Torino, 1987. Vincenzo, per gli amici Vince, aspirante paninaro e aspirante diciassettenne, ĆØ innamorato di Caterina, detta Cate, la sua compagna di banco di terza liceo, che invece si innamora di tutti tranne che di lui. Senza rendersene conto, lei lo fa soffrire chiedendogli di continuo consigli amorosi sotto gli occhi perplessi di Spagna, la dark della scuola, capelli neri e lingua pungente. In classe Vince, Cate e Spagna vengono chiamati "Tre cuori in affitto", come il terzetto inseparabile della loro sit-com preferita. L'equilibrio di questo allegro trio viene stravolto, in pieno anno scolastico, dall'arrivo di Romeo Fioravanti, bello, viziato e un po' arrogante, che ĆØ stato giĆ bocciato un anno e rischia di perderne un altro. Romeo sta per compiere diciotto anni, incarna il clichĆ© degli anni Ottanta e crede di sapere tutto solo perchĆ© ĆØ di buona famiglia. Ma Vince e Cate, senza volerlo, metteranno in discussione le sue certezze. A vigilare su di loro ci sarĆ sempre Betty Bottone, l'appassionata insegnante di italiano, che li sgrida in francese e fa esercizi di danza moderna mentre spiega Dante. Anche lei cadrĆ nella trappola dell'adolescenza e inizierĆ un viaggio per il quale nessuno ti prepara mai abbastanza: quello dell'amore imprevisto, che fa battere il cuore anche quando "non dovrebbe". In un liceo statale dove si incontrano i ricchi della collina e i meno privilegiati della periferia torinese, Vince, Cate, Romeo e Spagna partiranno per un viaggio alla scoperta di se stessi senza avere a disposizione un computer o uno smartphone che gli indichi la via, chiedendo, andando a sbattere, scrivendosi bigliettini e pregando un telefono fisso perchĆ© suoni quando sono a casa. E, soprattutto, capendo quanto sia importante non avere paura delle proprie debolezze.
Titolo: Nessuno ĆØ come noi
Autore: Luca Bianchini
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 10 gennaio 2017
Pagine: 252
Trama: 3 Personaggi: 2 Stile: 3 Copertina: 4
Quando ti trovi tra le mani il nuovo romanzo di uno scrittore che hai molto amato, ti prende sempre un po' di paura: sarĆ all'altezza dei suoi precedenti? Mi deluderĆ ? RiuscirĆ a sorprendermi?
Nel mio caso, leggere questo nuovo lavoro di Luca Bianchini era un po' la prova del nove.
Dopo averlo scoperto (ed amato alla follia con Io che amo solo te), dopo aver recuperato tutti i suoi romanzi precedenti e, soprattutto, dopo l'immensa delusione di Dimmi che credi al destino, quest'ultimo suo lavoro ĆØ stato lo spartiacque per capire se Bianchini rimarrĆ uno dei miei autori preferiti o se, per noi, sia arrivato il momento di salutarci senza rancore!
La lettura di questo romanzo ĆØ stata scandita per quanto mi riguarda, da un tam tam di messaggi di gente in attesa di conoscere il mio parere. La domanda che sentivo sussurrare sottobanco era sempre quella: "La Libridinosa ucciderĆ Bianchini anche stavolta?"
Ebbene no! Bianchini esce indenne dalla mia perfida penna. Indenne ma non glorioso, sia chiaro! Diciamo che il potenziale c'ĆØ, ciĆ² che manca ĆØ il guizzo.
Siamo nel 1987, in un liceo torinese e i protagonisti sono sono quattro adolescenti: Cate, Vince, Spagna e Romeo. Ognuno con la propria storia alle spalle, riescono a formare un affiatato quartetto nonostante le differenze che li separino.
La sensazione iniziale, per me che negli anni Ottanta ci sono cresciuta, ĆØ stata quella di guardare uno degli episodi de I ragazzi della 3° C (se non sapete di cosa sto parlando, sappiate che avete avuto una brutta infanzia!).
