12 aprile 2021

Recensione 'I quaderni botanici di Madame Lucie' di Mélissa Da Costa - Rizzoli


I QUADERNI BOTANICI DI MADAME LUCIE || Mélissa Da Costa || Rizzoli || 
6 aprile 2021 || 300 pagine

Fuori è l'estate luminosa e insopportabile di luglio quando Amande Luzin, trent'anni, entra per la prima volta nella casa che ha affittato nelle campagne francesi dell'Auvergne. Ad accoglierla, come una benedizione, trova finestre sbarrate, buio, silenzio; un rifugio. È qui, lontano da tutti, che ha deciso di nascondersi dopo la morte improvvisa di suo marito e della bambina che portava in grembo. Fuori è l'estate ma Amande non la guarda, non apre mai le imposte. Non vuole più, nella sua vita, l'interferenza della luce. Finché, in uno di quei giorni tutti uguali, ovattati e spenti, trova alcuni strani appunti lasciati lì dalla vecchia proprietaria, Madame Lucie: su agende e calendari, scritte in una bella grafia tonda, ci sono semplici e dettagliate indicazioni per la cura del giardino, una specie di lunario fatto in casa. La terra è lì, appena oltre la porta, abbandonata e incolta. Amande è una giovane donna di città, che non ha mai indossato un paio di stivali di gomma, eppure suo malgrado si trova a cedere; interra il primo seme, vedrà spuntare un germoglio: nella palude del suo dolore, una piccola, fragrante, promessa di futuro.

7 aprile 2021

Recensione 'La strega del Re' di Tracy Borman - Beat

 


LA STREGA DEL RE || Tracy Borman || Beat || 1 aprile 2021 || 416 pagine

Inghilterra, 1603. Nel mese di marzo, l’ultima monarca della dinastia Tudor, Elisabetta I, muore ponendo fine all’età che porta il suo nome, un’epoca di grande espansione e fioritura culturale dell’Inghilterra, segnata da geni quali Shakespeare, Bacon, Marlowe, Spenser. Nei giorni successivi alla scomparsa di Elisabetta, Lady Helena, moglie del tesoriere di Sua Maestà, e sua figlia Frances si affrettano a raggiungere la loro tenuta di Longford, nel Wiltshire. Nella ristretta cerchia della corte vicina alla monarca, le due donne occupavano un posto particolare, al punto tale da assistere la regina nelle sue ultime ore di vita. Al suo capezzale, la giovane Frances, esperta nell’arte della guarigione, stringeva tra le mani un mortaio da cui si levava l’aroma pungente di un unguento utile ad alleviare il trapasso dell’amata sovrana. Guardate con diffidenza dal resto della corte, le due donne tornano alla vita tranquilla nella tenuta del Wiltshire, finalmente lontane dagli intrighi e dal vento di cambiamento, sospetto e paura portato con sé dal nuovo sovrano arrivato dalla Scozia, Giacomo I. Il nuovo monarca non ha esitato a rendere pubblica la sua repulsione verso tutte le tradizioni difese dalla defunta regina, in nome di una rigida osservanza della fede protestante. Determinato a piegare i sudditi alla sua volontà, ha dichiarato guerra alle superstizioni e alla stregoneria, affermando di essere stato incaricato da Dio di annientarle, al punto che il primo consigliere, Lord Cecil, si appresta a redigere un nuovo atto contro la stregoneria. Qualunque pratica ritenuta attinente alla magia sarà punibile con la morte, compresa l’arte della guarigione. La fragile pace di Longford viene presto turbata dall’arrivo del conte di Northampton, zio di Frances e membro del consiglio reale, intenzionato a ricondurre la nipote a corte per riportare la famiglia della sorella nelle grazie del re. A patto, però, che la giovane donna lasci perdere «l’insana mania per piante e pozioni», una mania per la quale è tutt’altro che impossibile il rischio di ricevere il marchio di strega prima ancora di mettere piede a St James. Sullo sfondo di un’Inghilterra in preda a complotti e cospirazioni, come la celebre Congiura delle polveri, Tracy Borman ci regala il ritratto di una nuova eroina, una donna coraggiosa che non esita nemmeno davanti alle prove più ardue che il destino le riserva.

