Un fortunato autore televisivo ha abbandonato la trasmissione cui deve la fama e una discreta agiatezza. Si chiama Crazy Love e racconta la vita sentimentale della "né buona né brava gente della Nazione". Sotterfugi, tradimenti, odio, passioni e rancori, al motto di "Anche questo fa fare l'amore". Un enorme successo, ma lui non ne può più. Felice e orgoglioso della sua scelta, una sera gli si presenta in casa un tizio che cerca di ucciderlo. Si salva la vita, ma da qui in poi cominciano i guai. Una coppia di killer colti e professionali, due zingari in cerca di vendetta, una giovane segugia col cuore in frantumi, collezionisti e contrabbandieri di souvenir nazifascisti, qualche morto di troppo. Sullo sfondo accanto a una Milano multietnica e luccicante, la vita brulicante del campo rom, la sua cultura, la sua eticità. Questo di Robecchi è un giallo e una commedia, tra Scerbanenco e le canzoni di Enzo Jannacci. Raccontata da una voce caustica e cattiva, che tutto commenta e descrive con acuminata ironia, e che tiene in equilibrio il sarcasmo ribelle e sfacciato del suo investigatore chandleriano (appassionato di Bob Dylan) e il cinismo a suo modo morale del punto di vista criminale e della vendetta.
Titolo: Questa non è una canzone d'amore
Autore: Alessandro Robecchi
Editore: Sellerio
Data di pubblicazione: 10 aprile 2014
Pagine: 420
Trama: 2 Personaggi: 1 Stile: 2
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- Lettera ad Alessandro Robecchi -
Gent.mo signor Robecchi,
sino ad un paio di mesi fa io non sapevo neanche chi fosse lei. So che potrei sembrarle maleducata... insomma, lei non è esattamente un esordiente, ma di fatto è così: vivevo la mia vita di lettrice senza averla mai incontrata.
Poi, complice il BookCity e un incontro con Antonio Manzini, ecco che lei e i suoi romanzi fate capolino nella mia vita. E la sua simpatia è stata tale che, sull'onda dell'entusiasmo, ho acquistato tutti e quattro i suoi romanzi con protagonista Carlo Monterossi.
Ecco, io vorrei ringraziarla signor Robecchi! E non perché il suo primo libro mi sia piaciuto, bensì perché ho capito che MAI più dovrò commettere un errore del genere. Innanzitutto, mai comprare romanzo basandosi sulla simpatia dello scrittore; e mai, soprattutto, acquistare in blocco una serie se non si è letto almeno il primo libro.
Sa perché non sono arrabbiata? Perché il caro quanto vituperato signor Amazon mi consente di mandare indietro i suoi libri e riavere i miei soldi! E anche perché, per fortuna, il suo non è stato il libro con cui ho inaugurato questo 2018 (grazie, Bacci!).
Ecco, lettori cari, se dovessi incontrare Alessandro Robecchi, sono queste le parole che gli direi! A voi, invece, cercherò di spiegare perché questa storia non mi abbia conquistata.
Parto col dirvi che lo stile dell'autore, fatto di battutine salaci ma spesso fini a loro stesse, non è riuscito a far breccia nel mio arido cuore. Amo l'ironia, amo anche il sarcasmo quando è saputo usare, ma in questo caso ho avuto l'impressione di essere seduta al bancone di un bar e avere accanto uno di quei tizi che deve assolutamente fare il simpatico. Anche no!
La ripetitività è un altro dei motivi che, dopo un centinaio di pagine, mi ha fatto esclamare: "Adesso basta!".
Poi c'è lui, Carlo Monterossi, protagonista di rara antipatia. Ma non quell'antipatia tipica di alcuni personaggi che ci porta, chissà per quale strana alchimia, ad amarli incondizionatamente. No, a me questo Monterossi è stato sulle scatole dalla prima all'ultima pagina. Anzi, vi dirò di più: se fosse morto a pagina 10, io sarei stata una donna felice!
Ultimo, ma non per importanza, il continuo saltare di palo in frasca, una serie di personaggi che si avvicendano nelle prime 80 pagine: loro, ognuno con la propria storia, mi hanno gettata in uno stato di confusione totale. Mi è parso di brancolare continuamente nella nebbia, di non riuscire a trovare la quadra di questa storia e, cosa ben peggiore, mi sembrava di cambiare libro ad ogni girata di pagina.
Perché ho terminato la lettura di questo libro? Prima di tutto perché volevo capire cosa avesse conquistato Laura... spiacente, non l'ho capito.
E poi perché ero un po' curiosa di scoprire dove andasse a parare la storia. L'ho scoperto. Poi ho preso in mano il mio iPad, sono entrata su Amazon, ho fatto il reso di tutti i libri e, tronfia come avessi vinto un premio, ho consegnato tutto al corriere!
Tante belle cose, signor Robecchi. Io proseguo la mia vita facendo a meno di Carlo Monterossi, l'uomo che odio (citazione a favore di conosce i romanzi!).
Questo è il classico esempio in cui un libro viene giudicato in modo diverso diverso da due persone, aventi gusti simili ma non uguali
RispondiEliminaPerspicace!
Eliminaohhh
RispondiEliminaPoi mi dici!
EliminaIo ho letto Torto Marcio e Monterossi l'ho amato, ma siccome sono una persona sincera ammetto che i tanti personaggi sono stati un problema anche per me. Soprattutto perchè avrei voluto stare sempre e solo in compagnia di Carlo. <3 Il mondo è bello perchè è vario no? (cit. Bacci)
RispondiEliminaCiao da Lea
"Il mondo è bello perché è vario" di Josè Pascal!
Eliminaeh no, mi sa tanto che darò retta a te invece!
RispondiEliminaCome vuoi!
EliminaIo ho letto un po' di tempo fa Dove sei stanotte, e ricordo che gli avevo imputato più o meno gli stessi difetti che hai trovato tu a questo. Perciò, ecco, secondo me hai fatto bene a restituire tutto ad Amazon :-)
RispondiEliminaE meno male che non li avevo comprati in libreria!
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