L'ambientazione ĆØ quella, la classe ĆØ formata da vari prototipi di umanitĆ (i paninari, i dark, le secchione, le belle, ecc.) e le vite dei protagonisti si intrecciano a quelle dei vari insegnanti dando il via a varie "scenette" da telefilm.
Proseguendo nella lettura, la sensazione 3° C ĆØ sfociata in uno dei peggiori ricordi della mia adolescenza: le lettere al "CioĆØ" (ma esiste ancora il "CioĆØ"?). Per una buona cinquantina di pagine, Bianchini infarcisce il romanzo di prime esperienze e dubbi degni delle migliori lettere anni Ottanta pubblicate dal tanto amato settimanale!
Insomma, arrivata a metĆ lettura le mie aspettative si erano notevolmente abbassate, quindi ho messo a riposo il neurone e ho proseguito con minori attese. E lƬ, lo ammetto, ho cominciato ad apprezzare questa storia. Che ĆØ semplice, fatta di amicizia e buoni sentimenti, una storia che strappa piĆ¹ di un sorriso. Una storia in cui i luoghi comuni non mancano (anche stavolta, sƬ!). Ma tutto finisce lƬ.
Manca quel guizzo, quel colpo di genio, quella scintilla che avevano fatto di Io che amo solo te (e del suo seguito) un successo, un'icona della narrativa contemporanea.
Pare quasi, leggendo gli ultimi due romanzi di Bianchini, che la storia di Ninella e Don MimƬ, sia stata un po' il suo canto del cigno.
Per quanto riguarda, invece, quest'ultimo libro, mi sorge il dubbio su quale possa essere il suo target di lettori. Sicuramente per chi ĆØ cresciuto negli anni Ottanta ĆØ un piacevole tuffo nel passato; ma chi ĆØ cresciuto in quegli anni, oggi ha davvero voglia di leggere la storia di quattro adolescenti pieni di patemi amorosi?
E viceversa, gli adolescenti di oggi sarebbero in grado di empatizzare con una generazione che usava le cabine telefoniche per comunicare, girava in sella ad un CIAO e la cui massima aspirazione erano le felpe della Best Company?
questo ĆØ uno di quei romanzi che non saprei proprio a chi consigliare. Ma, in fondo, lo consiglierei?
Diciamo che questa volta di Bianchini potrei dire, giusto per rimanere attinente all'ambientazione scolastica, che ĆØ intelligente, ma non si applica!
La storia in sĆ© raggiunge una sufficienza risicata, data piĆ¹ come premio al tentativo che non a ciĆ² che rimane dopo la lettura.
Che poi, anche questa volta Bianchini venderĆ centinaia di migliaia di copie, ĆØ una cosa indubbia: la sua firma su un libro ĆØ ormai sinonimo di vendita assicurata. Peccato che ai miei occhi questa cosa sia paragonabile a ciĆ² che accade con i libri di Fabio Volo: un nome che fa vendere. Punto.
Nel mio caso, leggere questo nuovo lavoro di Luca Bianchini era un po' la prova del nove.
Dopo averlo scoperto (ed amato alla follia con Io che amo solo te), dopo aver recuperato tutti i suoi romanzi precedenti e, soprattutto, dopo l'immensa delusione di Dimmi che credi al destino, quest'ultimo suo lavoro ĆØ stato lo spartiacque per capire se Bianchini rimarrĆ uno dei miei autori preferiti o se, per noi, sia arrivato il momento di salutarci senza rancore!
La lettura di questo romanzo ĆØ stata scandita per quanto mi riguarda, da un tam tam di messaggi di gente in attesa di conoscere il mio parere. La domanda che sentivo sussurrare sottobanco era sempre quella: "La Libridinosa ucciderĆ Bianchini anche stavolta?"