31 marzo 2021

Recensione 'Casa Lampedusa' di Steven Price - Bompiani


CASA LAMPEDUSA || Steven Price || Bompiani || 14 ottobre 2020 || 299 pagine

Ogni uomo, per quanto insignificante, dovrebbe lasciare qualche cronaca del tempo trascorso su questa terra. Le parole di Stendhal echeggiano nella mente dell’uomo di mezza età che fa una sosta pensosa in chiesa prima di avviarsi all’incontro con il cugino, Lucio Piccolo, al Caffè Mazzara, luogo consueto di conversazioni appassionate sulla letteratura. Siamo a Palermo, una mattina di gennaio del 1955, e l’uomo di mezza età, a cui è appena stata diagnosticata una malattia senza ritorno, è Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Una vita di studi e scritture, e non ha creato nulla. Non ancora. Parte da qui, da questo nodo di slanci e frustrazioni, il racconto intimo e dolente degli ultimi anni di un grande scrittore dediti alla stesura sempre più urgente di un solo capolavoro, "Il Gattopardo", punteggiati da infruttuosi tentativi di pubblicazione e rasserenati dagli affetti - l’adorata moglie Licy, il cugino Gioacchino - prima della resa di fronte all’ineluttabile.


29 marzo 2021

Otto: buon compleanno, blog!




OTTO! È palindromo! Mi piacciono i palindromi! 
OTTO! È il numero dell’infinito, quello che, come dice Lallina, va sempre bene! Non sai cosa rispondere? Dì: “Otto” e te la cavi. Non cercate una logica, è un pensiero partorito da Lallina, che vi aspettate?
OttO, che se lo scrivi così è l’ultimo libro della Monti. Coincidenze? Io non credo!

E insomma, otto anni cominciano ad essere tanti e vanno celebrati anche in tempo di pandemia!
Ne sono successe di cose in questi anni, alcune belle, altre meno, ma siamo ancora qua… eh già!

Se guardo indietro vedo un percorso lungo e non sempre semplice! Vedo la prime recensioni e le tante volte in cui avrei voluto cancellarle per far sparire le tracce di una scrittura incerta e timida!
Rivedo i tanti libri letti, amati, detestati, dimenticati o portati nel cuore per tutti questi anni.
Rivedo un gruppo composto da pochissime persone, alcune delle quali sono ancora qui, altre sparite, altre perse di vista.
Eravamo davvero pochi, noi blogger. Pochi e ingenui, quasi inconsapevoli di cosa potesse racchiudere quel termine, blogger. Eravamo persone che amavano talmente tanto i libri da aver sentito la necessità di ricavarsi uno spazio in cui parlarne, uno spazio che, magari, ci consentisse anche di trovare qualcuno che, come noi, fosse assetato di pagine e parole!
Ci conoscevamo tutti, quasi il nostro fosse uno di quei piccoli paesi di campagna in cui ci si ferma a prendere il caffè col vicino di casa o gli si prestano le uova per fare una torta!
Non c’erano invidie; c’erano, invece, consigli, supporto, sostegno. Si faceva gruppo, ci si aiutava.

