SINOSSI
L'amore non chiede il permesso. Arriva all'improvviso. Travolge ogni cosa al suo passaggio e trascina in un sogno. Così è stato per Emma, quando per la prima volta ha incontrato Marco che da subito ha capito come prendersi cura di lei. Tutto con lui è perfetto. Ma arriva sempre il momento del risveglio. Perché Marco la ricopre di attenzioni sempre più insistenti. Marco ha continui sbalzi d'umore. Troppi. Marco non riesce a trattenere la sua gelosia. Che diventa ossessione. Emma all'inizio asseconda le sue richieste credendo siano solo gesti amorevoli. Eppure non è mai abbastanza. Ogni occasione è buona per allontanare da lei i suoi amici, i suoi genitori, tutto il suo mondo. Emma scopre che quello che si chiama amore a volte non lo è. Può vestire maschere diverse. Può far male, ferire, umiliare. Può far sentire l'altra persona debole e indifesa. Emma non riconosce più l'uomo accanto a lei. Non sa più chi sia. E non sa come riprendere in mano la propria vita. Come nascondere a sé stessa e agli altri quei segni blu sulla sua pelle che nessuna carezza può più risanare. Fino a quando nasce sua figlia, e il sorriso della piccola Martina che cresce le dà il coraggio di cambiare il suo destino. Di dire basta. Di affrontare la verità. Una verità difficile da accettare, da cui si può solo fuggire. Ma il cuore, anche se è spezzato, ferito, tormentato, sa sempre come tornare a volare. Come tornare a risplendere. Più forte che può.
TITOLO: Splendi più che puoi
AUTORE: Sara Rattaro
EDITORE: Garzanti
DATA DI PUBBLICAZIONE: 31 marzo 2016
PAGINE: 220
TRAMA: 4 PERSONAGGI: 3 STILE: 4 COPERTINA: 4
Scrivere questa recensione, per me, non è facile. Perché in questo libro Sara ci parla di vita, di quella parte brutta della vita che, purtroppo, negli ultimi anni è diventata un argomento quasi quotidiano: la violenza sulle donne.
Donne picchiate, stuprate, uccise. Femminicidio. Questa parola che è entrata a forza nelle nostre case, che rimbomba dai tg, sui giornali, sulle bocche di ognuno di noi.
Sono serviti anni di battaglie perché il femminicidio diventasse reato, perché una donna che denuncia un uomo venga protetta e, soprattutto, creduta.
Per tanto, troppo tempo, i maltrattamenti erano tollerati, erano qualcosa che doveva rimanere tra le mura di casa, nel silenzio e nell'intimità di quelle pareti.
Questa è la storia di Emma, che a 19 anni decide di scappare di casa perché i suoi genitori si oppongono alla sua storia con Tommaso, un uomo di vent'anni più grande e che lei ha appena conosciuto. Quando, dieci anni dopo, Tommaso le dirà che la loro storia è finita perché non la ama più, Emma farà quello che, forse, quasi tutte noi donne abbiamo fatto almeno una volta nella vita: cercare di farlo ingelosire lasciandoci corteggiare da un altro uomo. Peccato che Emma decida addirittura di sposarselo quest'uomo.
Marco, però, non è l'uomo che Emma pensava che fosse: Marco è violento, la maltratta, la insulta, la denigra, la costringe all'isolamento, la allontana dalla famiglia, dagli amici e dal lavoro.
Dal giorno del matrimonio è solo una parabola discendente. Per anni Emma sarà vittima e succube di Marco e della sua follia.
Purtroppo c'è qualcosa in questa storia (che l'autrice scrive, come sempre, in maniera magistrale e scorrevole, talmente scorrevole che ho divorato questo romanzo in poche ore), che mi ha lasciata perplessa.
Ci sono dei salti temporali nella vita di Emma e Marco, che mi hanno confusa durante la lettura. Il giorno in cui Marco decide di trasferirsi in un piccolo paesino di montagna, Martina, la figlia, è nata da pochi mesi. D'improvviso, girando pagina, ci ritroviamo davanti a Martina che compie tre anni e, poco dopo, è addirittura una bambina di cinque.
Più volte, durante la lettura, mi sono chiesta il perché di questa scelta. Come è facile immaginare, Sara ci dà molti accenni a ciò che accade ad Emma tra le mura di quella casa che, per lei, è diventata una prigione. Ma, allo stesso tempo, ci dice pochissimo.