Ebbene no! Bianchini esce indenne dalla mia perfida penna. Indenne ma non glorioso, sia chiaro! Diciamo che il potenziale c'ĆØ, ciĆ² che manca ĆØ il guizzo.
Siamo nel 1987, in un liceo torinese e i protagonisti sono sono quattro adolescenti: Cate, Vince, Spagna e Romeo. Ognuno con la propria storia alle spalle, riescono a formare un affiatato quartetto nonostante le differenze che li separino.
La sensazione iniziale, per me che negli anni Ottanta ci sono cresciuta, ĆØ stata quella di guardare uno degli episodi de I ragazzi della 3° C (se non sapete di cosa sto parlando, sappiate che avete avuto una brutta infanzia!).
L'ambientazione ĆØ quella, la classe ĆØ formata da vari prototipi di umanitĆ (i paninari, i dark, le secchione, le belle, ecc.) e le vite dei protagonisti si intrecciano a quelle dei vari insegnanti dando il via a varie "scenette" da telefilm.
Proseguendo nella lettura, la sensazione 3° C ĆØ sfociata in uno dei peggiori ricordi della mia adolescenza: le lettere al "CioĆØ" (ma esiste ancora il "CioĆØ"?). Per una buona cinquantina di pagine, Bianchini infarcisce il romanzo di prime esperienze e dubbi degni delle migliori lettere anni Ottanta pubblicate dal tanto amato settimanale!
Insomma, arrivata a metĆ lettura le mie aspettative si erano notevolmente abbassate, quindi ho messo a riposo il neurone e ho proseguito con minori attese. E lƬ, lo ammetto, ho cominciato ad apprezzare questa storia. Che ĆØ semplice, fatta di amicizia e buoni sentimenti, una storia che strappa piĆ¹ di un sorriso. Una storia in cui i luoghi comuni non mancano (anche stavolta, sƬ!). Ma tutto finisce lƬ.
Manca quel guizzo, quel colpo di genio, quella scintilla che avevano fatto di Io che amo solo te (e del suo seguito) un successo, un'icona della narrativa contemporanea.
Pare quasi, leggendo gli ultimi due romanzi di Bianchini, che la storia di Ninella e Don MimƬ, sia stata un po' il suo canto del cigno.
Per quanto riguarda, invece, quest'ultimo libro, mi sorge il dubbio su quale possa essere il suo target di lettori. Sicuramente per chi ĆØ cresciuto negli anni Ottanta ĆØ un piacevole tuffo nel passato; ma chi ĆØ cresciuto in quegli anni, oggi ha davvero voglia di leggere la storia di quattro adolescenti pieni di patemi amorosi?
E viceversa, gli adolescenti di oggi sarebbero in grado di empatizzare con una generazione che usava le cabine telefoniche per comunicare, girava in sella ad un CIAO e la cui massima aspirazione erano le felpe della Best Company?
questo ĆØ uno di quei romanzi che non saprei proprio a chi consigliare. Ma, in fondo, lo consiglierei?
Diciamo che questa volta di Bianchini potrei dire, giusto per rimanere attinente all'ambientazione scolastica, che ĆØ intelligente, ma non si applica!
La storia in sĆ© raggiunge una sufficienza risicata, data piĆ¹ come premio al tentativo che non a ciĆ² che rimane dopo la lettura.
Che poi, anche questa volta Bianchini venderĆ centinaia di migliaia di copie, ĆØ una cosa indubbia: la sua firma su un libro ĆØ ormai sinonimo di vendita assicurata. Peccato che ai miei occhi questa cosa sia paragonabile a ciĆ² che accade con i libri di Fabio Volo: un nome che fa vendere. Punto.
Ok Laura, io ero tra le curiose di sapere come l'avresti trovato per decidere se leggerlo o no... ebbene, mi sa che stavolta passo! grazie :-)
RispondiEliminaOh figurati, Nadia! Ć sempre un piacere...magari non diciamolo a lui ;)
EliminaUhm, non leggo molto entusiasmo. ProverĆ² a leggerlo, consapevole che il Bianchini che ci conquistato ĆØ altra cosa....