Rivedo la prima mail a una Casa Editrice e la mia prima collaborazione. E sapete cosa mi ha portato quella mail? Beh sì, sicuramente un libro e l’inizio di tante collaborazioni, ma anche, e soprattutto, un’amica speciale.
Perché io mica lo sapevo che si potesse collaborare con le Case Editrici. Lo scoprii grazie a Lallina a cui, oggi lo dico pubblicamente (e per quei pochi che ancora non lo sapessero!) diedi della zoccola!
Lei aveva tra le mani un libro di Vitali, ben prima dell’uscita, quel libro che io tanto avrei voluto. Così le scrissi, senza averle mai parlato, senza sapere chi si nascondesse dietro quel gufo che campeggiava come immagine profilo su Facebook. Insomma, secondo voi, se l’avessi saputo le avrei scritto? Ecco!
Che poi, io non so cosa sia più strano: se io che le scrivo dandole dell’allegra fanciulla di facili costumi o se lei che mi risponde con tanta gentilezza! Lascio a voi la decisione!
Insomma, se è vero che da quella mail sono scaturite tante belle collaborazioni, è anche vero che è nata una delle amicizie più importanti, divertenti, sincere e stracciamaroni della mia vita. Ti voglio bene, Lallì!

Caro blog, se c’è una cosa di cui posso sicuramente ringraziarti, sono le amiche che hai portato nella mia vita, ma anche quelle che mi hai tolto dalle balle… vabbè, magari su quelle c’è più il mio zampino!

Certo, mi hai anche portato la Bacci. Devo dire altro? Vivevo serena e felice e con un cervello intero e ora mi ritrovo a doverlo condividere con una di 103 anni, che nasconde le pillole per la memoria e non si ricorda dove! Una che all’età sua si è messa a fare i video su tiktok ed è pure divertente! Una che ha scoperto la passione per la fotografia e cosa fa? Butta quattro cose su un tavolo e tira fuori capolavori! 
Una che ha urlato per tutto il Passo della Cisa: “Ma guaaaaaaarda lì, pensa che belle foto verrebbero”. 
Bacci, prossima volta parti da sola!

Otto anni mi hanno insegnato molte cose: che la lettura deve rimanere sempre e comunque un piacere, che ricevere un libro è bello ma lo è di più quando ti viene inviato perché si fidano di te, perché ti stimano e non perché hai settordicimila follower su Instagram.
Ho imparato che una lettura obiettiva e una recensione altrettanto obiettiva valgono più di mille spacchettamenti di libri che mai verranno letti.
Ho imparato che i miei lettori, sì proprio voi che in questo momento state leggendo questo mio delirio, sono intelligenti, fedeli e dolcissimi!
Voi che ogni giorno passate di qui, anche solo per un minuto, e siete capaci di capire, attraverso poche righe, chi si nasconda dietro le parole che scrivo!

Durante questi otto anni ho attraversato varie fasi: ci sono stati momenti in cui mi sono ritrovata a leggere quasi solo in funzione di ciò che mi veniva inviato dagli uffici stampa; e sono stati quei momenti a insegnarmi che un libro va letto sempre e comunque per se stessi e quando è il suo momento; ho avuto molte volte la voglia di mollare tutto: i momenti di sconforto, la stanchezza, continuare a chiedersi che senso avesse andare avanti.
Ma, ogni volta, è scattato qualcosa, c’è stata una piccola scintilla che mi ha spinta a continuare: che si trattasse del messaggio di una lettrice che mi ringraziava per averle consigliato un libro o di un calcio nel sedere da parte delle Sciallette, la passione e l’entusiasmo si sono sempre riaccesi.

E siamo arrivati a oggi, con quell’Otto che campeggia sovrano e che mi ricorda che di strada ne ho percorsa tanta e tanta vorrei ancora percorrerne, ma in maniera forse un po’ diversa: più libera, più consapevole, più allegra, più leggera. 
Perché gli anni aumentano, ma la cretinaggine rimane immutata!

E allora grazie a voi che ogni giorno siete qui! A voi che mi scrivete, che mi chiedete consiglio, che vi fidate di me, ma anche a voi che, invece, siete silenziosi, che entrate in punta di piedi e altrettanto silenziosamente uscite. 

Grazie a chi c’è stato sin dall’inizio e a chi, invece, è arrivato da poco! A chi mi ha criticata, amata, odiata, compresa, accettata.

