto ringrazio mio marito e mio figlio (che altrimenti qua si rischiano sommosse e divorzi) che mi supportano/sopportano sempre e mi seguono tutte le volte che possono, tenendomi per mano e spronandomi ad andare avanti.
Poi ringrazio Loredana Limone, che qualche mese fa mi telefonò chiedendomi se avevo voglia di presentare il suo libro all’interno del BookCity. Che domande! Purtroppo, come avrete visto e capito, ieri sera Loredana non era con noi. Non è un segreto: Loredana sta lottando contro il cancro e lo sta facendo con la forza ed il sorriso che la contraddistinguono. Una settimana fa mi ha telefonato per dirmi che non poteva esserci e la sua preoccupazione maggiore era quella di darmi una delusione.
Ma io so che la presentazione che non siamo riuscite a fare ieri, la faremo presto, prestissimo e magari con il nuovo romanzo. Io ho promesso alla mia ziaccia di non piangere e di essere forte come forte è lei. E allora zia sai che ti dico? Spacca il culo al cancro che io ti aspetto, me l’hai promesso!

*respiro profondo*

Continuo ringraziando Paola e tutte le Clio Girls che sono un’associazione (non a delinquere!) di donne stupende, che danno spazio e voce a scrittori organizzando presentazioni, incontri e chi più ne ha più ne metta! Ho avuto il piacere di conoscerle ieri (anche se non tutte) e sono rimasta affascinata dalla gioia e dalla passione che emanano e che mettono in tutto ciò che fanno!
Grazie grazie grazie a Monica Coppola che è amica/mamma/sorella e si è sottoposta al fuoco di fila delle mie domande, incluse un “pandoro o panettone? Albero o presepe?” e scemate varie!
E grazie per aver avuto le palle, un anno e mezzo fa, di scrivermi e chiedermi di leggere il suo libro! Se quel giorno tu non avessi scritto oggi non ti avrei nella mia vita e tutto sarebbe più grigio. Ti voglio bene (mamma)!
Grazie ad Alice Basso che si trova sempre, suo malgrado, coinvolta nelle mie presentazioni e sempre, suo malgrado, viene tirata dentro a forza. La prossima volta presento te e stiamo tutte più tranquille!
Grazie a Chiara (Ropolo!!!) che, prendendo seriamente il suo ruolo di stalker ufficiale della Libridinosa (no, Lorenzo, lei è mia, lascia perdere!), macina chilometri su chilometri per raggiungermi in giro per il Nord Italia! Chiara, rassegnati: non ci sarà più presentazione senza la tua presenza!!
Grazie grazie alla Bacci (cretina! oggi non te l’ho ancora detto, ora vai a dirlo a Laura!) che, coadiuvata da quel Santo del coniuge, ha attraversato regione su regione per arrivare nella nebbiosa Milano! Vabbè, oggi possiamo dirlo: io e la Bacci ci vogliamo bene!
Grazie a Chicca che è stata minacciata di sentir suonare il campanello di casa (vedi Bacci che non minaccio solo te?) se non si fosse presentata all’incontro di ieri!
E, infine, ultima ma non per importanza, Lei: Laura 2.0 alias Letizia alias Anima Ciambella. Lei non era fisicamente qui, ma c’è stata sempre: con messaggi e pensieri, Laura non mi ha mollata un attimo (fatti una vita, sorella!).
Laura c’è e c’è sempre: c’è quando facciamo le cretine al telefono e c’è quando i discorsi diventano più seri. C’è quando vado in crisi e quando ho solo voglia di silenzio e c’è quando cazzeggiamo e facciamo saltare fuori idee geniali (sì, geniali!). 
Laura è quasi svenuta quando le ho detto che Antonio Manzini legge e aspetta le nostre “Chiacchiere” mensili. Ora spero solo che non sia su un treno in direzione Roma e che non cerchi di trasferirsi in casa sua spacciandosi per una sorella perduta!
Laura è una delle poche… pochissime… vabbè, forse è l’unica persona che con me non usa filtri e non si è ancora beccata un vaffanculo.
Laura è quella che mi ha scritto “Brava la mia Anima Ciambella” dopo la presentazione di ieri sera. E io so che dietro quel “brava” si nascondono millemila parole (e manco un insulto!).
Ora qualcuno dica a Laura che io ho promesso al mondo che la prossima volta ci sarà anche lei, quindi è il caso che inizi a fare i bagagli, che qua il letto è già pronto!

