Titolo: 83500 || Autore: Michela Monti || Editore: Triskell
Data di pubblicazione: 15 febbraio 2018 || Pagine: 326
ReBurning Prison, carcere di massima sicurezza, anno 2020 circa. Melice Redding è una condannata a morte, ma non ricorda il perché. La causa dell'amnesia è la separazione da sua figlia appena partorita e per questo Mel entra in stato di shock. Grazie a Gabriel uscirà dalla catatonia e, sempre grazie a lui, avrà la possibilità di tornare indietro, prima che il crimine per cui è condannata venga commesso. Melice viaggia nel tempo per rivivere il suo passato senza nessun ricordo dell'arresto, senza condizionamenti. Tutto procede regolarmente, fino alla notte di Halloween.
Il modo in cui noi lettori ci approcciamo a un libro cambia da persona a persona.
Io sono una di quelle lettrici che, ahimè, si lascia affascinare dalle copertine. Se è vero che l'abito non fa il monaco, è altrettanto vero che davanti ad una copertina ben studiata, lo sguardo si sofferma più a lungo. Ad una belle veste deve poi, ovviamente, seguire una sinossi affascinante! A tutto ciò, si aggiunge il requisito fondamentale: il libro deve rientrare in uno dei generi letterari che prediligo!
E se frequentate questo posto da un po' di tempo e mi conoscete, saprete benissimo che tra i generi da cui rifuggo, oltre al romance (vade retro, Satana!) e al fantasy (no, Harry Potter rientra nei classici, non fate quella faccia!), c'è anche il distopico.
Sono una di quelle persone che, quando legge, vuol ritrovare il proprio mondo, pezzi di sé, realtà pura.
E allora, cosa ci fa un romanzo come 83500 su questo blog?
Chiedetelo alla sua autrice! Michela Monti, che ho avuto il piacere di incontrare e conoscere (e con cui ho rimediato subito la mia immancabile figura di merda quotidiana!) al Festival InChiostro di Crema, è una di quelle persone con cui mi sono trovata immediatamente a chiacchierare come se ci conoscessimo da sempre!
Abbiamo trascorso un tempo indefinito a ridere e scherzare come due cretine (che poi è quello che siamo nella realtà!) e la voglia di scoprire cosa scriva una persona così solare e minchiona, è diventata irrefrenabile!
Quindi, grazie al suo graditissimo regalo, ecco che, per la prima volta in sei anni, su questo blog troverete la recensione di un romanzo distopico e per la prima volta da che ho imparato a leggere, un distopico è approdato tra le mie mani!
E com'è andata? Come potrete intuire dal voto, 83500 mi è piaciuto! Ho faticato, lo ammetto, perché, comunque, mi sono approcciata ad un genere che non mi appartiene e non mi affascina.
Ma Michela Monti ha una scrittura in grado di affascinare e conquistare anche chi, come me, non è abituata a questo tipo di letture.
ReBurning Prison. Zona Nera. Melice è la detenuta 83500. Melice è condannata a morte, ma non sa perché. La sua memoria è sparita, annullata, il vuoto le abita la mente.
Avevano dovuto dirmi il mio nome, la mia età, il mio compleanno. Avevano dovuto dirmi tutto. Ma una cosa la ricordavo, una sola. Sadie. La mia Sadie.
Sadie, la sua bambina, è l'unica cosa che Melice ricorda chiaramente.
Il romanzo ci porta immediatamente nella vita di Melice nel 2020, nella cella in cui vive, sotto la stretta sorveglianza di Gab, un cyborg, un guardiano di anime.
Vivremo sin da subito, la quotidianità di Melice all'interno della ReBurning Prison, sino al momento in cui le sarà concessa la possibilità di tornare indietro per cercare di cambiare quel momento che l'ha condotta dove si trova adesso e, soprattutto, cercare di salvarsi la vita.
Sì, a Melice verrà data una seconda opportunità. Riuscirà a coglierla?
Non essendo il distopico, come detto, un genere che leggo abitualmente, quello che posso dirvi è che, nonostante la fatica che posso aver fatto nel cercare di farmi andare bene un abito che mi sta sicuramente stretto, la scrittura di Michela, fluida, empatica e con una buona dose di ironia, mi ha aiutata non poco!
Ho certamente trovato molto più congeniali le parti ambientate nel passato, quelle in cui una Melice ragazza si muove in un mondo che mi appartiene e che sento mio.
C'è anche da dire, però, che le parti del romanzo ambientate nel futuro non si discostano molto, come ambientazione, da quello che è il nostro mondo attuale.
Se questo può aver favorito me, mi domando se, invece, non possa essere una pecca per chi ama i distopici proprio per i loro mondi totalmente diversi dal nostro.
Se ho follemente amato il finale, che ha un impatto emotivo davvero forte sul lettore, ammetto invece di aver faticato con i primi capitoli di questo romanzo, che sono quasi totalmente incentrati su un continuo scambio di battute tra Melice e Gab: benché questa scelta da parte dell'autrice ci porti ad avere un'idea chiara del rapporto che intercorre tra i due, è anche vero che non è semplice riuscire a capire il filone della trama.
Fortunatamente, tutto ciò si risolve dopo poche pagine, quando ci verranno dati tutti gli elementi utili a capire dove ci troviamo e per quale motivo siamo lì.
Per essere stata la mia prima esperienza con il distopico, devo ammettere di non essermi sentita molto a disagio. È un'esperienza che ripeterò? Sicuramente no! Leggere il romanzo di Michela è stato divertente, piacevole e appagante, ma, se ancora ne avessi avuto bisogno alla mia veneranda età, ho avuto un'ulteriore conferma del fatto che questo genere non mi appartiene.
Se, a differenza mia, lo amate o se, invece, vi piace ma solo a piccole dosi, vi consiglio sicuramente di leggere 83500.
E se vi capitasse di incontrare in giro la sua deliziosa autrice, chiedetele consigli sui gatti fateci due chiacchiere: ne vale davvero la pena!
concordo su copertina e trama.
RispondiEliminaDi Michela io devo leggere il secondo. Penso proprio che me lo porterò in vacanza.