Grazie, sempre, soprattutto, per sempre, alle mie Sciallette: ognuna di voi è un pezzetto di cuore, un mattoncino di questa lunga strada lastricata di libri!

22 marzo 2021

Recensione 'Tutto il sole che c'è' di Antonella Boralevi - La nave di Teseo

 


TUTTO IL SOLE CHE C'È || Antonella Boralevi || La nave di Teseo || 18 marzo 2021 || 692 pagine

10 giugno 1940. Mentre l’Italia di Mussolini entra in guerra, nel giardino incantato di una villa in Toscana quattro ragazzi giocano a tennis. La Storia irrompe dentro la loro giovinezza beata e li costringe a prendere in mano la propria vita. La Contessina Ottavia Valiani ha quattordici anni e il sole addosso. La sorella minore, Verdiana, la spia dall’ombra. È timida, bruttina, forse cattiva. Entrambe vivono la condanna insita nell’essere sorelle e anche donne: una è il metro di giudizio dell’altra. Divisa tra invidia e ammirazione, decisa a sfidare il legame speciale tra Ottavia e il padre, Verdiana azzarda l’imprevedibile. I Valiani non sono una famiglia come le altre. Un padre affascinante e traditore, conte, chirurgo e Podestà di San Miniato. Una madre remissiva ma capace di farsi leonessa. E poi il personale di casa, l’anziana cuoca, la giovane sguattera fiera, la cameriera tedesca. Intorno a loro, fascisti e partigiani, sciantose e contadini, sfollati e nuovi ricchi. Un affresco di destini e di emozioni dove le menzogne diventano verità e le verità bugie, tra ricevimenti e parate fasciste, balli sfrenati e imboscate, palazzi e casolari. In un brulicare di passioni proibite, ostilità segrete, tenerezza struggente, generosità e rancore, su cui sfolgora il fascino misterioso del bel Ranieri, l’amore di Ottavia. Mentre la Grande Storia compie il suo corso, le anime scure si fanno limpide e gli uomini sbagliati diventano giusti. L’autrice scava nell’animo dei personaggi e nel nostro. Rovescia di continuo situazioni e caratteri, come fa la vita. E ci rivela il segreto splendente per ripararsi il cuore.

11 marzo 2021

Recensione 'Il ladro di giorni' di Guido Lombardi - Feltrinelli

 


IL LADRO DI GIORNI || Guido Lombardi || Feltrinelli || 4 aprile 2019 || 286 pagine

Salvo, undici anni, barese, detesta molte cose. Quando ti fai male e i grandi ti dicono "tranquillo, non ti sei fatto niente", ma ti fanno fare la puntura per l'antitetanica. Quando scrivi un bel tema e non fai neanche in tempo a esserne contento perché la maestra lo legge davanti a tutta la classe e ti vergogni. E soprattutto quando ti parlano come se fossi un bambino, scandendo le parole, come se tu non le conoscessi già tutte, anche quelle volgari. Come fa suo padre, Vincenzo. Salvo non lo vede da sette anni, da quando cioè due uomini lo hanno portato via, in una scuola speciale dove però alla fine delle lezioni non lo lasciavano mai tornare a casa. Ora Vincenzo è uscito di prigione, ha raggiunto Salvo dagli zii a Udine e vuole che il figlio l'accompagni fino a Bari, dove ha una missione da compiere. Quattro giorni: un tempo enorme per Salvo, che non vuole partire con quell'uomo pieno di strani tatuaggi che fa cose di nascosto, come se avesse un segreto. Ma anche un'occasione per padre e figlio di tornare a conoscersi e a parlarsi. Un viaggio on the road verso il Sud Italia, scandito da incontri in autogrill, lezioni di vita e ricordi di un'infanzia ancora candida e piena di domande, prima che arrivi il misterioso "ladro di giorni".