Io adesso torno alla mia routine, tra libri da leggere e post da scrivere, tra torte da sfornare e pavimenti da lavare!
E voi, mi raccomando, non scappate, che siete tutti la mia grande forza!





18 novembre 2016

Recensione 'L'anno senza estate' di Carlos Del Amor - Nord

Secondo i meteorologi, l'estate sarà fredda e piovosa. E una Madrid silenziosa e soprattutto fresca è ciò che serve a un giornalista per concentrarsi sulla stesura del suo romanzo. Peccato, però, che i meteorologi si siano sbagliati e ad agosto la città diventi un deserto d’asfalto infuocato. Il giornalista è stremato dal caldo e completamente privo di idee. Ma tutto cambia quando, per caso, trova il mazzo di chiavi della portinaia del suo condominio, anche lei partita per le vacanze. La tentazione è troppo forte e il giornalista lo usa per entrare negli appartamenti dei vicini. Comincia così uno strano vagabondaggio alla scoperta dei mondi celati dietro le porte chiuse: dall'attico spoglio dell'attore fallito, che mente alla famiglia dicendo di essere diventato un divo, alla casa della signora Margarita, piena dei ricordi che l'Alzheimer le ha portato via. Ma sono i segreti di Simón, l'inquilino del quinto piano, ad attrarre maggiormente l'attenzione del giornalista. Perché da trent'anni, ogni 20 settembre, Simón fa pubblicare sul giornale una lettera per Ana, la moglie morta troppo presto… e non per cause naturali. Ana è caduta dal balcone. È stato un incidente? O forse qualcuno l'ha spinta? Per il giornalista, capire che cosa sia accaduto ad Ana diventa quasi una missione. Come se ricostruire quella vecchia storia fosse l'unico modo per ritrovare l'ispirazione perduta. Inizia così a riannodare i fili di quel matrimonio celebrato nell'amore e minato dalla gelosia; di quella donna fragile e misteriosa; di quell'uomo devoto fino all'ossessione. Per poi rendersi conto che, spesso, la realtà è più sorprendente di un romanzo…
Autore: Carlos Del Amor
Titolo originale: El ano sin verano
Traduzione a cura di: Patrizia Spirano
Editore: Nord
Data di pubblicazione: 15 settembre 2016
Pagine: 320

Trama: 3  Personaggi: 2  Stile: 3  Copertina: 4 



16 novembre 2016

Associazione a delinquere #18: 'Caro libro, quanto mi costi?'