Non è che io sia un amante delle scene cruente, ma trovo che, forse, questa scelta possa penalizzare la protagonista stessa di questa storia. Credo sia palese a tutti che, spesso, le donne vittime di abusi vengano ritenute stupide, incapaci di scegliere per il loro bene, prive di forza di volontà.
Quante volte ci è capitato di sentir dire: "Se l'è voluta... Poteva andare via... Nessuno la costringeva a stare con lui..."?
Ecco, io stessa, durante la lettura, mi sono ritrovata a pensare che Emma era proprio una stupida, che i suoi genitori e anche lo stesso Tommaso fossero degli stupidi.
Poi, ovviamente, mi fermavo, razionalizzavo e cercavo di capire quanta sottomissione psicologica risieda in queste persone, quanta paura attanagli la loro vita.
Comunque no, i genitori e l'ex fidanzato non riesco a giustificarli. Emma sì.
Ma il punto di questo romanzo rimane sempre quello: scegliere di non raccontare, di andare oltre, di omettere quelli che sono stati gli anni più duri per Emma mi fa temere che questa storia, nelle mani sbagliate, potrebbe suscitare pensieri e commenti errati.
Arriverà la lettrice che dirà che Emma è una stupida. E non lo dirà presa dalla rabbia e dall'impeto del momento. Lo dirà perché lo pensa sul serio, perché è questo che, purtroppo, pensa molta gente quando sente la vicina di casa urlare, quando la incrocia sulle scale e i lividi sono talmente tanti e talmente evidenti che è impossibile nasconderli. Pensano che quella donna sia una stupida, una che non sa stare senza un uomo accanto.
Quindi, Sara, per quanto in questa storia tu abbia messo il cuore (e si vede!), forse avresti dovuto raccontarci di più. Avresti dovuto usare la tua penna per far capire anche a chi si ostina a non vedere, che dietro uno sguardo basso si nasconde la paura.
Che questo sia un libro che ogni donna dovrebbe leggere, penso sia scontato. Che Sara scriva come poche altre autrici non c'è bisogno che ve lo dica io. Ma credo che questo sia un libro che molti uomini dovrebbero avere il coraggio di affrontare.
Una recensione curata, bella e sentita! Come sai aspetto l'uscita del romanzo per conoscere la Rattaro, finalmente, e farmene un'idea però, a grandi linee, il solco lo hai già tracciato. Non mi resta che incamminarmici :)
RispondiEliminaE io aspetto, come sempre, che anche tu legga questo romanzo per capire se riscontrerai le stesse lacune.
EliminaUn abbraccio :)
A me la Rattaro non convince più da anni, purtroppo.
RispondiEliminaOsa nella scelta dei temi, ma la trovo un po' blanda; quasi impersonale. Il coraggio lo si deve dimostrare anche nella scrittura. Vedremo. Il romanzo dovrebbe arrivarmi a giorni, ma parto ipercritico, te lo dico. :)
(Però la copertina la trovo orrenda, un incrocio tra Dragon Ball e i romanzi delle medium!)
EliminaIo, invece, da anni non la leggevo. Quindi, questo romanzo è stato un po' un modo per capire se era cambiata in qualcosa. E, purtroppo, devo ammettere che concordo con te nell'averla trovata blanda. Aspetto il tuo parere per un confronto più diretto.
EliminaP.S.: il solo fatto di non aver trovato l'ennesimo "faccione" mi ha fatto amare un po' di più questa copertina ;)
Io sono ancora in fase di lettura.
RispondiEliminaLo sto "assumendo" poco per volta perchè come hai detto tu è un argomento molto forte. Anche io ho la vaga sensazione che Emma sia un pò scema ma quello che per ora trovo più agghiacciante sono i parenti di Marco. Il loro lavarsene le mani mi spaventa molto più dell'uomo violento
Dai su, che domani ne parliamo con l'autrice e cerchiamo di capire il perché di tante scelte!
EliminaHo intenzione di leggerlo quanto prima, dopo la Picoult e Jonathan Coe.. anche se so che mi farà male. Certe volte però è necessario. In biblioteca non potrà mancare.
RispondiEliminaChiara e limpida come sempre la tua recensione, specchio del tuo pensiero.
ciao da lea
Ciao Leuccia, ansiosa di conoscere anche il tuo parere su questo romanzo. Attendo paziente!
Eliminaciao
RispondiEliminami incuriosisce questo libro. Messo tra i libri da scegliere da leggere http://robbyroby.blogspot.it/2016/04/libri-da-leggere-4.html