Recensione IN ANTEPRIMA 'Un albero al contrario' di Elisa Luvarà - Rizzoli

Un gruppo di ragazzini un po’ folli, dolcissimi e intensamente umani. E la loro vita in una casa molto speciale. Quando varca la soglia della comunità, Ginevra ha solo due grossi sacchi neri. Dentro c’è tutta la sua vita di undicenne: giocattoli, vestiti e quaderni accumulati in anni passati tra istituti e famiglie affidatarie, in cerca di un posto da chiamare “casa”. Adesso non sa cosa aspettarsi: e se i bambini e gli educatori fossero cattivi come li immagina nei suoi incubi? O, peggio, se la mandassero via ancora una volta? Per fortuna, quel mondo bizzarro è pronto a stupirla: c’è la signora Tilde, che le prepara grandi tazze di cioccolata calda; c’è Verde, la compagna di stanza, chiamata così perché ha i capelli tinti di color asparago; c’è Bao Kim che non sa parlare bene, ma ha sempre voglia di ridere e giocare. E poi c’è Agape, bello come una creatura marina, che le stringe la mano ogni volta che ne ha bisogno, facendole provare qualcosa di nuovo e speciale. Con loro Ginevra sente di non essere sola: in comunità tutti hanno storie dure alle spalle, ma insieme si fanno coraggio, e quando si ritrovano intorno al tavolo sanno che è a questo, in fondo, che serve una famiglia. Un romanzo toccante e vitale, che insegna a sperare e a non lasciarsi abbattere. Perché anche senza radici si può trovare la forza per crescere.


Titolo: Un albero al contrario
Autore: Elisa Luvarà
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 16 marzo 2017
Pagine: 322

Trama: 4  Personaggi: 4  Stile:  4 


Ho letto questo libro volgendo spesso lo sguardo verso mio figlio, un ragazzino di dodici anni appena compiuti, un soffio più grande di Ginevra, la protagonista di questa storia.
Il mio primo abbraccio degno di questo nome era arrivato solo ora, ora che avevo 11 anni.
Ho guardato mio figlio, la sua camera incasinata, le sue giornate scanzonate, le partite a pallone con gli amici e ho visto la serenità di un ragazzino cresciuto in una famiglia normale. 
E, nel frattempo, ho visto la vita di Ginevra scorrere, pagina dopo pagina, attraverso le parole di Elisa Luvarà e vi ho scorto il dolore, la solitudine, la paura
Il tipo di dolore che stavo vivendo veniva riconosciuto dagli altri bambini come un richiamo
Ho visto Ginevra attraversare la porta di una comunità in cui troverà, assieme alla signora Tilde, un gruppo di ragazzini pieni di dolore e solitudine, proprio come lei.

C'è stato solo un particolare che mi ha disturbata durante la lettura: spesso le emozioni, gli atteggiamenti, le reazioni e le parole di Ginevra mi sono parsi troppo da adulta. I sentimenti che Ginevra manifesta nei confronti di Agape, uno dei suoi compagni, mi sono parsi davvero eccessivi se rapportati ad una bambina di quell'età. 
Ho provato davvero a cercare di rapportarmi con lei, a ripetermi che situazioni strazianti come la sua fanno crescere più in fretta. Ma spesso le parole e i sentimenti mi sono sembrati davvero esagerati se messi in bocca ad una bambina di undici anni appena.

Nonostante ciò, la storia è così delicata e commovente, la scrittura di Elisa così leggera, scorrevole e matura, che non si potrà fare a meno di amare questo romanzo, di coccolare Ginevra, Agape e tutti i loro compagni, di aver voglia di rifugiarsi tra le braccia della signora Tilde e mangiare le meringhe con lei! 

La Libridinosa

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16 commenti:

  1. Un libro che vola dritto dritto nella lista dei libri da leggere! :)
    L'unico problema è che ho bisogno di più tempo!

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  2. Io ho deciso che devo ridurre drasticamente le ore di sonno per dare più spazio alla lettura...iiiiiin liiista! Anche questo

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  3. Ti dico la verità, questa volta non sono proprio convinta...Magari aspetto eh! :)

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  4. io quando si parla di ragazzini dell'età delle mie figlie vado in crisi sul serio. non so mai se sarò capace di affrontarne la lettura. anche io come anna credo di aspettare un po'.

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  5. Molto bella questa storia! Aggiunta alla lista dei desideri :)

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  6. Un'altra storia che sembra toccare profondamente

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  7. Bellissima recensione, Laura. Me l'ero persa nei viavai.
    Metto in lista. :)

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  8. Un libro intriso di dolore e di follia,di poesia e miseria,di forza e di debolezza,di tragedia e comicita', di tanta tenerezza e amore,quello vero che a volte ferisce ma ti rende vivo e libero.Un libro bellissimo scritto con una delicatezza capace di rendere meno pesanti anche le situazioni piu' tragiche.Brava Elisa

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