La Libridinosa: senti, tolto il dente tolto il dolore. Diciamo subito alla gente qual è il nostro metro di conversione quando si tratta di soldi. Dillo tu che sei dottoressa in morti
Eliza: se dici così la gente si fa una brutta idea di me… comunque la nostra moneta di scambio sono i Neri Pozza. 1neripozza=15€ … ho comprato un maglione? 1 Neri Pozza e mezzo.
LL: cosa ti fa credere che la gente abbia una bella idea di te?! Vabbè, arcano svelato. Pensate a quelle che spendono centinaia di euro in borse, quanti Neri Pozza potrebbero comprare! Senti ciccia, questa è una Chiacchiera a grande richiesta! La gente vuole sapere cosa pensiamo noi dei prezzi dei libri. Tu che pensi?
E: eh che penso… penso che soprattutto ultimamente si sta esagerando. Oramai entri in libreria e hai bisogno della Visa Gold se no manco puoi respirarne l’aria.
LL: il mutuo serve per gente come noi. Ma ti pare che 200 pagine scritte in Corpo 400 e con margini talmente larghi da poterci riportare passo passo la Divina Commedia, mi costino 20 euro? Dico VENTI EURO. Capito? V-E-N-T-I.
E: eh capito capito, io l’ho comprato Piperno… però almeno a me è piaciuto. Comunque ci sono anche Case Editrici che oramai qualsiasi cosa pubblichino sono 19 euro … sia che siano le famose ricette di Nonna Papera, sia il best seller del momento… ma ti pare?
LL: eh mi pare! Vogliamo parlare di quelli che si sentono chissà chi e ti piazzano un libro a 25 euro? Che io che sono anziana e faccio ancora la conversione euro/lira, lo fisso e penso che sono 50 mila lire. Cioè… me le dava mia nonna per il compleanno 50 mila lire e io ci campavo un mese e più. Che dici? Scioperiamo?
E: e ti sentivi ricca con le 50 mila in tasca! Ora invece… Scioperiamo? Niente libri? Noi?? Dai, sii seria se no il PIL italiano va a puttane… non si può dire PIL? 
LL: oddio forse PIL è un po’ troppo per il blog. Vabbè, ormai lo hai detto! Senti lo sciopero no, quindi? Che si fa? Io mica posso continuare a fare la cresta sulla spesa per comprare i libri. Qua Consorte comincia a notare che al posto degli spaghetti si ritrova un Longanesi nel piatto! E poi avrei anche bisogno di mutande, io!
E: e figuriamoci se non si arriva a parlare delle tue mutande! Cosa possiamo fare? Eh bella domanda… Non comprarli non è un’opzione, comprare gli ebook non cambia la frittata visto che ce ne sono alcuni che costano quanto i cartacei. Resta prenderli in prestito in biblioteca o almeno buttarsi sull’usato…
LL: ecco proprio degli ebook volevo parlare (e non delle mie mutande che ormai, grazie a te, sono conosciute in tutta Italia). Ma ti pare che un ebook costi 15 euro? E di che è fatto? Io lo dico, eh: mi rifiuto di spendere più di 4.99 € per un ebook. E pure quelli mi sembrano un po’ rubati, perché alla fine è una cosa che se domani muore tutta la tecnologia mondiale, a me non resta nulla. E se poi voglio prestarlo? No, non si può perché ti arrestano.
E: beh, perchè tecnicamnete tu non possiedi quell’ebook, un po’ come con la musica che compri su iTunes… insomma una grandissima fregatura. Io pure non compro ebook al di sopra dei 5 euro, a quel punto vado di cartaceo, di biblioteca o al massimo uso Mlol, grande risorsa mondiale, sia benedetto colui (o colei) che lo ha inventato. 
LL: Mlol è la mia salvezza. Prendo leggo e ciao ciao, ma almeno non ho speso soldi. Però, sempre perché tu sei quella laureata in morti, mi spieghi i costi di produzione di un libro?
E: e che ne so io! Mica son laureata in editoria! Se vuoi ti posso parlare dei metodi di sepoltura nell’Italia pre romana… Ti va?? No? Uffa, noiosa. Va beh, andiamo a logica, che costi ci possono essere… La produzione materiale, quindi carta, stampa e via; la correzione, l’impaginazione, la grafica; eventuale traduzione (che a volte dovrebbe avere un’ulteriore correzione della correzione perché sono fatte col c… canotto); diritti; promozione; e poi boh…
LL: ok, questo per quanto riguarda il cartaceo. E ci posso pure stare, anche se, essendo #vippaio e frequentando scrittori come se piovesse, ti dico che i diritti sono proprio la minima parte. Ma gli ebook? Come me li giustifichi 15 euro per una roba che non va in stampa, non ha costi di trasporto e niente?
E: beh c’è comunque tutto il costo di produzione e di pubblicazione online. Ah sai cosa ci siamo dimenticate? Le tasse, perchè gli ebook mica sono tassati come i cartacei! Non sono considerati prodotti culturali… perché? Mistero!
LL: vabbè, ho capito. I libri costano e non possiamo farci niente. Gli ebook costano e non possiamo farci niente. Noi almeno, da blogger, abbiamo un po’ il vantaggio di riceverne qualcuno (pochi, pochissimi) in omaggio. Praticamente stiamo dicendo al mondo che o così o ciccia. I mariti continueranno a mangiare pasta in bianco e Padre tuo continuerà a dover sopperire ai tuoi occhi dolci quando entrare all’Iper. Mi stai dicendo che è così?
E: eh, purtroppo il prezzo non lo facciamo noi, se no sai che figata? Libri a3 euro, Mac a 5, Yankee Candle a 1…. poi avremmo il problema del posto per tutta sta roba che non ci basta la Reggia di Caserta, ma son dettagli… Ma sai che pensavo? Alle edizioni… Facci caso, quante edizioni escono di un libro di medio successo? La cartonata, l’economica, a volte l’economica dell’economica… Sono tante e tutte da reimpaginare, a volte da ritradurre, eccetera. Non si ammazzerebbero un po’ i costi facendo direttamente delle edizioni di medio prezzo invece di partire sparando i 20 euro?
LL: a parte che se non ti basta Caserta, c’è sempre Stupinigi! Poi, volendo, pure Palazzo Pitti è spazioso. Eh le edizioni… io non amo molto le economiche, lo ammetto. Diciamo che se leggo un libro in ebook e mi piace taaaaaaanto tanto, magari aspetto l’economica, ma giusto perché l’ho già letto e mi spiace spendere 20 euro per una cosa che metto direttamente in libreria senza manco aprirlo più. Però l’economica dell’economica non la capirò mai. Così come non capirò mai quelle Case Editrici che, per tirare fuori l’economica impiegano due anni. Tu le capisci?
E: eh ci pensano su… vedono, valutano… no non le capisco. Anche perchè sono le stesse che per l’edizione cartonata ti chiedono rene e polmone. 
LL: e a noi reni e polmoni servono per la Apple, quindi vi attaccate!
E: certo, sono già opzionati. 
LL: senti, chiudiamo con una cretinata? Le sovracopertine le paghiamo, vero?
E: sia mai che si finisca in scioltezza qui, anzi in scioglievolezza come il lindor… Sì le paghiamo, pure le fascette… Sei contenta?
LL: una pasqua, guarda! Allora: io le fascette le butto e le sovracopertine le tolgo che altrimenti si sciupano. Quindi, cari Editori, se può servire a farci mettere due spaghetti in tavola, tagliate ‘sta roba che tanto a noi non serve!
E: e al motto di più spaghetti e meno sovracopertina chiudiamo veramente! Che si vede che è quasi ora di pranzo? Ah Laura, nella lista della spesa segna: mutande!
LL: cretina!
E: Baccciiiiiiiiiiiii!!!!^^