RispondiEliminaBen altra cosa, direi!
EliminaNonostante Bianchini non mi piaccia - ho letto Io che amo solo te e l'ho trovato troppo pieno di clichĆ© a fin di bene; nel senso: "siete terroni, perĆ² cariiini" -, anch'io ero curiosissimo di sapere la tua, da quando ho visto il libro fotografato su Instragram. Felice che, in parte, ti sia piaciuto. In caso di ripensamenti tra me e Luca, perĆ², magari partirĆ² da altro. :)
RispondiEliminaParti assolutamente da altro! Vero ĆØ che anche "Io che amo solo te" era pieno di clichĆ©, ma quantomeno faceva ridere e aveva dietro una storia che lasciava qualcosa. Qui non c'ĆØ manco quella.
EliminaSƬ, concordo. I protagonisti - soprattutto gli anziani - li ricordo ancora. Purtroppo, poi ho incrociato il film e gli articoli di gossip di Bianchini. :-P
EliminaAnch'io aspettavo con curiositĆ la tua recensione ma piĆ¹ che altro per godermi le tue parole perchĆ© ,giĆ dalla trama, avevo capito che non avrei letto questo libro. Zero voglia di tornare a quel periodo che la mia timidezza ed io non abbiamo vissuto per niente bene.. Ciao da Sabrina
RispondiEliminaQuanto ho amato Io che amo solo te?
RispondiEliminaTanto!
E poi ĆØ arrivato Dimmi che credi al destino e..puff! Mi sono chiesta che fine abbia fatto quel Bianchini!
Per questo sono un po' tentennante se leggere questo libro o meno e leggendo la tua recensione resto ancora un po' cosƬ :/ magari piĆ¹ in lĆ !
E sƬ, mi sembra che il CioĆØ esisista ancora :p
Uh oggi vado a comprare il CioĆØ! Se l'edicolante mi dice che non esiste, le dico che ĆØ colpa tua! Comunque se hai voglia di leggere lasciando in ferie il neurone, questo libro ĆØ adatto!
EliminaSicuramente non sono un'esperta di libri, sono giovane e a me la lettura non appassiona piĆ¹ di tanto perĆ² questo libro mi ha fatto ricredere. Ć esattamente quello che succede in un liceo con tutte le sfaccettature e le bellezze che puĆ² comportare questo posto... quindi io consiglierei la lettura di questo fantastico romanzo
EliminaSicuramente non sono un'esperta di libri, sono giovane e a me la lettura non appassiona piĆ¹ di tanto perĆ² questo libro mi ha fatto ricredere. Racconta esattamente quello che succede in un liceo con tutte le sfaccettature e le bellezze che puĆ² comportare questo posto... quindi io consiglierei la lettura di questo romanzo. Ć leggero, scorrevole e soprattutto piacevole
EliminaNon mi aspetto certo alta letteratura da Bianchini! PerĆ² neanche una stroncatura cosƬ decisa...
RispondiEliminaPeccato.
Se ti sembra decisa questa, non hai letto la recensione del romanzo precedente!!
EliminaLeggerĆ² questo libro, con calma, senza troppe aspettative.
RispondiEliminaSono di quelli che ha amato il Bianchini cinico di Instant Love ed ĆØ rimasto deluso dai clichĆ© di Io che amo solo te, affascinata dalle atmosfere british di Non dirmi che credi al destino.
Era "Dimmi che credi al destino". Certo, se ti ĆØ piaciuto quello, con questo farai faville!
EliminaAspettavo la tua recensione ma piĆ¹ che altro per godermi le tue parole, perchĆØ comunque il libro non mi attirava giĆ dalla trama. Zero voglia di tornare col pensiero a quel periodo che, la mia timidezza ed io, non abbiamo vissuto per niente bene.
RispondiEliminaAllora passa oltre, che non ti perdi nulla di fondamentale per la tua vita da lettrice!
