Titolo: Quello che non siamo diventati || Autore: Tommaso Fusari || Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 9 luglio 2019 || Pagine: 264
«Andrà tutto bene, Michael.» «E come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?» «Non prevedo il futuro, ma siamo insieme, no?» Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte. «E se andasse tutto male?» «Be', restiamo insieme.» «Sempre?» «Per tutta la vita.» Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella, Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei, due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo, la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio, però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa, agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal cuore dell'altra. Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese, distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi.
Questa è la storia di un ragazzo romano che nella vita fa il commesso.
Questa è la storia di quello stesso ragazzo che, un giorno di tre anni fa, ricevette una telefonata che gli ha un po’ cambiato la vita.
Questa è la storia di un ragazzo con l’anima bella e il sorriso timido; un ragazzo che, col suo primo romanzo, è riuscito a far piangere migliaia di lettori italiani.
Questa è la storia di un ragazzo che torna in libreria, due anni dopo, e lo fa con una nuova storia, nuovi personaggi, ma con la stessa capacità di far piangere!
Tommaso Fusari è tornato, siete pronti? Fate scorta di fazzoletti, staccate i telefoni e i citofoni; chiudete fuori dalla porta mariti, figli, genitori e amici, procuratevi del cibo (tanto cibo, cibo consolatorio!) e immergetevi tra le pagine di Quello che non siamo diventati.
La prima cosa che noterete in questo romanzo è la malinconia persistente che percorre ogni pagina. Sin dalla prima riga, sentirete un dolore dolce fare da sottofondo alla lettura.
In punta di piedi, senza farsi notare, Tommaso ci accompagna tra le strade di Roma, della sua Roma, e nella vita di Michael e Sara, due fratelli, oggi adulti, soli, distanti
Un rapporto non è definito dall’etichetta che gli viene data. I rapporti muoiono quando non vengono più curati.La storia di Michael e Sara è una di quelle storie che appartengono, anche solo per un dettaglio, ad ognuno di noi.
Dietro gli sguardi di questi due ragazzi, che trascorrono la loro vita sotto lo stesso lo tetto, ma le cui esistenze viaggiano su binari diversi, si nasconde un dolore lacerante e irrisolto.
Michael e Sara si sono perduti; sono passati dall’essere quasi un’unica cosa, al trasformarsi in due entità completamente diverse, due esseri che si sfiorano in silenzio, quasi avessero paura di guardarsi negli occhi, quasi temessero che una parola in più possa far crollare quel fragile equilibrio sul quale si sono assestate le loro vite.
Quanto è assordante il silenzio tra due cuori, quando cominciano a urlarsi addosso?
Ho letto questo romanzo con l’ansia come compagna! Ansia perché ho amato talmente tanto il primo romanzo di Tommaso, che non avrei retto davanti a una delusione; ansia perché più volte Tommaso mi aveva accennato al fatto che questa storia sarebbe stata completamente diversa da quella di Stefano e Alice; ansia perché mentre io leggevo, lui stava a casa con l’ansia!
È vero, Quello che non siamo diventati è un romanzo totalmente diverso dalla prima opera di Fusari. È maturo, completo, adulto, pregno di emozioni, di sensazioni, di profumi e di sapori. Vi farà piangere? Certamente, ma sarà un pianto diverso rispetto a quello che ci avevano suscitato Stefano e Alice; sarà un pianto a volte dolce, a volte doloroso, ma un pianto diluito durante tutta la lettura.
Quello che non siamo diventati è una storia che profuma di spaghetti al pomodoro mangiati sul divano, che attanaglia col silenzio di cose non dette, che ha il colore del cielo di Roma nei tramonti d’estate.
È una corsa in motorino sui sampietrini, con l’afa che soffoca e si attacca alla pelle; è un bagno in mare, di notte, quando a guardarti c’è solo la luna.
È una testa piena di ricci ribelli, uno sguardo triste, un rimpianto, una frase mai detta.
È una birra bevuta in Piazza di Spagna, guardando tua sorella negli occhi, quegli occhi che si sono spenti in una notte di tanti anni fa.
Quello che non siamo diventati è il silenzio di Michael, la paura di Sara, ma è anche Lola, con la sua sfrontatezza, la sua arroganza, la sua ribellione.
Credo che la bravura di uno scrittore risieda proprio nel riuscire a creare dei personaggi negativi, personaggi impossibili da amare, ma che diventano comunque un cardine della storia. Lola è proprio questo: l’ho detestata dalla prima all’ultima riga, è stata la mia nemesi, ho costantemente desiderato che sparisse. Eppure mi sono resa conto, a lettura terminata, che parte del romanzo si reggeva sulle sue spalle!
Tommaso Fusari è un talento della narrativa italiana, uno scrittore in grado di farvi entrare nella vita dei suoi personaggi, di farvi provare le loro emozioni, di farvi battere il cuore. Tommaso costruisce dialoghi degni di un film, talmente vividi che è impossibile non immaginarli nella propria mente.
Se in Tempi duri per i romantici avevamo scoperto un autore bravo, ma forse ancora un po’ grezzo, con Quello che non siamo diventati Tommaso Fusari si conferma uno Scrittore vero.
Se col primo romanzo Fusari aveva in qualche modo provato a far pace con un passato doloroso, con questa storia entra di diritto nel gotha di coloro che sono nati per scrivere.
Un altro autore che ti piace come Lorenzo wowowow
RispondiEliminaNon mi piace fare paragoni, ma, se proprio devo, ti dirò che Fusari mi piace anche di più, perché, oltre che un bravissimo scrittore, è anche un ragazzo pulito, onesto e sincero. Ma visto che non c’è pericolo che tu lo legga, soprassediamo!
EliminaBella recensione. Grazie.
RispondiEliminaNon conosco questo autore, inizierò con questo libro per conoscerlo.
Francesca
Io adesso voglio leggerlo immediatamente. Ho adorato Tempi duri per i romantici e questo nuovo lavoro di Tommaso sembra ancor più promettente.
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