14 novembre 2016

Recensione 'Stanze di famiglia' di Furio Bordon - Garzanti

Vicende familiari, certo, ma che ruotano soprattutto intorno al nodo emozionale di vecchiaia e infanzia, le due età della debolezza, gli anni in cui l'individuo è più vulnerabile, più esposto a prevaricazioni, violenze, umiliazioni, in cui la fortuna di essere nati diventa troppo spesso fatica di vivere e amarezza.
Ed è combattendo l'amarezza con l'ironia dell'intelligenza che un vecchio professore di lettere, in attesa che il figlio torni dall'ufficio per accompagnarlo in una casa di riposo, conversa con la moglie morta. È un dialogo al tempo stesso amoroso e conflittuale. Come commossa e crudele sarà l'ultima discussione con il figlio. Ritroveremo il vecchio anni dopo, rintanato come ogni pomeriggio nella soffitta della «Villa», intento a sfogliare un vecchio album di fotografie e a esercitare la sua ironia confidandosi con una piantina di basilico e una sedia vuota.
A confrontarsi invece con il padre morto è Anna, una psicoterapeuta infantile, nella notte in cui viene a sapere della fuga da casa di un suo assistito, un ragazzo violato da un'infanzia di indifferenza e disamore. Comparirà anche lui, in questa notte, e costringerà Anna a un impietoso, feroce bilancio del proprio vissuto, dominato da quel padre attore famoso e geniale, del cui fascino lei è sempre stata adoratrice e vittima.
Nella terza e ultima stanza, un figlio stanco ed esasperato è alle prese con la grottesca demenza della vecchia madre. Ma sarà quella stessa madre, giovane e presente nel ricordo – come giovane e presente è anche il padre scomparso da anni – a suggerirgli in un momento di lucida dolcezza: «Capirai alla fine che con quella povera testa delirante e confusa se n'è andato un mondo…».
Nella struttura di questo libro dunque diventano personaggi, agiscono e parlano tra loro i vivi, i morti e i ricordi. Ma anche i rimorsi e i desideri.
A che mondo appartiene questo convegno fantasmatico in tre stanze? Semplicemente al mondo della letteratura, luogo sospeso tra cielo e terra, nel quale, come ci insegna Amleto, «esistono più cose di quante la tua filosofia conosca».

Autore: Furio Bordon
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 3 novembre 2016
Pagine: 163

Trama: 3  Personaggi: 2  Stile: 4  Copertina: 4 


13 novembre 2016

Del perché non vi parlerò de 'Gli eredi della terra' di Ildefonso Falcones


... o almeno non a breve termine.

