Titolo: Un marito fedele || Autore: Anna Ekberg || Editore: Nord
Data di pubblicazione: 18 settembre 2018 || Pagine: 380
Oggi. La aspetta dietro la curva. Coi fari spenti e il motore acceso. Non appena la vede correre verso di lui, Christian accelera, la investe, si ferma. Poi ingrana la retromarcia e passa di nuovo sopra il corpo della moglie. Deve essere sicuro di averla uccisa, altrimenti non sarĆ mai libero. Christian torna a casa, ma si rende conto che l'incubo non ĆØ finito. Ć appena cominciato... Due mesi prima. Christian dovrebbe essere felice. Dopo aver lottato a lungo contro la malattia, suo figlio Johan ĆØ stato dichiarato fuori pericolo. Sua moglie Leonora - che ha lasciato il lavoro per prendersi cura di lui - puĆ² finalmente rifarsi una vita e il suo studio di architettura ha appena vinto un ricco e prestigioso appalto. Eppure, in quegli anni di preoccupazioni e sacrifici, la fiamma del suo matrimonio si ĆØ consumata e ora restano solo le ceneri dell'abitudine. PerciĆ², quando Leonora lo sorprende a letto con l'amante, Christian ĆØ quasi sollevato. Almeno non dovrĆ piĆ¹ mentire; anzi, ora che Johan ĆØ guarito, non c'ĆØ piĆ¹ nulla che gli impedisca di chiedere il divorzio. Tuttavia, nel momento in cui Christian affronta il discorso con lei, Leonora si comporta in modo molto diverso da come lui si era aspettato. Non piange, non impreca, non grida. Leonora lo ricatta. Conosce tutti suoi torbidi segreti e, se lui la lascerĆ per quell'altra donna - piĆ¹ giovane, piĆ¹ bella, piĆ¹ sensuale di lei -, lei lo rovinerĆ . Christian ĆØ sconcertato: ĆØ vero, in passato ha preso decisioni discutibili, ma soltanto per garantire a Johan le cure migliori. Leonora non puĆ² rinfacciargli di aver salvato il loro unico figlio. CiĆ² che Christian non ha ancora capito, perĆ², ĆØ che Leonora ĆØ una moglie troppo orgogliosa e determinata per non fargli pagare il prezzo dell'umiliazione...
Se dovessi dare una definizione di questo libro, la prima parola che mi verrebbe in mente sarebbe pastrocchio.
PerchƩ questo romanzo, arrivati a fine lettura, lascia la sensazione di aver letto troppo e nulla allo stesso tempo.
La storia ĆØ quella di Christian e Leonora, coppia della media borghesia danese.
Violinista lei, imprenditore lui, vivono in una bella villa che affaccia su un fiordo.
Leonora ha lasciato tutto per seguire le cure del figlio Johan, a cui ĆØ stata diagnosticata la leucemia linfoblastica acuta.
Sono trascorsi anni, ormai, Johan ĆØ perfettamente guarito e prossimo al diploma.
La narrazione prende il via con quello che pare essere l'omicidio di Leonora per mano di Christian.
Il motivo per cui si sia arrivati a tanto, lo scopriremo col procedere della narrazione.
Christian tradisce Leonora. Christian si ĆØ innamorato di Zenia. Leonora lo scopre. Christian vuole lasciare Leonora. Leonora minaccia di rovinarlo. Christian decide di ucciderla.
Ecco, la prima parte di questo romanzo ĆØ riassunta in queste poche e scarne righe e, capirete anche voi, che il motivo per cui Christian decide di uccidere la moglie ĆØ davvero futile. Insomma, quale donna, scoprendo che il marito vuole lasciarla per un'altra donna, fa un sorriso e magari lo aiuta anche a preparare le valigie?
CiĆ² che irrita, in questo romanzo, ĆØ, appunto, la futilitĆ del motivo: tua moglie non ĆØ condiscendente e tu decidi di ucciderla. Mah!
La storia, inoltre, ci viene narrata su due piani temporale e attraverso due voci: quella di Christian e quella di Holger, un vecchio poliziotto in pensione che aveva indagato sulla vicenda.
Il problema ĆØ che i due piani temporali stridono: per tutto il libro mi sono chiesta come fosse possibile che Holger raccontasse tutto parlando di un passato ormai lontano, ma, allo stesso tempo, Christian e Leonora usano smartphone, computer e social network.
Al contempo, la scelta della doppia narrazione fa perdere mordente alla storia. Le parti che vedono protagonista la voce di Holger, oltre che surreali (il poliziotto, ad esempio, racconta dettagli della vita della coppia impossibili da conoscere se non si vive con loro), sono fiacche, a causa, anche, degli aneddoti personali con cui Holger infarcisce i suoi discorsi.
La seconda parte del romanzo inizia con un colpo di scena che fa ben sperare per il prosieguo della storia.
Ma anche stavolta, purtroppo, non ci siamo.
Se la prima parte risulta fiacca, in questa seconda pare che i due autori (Anna Ekbger ĆØ, infatti, uno pseudonimo che cela due autori) abbiano voluto mettere sul fuoco tutto ciĆ² che non ci ĆØ stato raccontato nelle 200 pagine iniziali.
CosƬ ci ritroveremo ad assistere a continui capovolgimenti di fronte, a omicidi tentati e riusciti, ad assurdi occultamente di cadaveri...
Quello che posso affermare con assoluta certezza ĆØ che qui tutto abbiamo, meno che un thriller: mancano il pathos e la voglia di proseguire con la lettura, cosa che, invece, scema pagina dopo pagina.
L'unico motivo che mi ha spinta a terminare questo libro ĆØ stato uno stile, quello della Ekberg, tutto sommato godibile.
Un thriller che finisce con il dirti prima chi la uccisa ĆØ bruttissimo.
RispondiEliminaCon i thriller vado sempre con i piedi di piombo e aspetto impressioni.
RispondiEliminaFaccio bene e, anche questa volta, salto volentieri.
Grazie a te, che ti immoli e li divori.
Pare che la confusione regni sovrana! Peccato perchƩ in genere i thriller mi piacciono, ma quelli con mogli/mariti fedifraghi e contenti un po' meno.
RispondiEliminaOramai ci vuole un mezzo miracolo per scovare thriller degni di questo nome. Ma noi non molliamo!!!
RispondiEliminaho appena finito di leggerlo e secondo me l'unico errore ĆØ stato definirlo un thriller: ĆØ un bellissimo romanzo drammatico. Non confondiamolo con una cronaca giornalistica di un delitto dove tutto ĆØ spiegato razionalmente.La trama ĆØ comunque credibile anche perchĆØ certi mariti hanno ucciso per molto meno !!! Ecco certi approfondimenti psicologici su personaggi secondari si potevano evitare.
RispondiEliminaAnche la traduzione del titolo aiuta parecchio a sviare!
EliminaMi fido della recensione di Francis Alquati 7 dicembre 2018 17:11
RispondiEliminaSto aspettando che passi mezzanotte per regalarlo a mia moglie, appassionata di autori scandinavi. (Un marito fedele)
Sono felice di saperlo (facciamo finta che me freghi qualcosa!)
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