Eliminatutto quello che hai citato degli anni '80 io so! E mi sembra tanto Raf quando cantava Cosa resterĆ ... Detto questo forse rientro in quelli che le paturnie amorose e adolescenziali le leggo volentieri, anche se la forzata malinconia del passato a volte mi sta stretta. Lo leggerĆ².
RispondiEliminaVolevo solo dirti che ti sei di nuovo superata nella recensione, io adoro!
No no, niente malinconia, stalker del mio cuore!
EliminaCiao, di Bianchini ho letto solo "Io che amo solo te" e, anche se sono una voce fuori dal coro, devo ammettere che non mi ĆØ piaciuto molto. Questo romanzo mi sembra piacevole perchĆØ amo gli anni '80 e quello stile di vita (anche se non l'ho vissuto perchĆØ sono nata nell'89) perĆ² dall'altra temo di rimanere ancora delusa, quindi non so... ci penserĆ² ;-)
RispondiEliminaAmi gli anni Ottanta proprio perchƩ non li hai vissuti! Prova ad usare una giacca con le spalline e li odierai anche tu!
EliminaGrazie mille per questa recensione!
RispondiEliminaMi piace molto come scrivi!
Per adesso non lo leggerĆ²!
Un bacio!
NUOVO POST sul mio blog! Passa da me se ti va!
http://lamammadisophia2016.blogspot.it
Ciao! Grazie per i complimenti!
EliminaEcco giĆ leggendo la sinossi vedevo la sceneggiatura di "Notte prima degli esami" che come ritorno agli anni '80 era stato piĆ¹ che sufficiente. Riconosco che sono stati anni meravigliosi per chi (come me) li ha vissuti ma sinceramente vorrei leggere altro. Una recensione bella e sentita che, putroppo per Bianchini, seguirĆ² come un dogma. Quindi saluto caramente gli anni 80, di cui ho un bellissimo ricordo, e ti ringrazio per il consiglio o "sconsiglio" che dir si voglia : ).
RispondiEliminaA Bianchini continuiamo a non dir nulla e speriamo non passi di qui!
EliminaMmmmh... Credo che lo leggerĆ² ma, dopo questa recensione e le varie disquisizioni private, lo farĆ² con moooolta calma ;)
RispondiEliminaTanto non scappa!
Ciao! Sia io che mia sorella abbiamo finito da poco questo libro...
RispondiEliminaIo, che ho 19 anni, l'ho trovato carino, ma, come hai scritto anche tu, privo di un "guizzo", privo della capacitĆ di farmi sprofondare tra le pagine, non ĆØ riuscito a farmi innamorare della storia.
Mentre mia sorella, che ha 15 anni, l'ha apprezzato di piĆ¹: ha trovato comunque alcuni difetti (troppo poco approfondite alcune relazioni, come quella tra Romeo e Cate), perĆ² ne ha rimasta molto piĆ¹ colpita...
Per quanto riguarda gli anni 80, siamo entrambe troppo giovani per non rimanere un po' "sorprese" da quel mondo ;))
Vogliamo anche farti i complimenti per il blog: ĆØ stupendo! Possiamo aggiungerti ai nostri blog amici?
Immagino che a voi gli anni 80 creino tanto stupore!! Grazie per i complimenti e mi farĆ molto piacere far parte dei vostri blog amici!
EliminaAvendo deciso di leggere questo romanzo sono venuta a cercare tra le tue recensioni. Bene, sono contenta di leggere che anche te sei rimasta delusa da "Dimmi che credi nel destino" (mi sento meno sola), dalle tue parole vedo perĆ² che questo romanzo "Nessuno come noi" ĆØ salvo per il rotto della cuffia. Ora, perĆ², essendo anche io vissuta negli anni Ottanta (medie e superiori), essendo partita de I ragazzi della 3° C, credo di aver trovato il libro adatto… e poi si vedrĆ ...
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