Come sapete, all'inizio della settimana appena trascorsa, mi sono rifugiata nella Stanza Librosa e, in compagnia di una yankee candle all'arancia, segnalibro, matita e segnapagina, mi sono accomodata in poltrona, con tanto di coperta morbida e tazza di tè, e ho iniziato a leggere l'ultimo romanzo di Ildefonso Falcones.
Romanzo che è il seguito naturale de  La cattedrale del mare, che io, pur avendo avuto in libreria per tanti anni, mi sono decisa a leggere solo qualche mese fa. E che ho anche divorato, perché mi ha riportata a quelle atmosfere che tanto avevo amato con I pilastri della terra di Ken Follett.

Per quanto riguarda questo nuovo lavoro di Falcones, invece, mi trovo in una situazione di stallo: ho letto, faticando e sforzandomi, le prime 300 pagine. E ammetto anche che, se non fosse stato per la mole del romanzo e per i soldi spesi, lo avrei mollato già dopo le prime 100.
Ma davanti ad un libro di 900 e più pagine, mi sembrava corretto dargli una chance un po' più ampia!
Così ho proseguito, con grande fatica, lo ammetto. Ma non c'è  nulla da fare: il romanzo non scorre e, cosa ancora peggiore, sembra la replica esatta del suo predecessore; pare quasi che Falcones, spinto dal successo de La cattedrale del mare, si sia limitato a replicarlo, cambiando i nomi dei personaggi e cercando di modernizzarlo un po', tanto che mi sono ritrovata a leggere di scene di sesso degne dei migliori new adult (e grazie a Laura per la consulenza sul genere, ché io non me ne intendo!).

Insomma, so che molti di voi aspettano una mia recensione e mi sembra corretto dirvi che, al momento, la lettura prosegue a rilento e, soprattutto, inizierò ad alternare questo libro ad altri che ho sicuramente più voglia e piacere di leggere. Questo è uno dei lati oscuri dell'avere un blog: non ci si può permettere di impantanarsi in un romanzo perché si rischia di fermare tutto per troppo tempo.

Quindi, al momento, l'unica soluzione che ho trovato è quella dell'alternanza che, come sa chi mi conosce bene, non è una mia consuetudine. Spero che il romanzo di Falcones migliori col tempo per non rischiare un abbandono definitivo e, chissà, forse prima o poi potrete leggerne la recensione!



10 novembre 2016

Recensione 'Dove la storia finisce' di Alessandro Piperno - Mondadori

Matteo Zevi è sul volo di linea che da Los Angeles lo sta riportando in patria. È dovuto scappare molti anni prima, per debiti, abbandonando dall'oggi al domani i membri della sua famiglia. Su di loro, adesso, il suo ritorno incombe come una calamità persino peggiore di quelle seguite all'improvvisa fuga. Durante l'assenza di Matteo, infatti, ciascuno ha avuto modo di costruirsi un equilibrio apparentemente solido. Giorgio – primogenito settario, ambizioso e intraprendente – ha aperto l'Orient Express, un locale panasiatico che va per la maggiore, ed è in riluttante attesa di un figlio; Martina, che alla partenza del padre aveva solo nove anni, sconta un precoce matrimonio borghese con turbamenti affettivi e sessuali a dir poco sconvenienti; solo Federica, la seconda moglie che non ha mai smesso di attenderlo, sogna una nuova armonia familiare per la quale è disposta a tutto, mentre Matteo, attratto dalle suggestioni del patriarcato, ritrova vecchi amici e piaceri dimenticati in una Roma deturpata e bellissima. Sono tutti talmente presi da se stessi che quando la Storia irrompe brutalmente nella loro vita li coglie vulnerabili e impreparati. Ognuno è chiamato a fare i conti con il passato e con le incognite di un mondo che appare sempre più sinistro e imponderabile. Ecco allora che la storia finisce dove la Storia incomincia. A quattro anni dalla saga dei Pontecorvo (Persecuzione e Inseparabili, premio Strega 2012), a undici dal fortunato esordio (Con le peggiori intenzioni), Piperno dà di nuovo voce ai silenzi familiari, alle ipocrisie sociali, alle ambizioni ferite. Scritto in una lingua limpida e mirabile, che mescola senza soluzione di continuità commedia, tragedia, farsa e parodia, Dove la storia finisce è un romanzo che sa unire la felicità del racconto della vita di una famiglia alla capacità, propria delle opere più grandi, di cogliere tensioni, paure, drammi e speranze di un'intera epoca.

Autore: Alessandro Piperno
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 4 ottobre 2016
Pagine: 277

Trama: 2  Personaggi: 2  Stile: 4  Copertina: 4