Recensione 'Il romanzo dell'anno' di Giorgio Biferali - La nave di Teseo


Titolo: Il romanzo dell'anno || Autore: Giorgio Biferali || Editore: La nave di Teseo
Data di pubblicazione: 23 maggio 2019 || Pagine: 217

È la notte di capodanno a Roma. Niccolò e Livia litigano per l'ultima volta, si lasciano, lei scappa via in motorino e fa un incidente, scivola sui sampietrini che quella notte sembrano diamanti ed entra in coma. Il nuovo anno comincia così, con Livia distesa a occhi chiusi su un letto d'ospedale e con Niccolò che la va a trovare ogni giorno. Niccolò ha perso entrambi i genitori, vive con Tommaso, il fratello più piccolo, in una casa che confina con quella dei nonni. Lavora per la tv, organizza il palinsesto di un canale dove vanno in onda commedie, serie e sit-com americane. Ma più Niccolò trascorre il suo tempo con Livia, più gli passa la voglia di ridere e di lavorare. Un giorno gli viene un'idea: prende il computer che la madre di Livia ha lasciato in ospedale e decide di scrivere la sua prima lettera d'amore per raccontare alla sua ragazza quello che sente, quello che gli succede attorno, nel loro gruppo di amici o in paesi lontanissimi, insomma, tutto quello che lei si sta perdendo di quell'anno. Tra le notizie di cronaca, i terremoti, le elezioni americane, il referendum sulla Brexit, Niccolò prova a raccontarle la realtà, mentre si accorge che il mondo, che insieme a Livia sembrava un posto così familiare, va avanti anche senza di loro. È vero che nulla accade per caso? Esiste l'effetto farfalla? Ha senso cercare una casa anche se sai che non andrai mai ad abitarci? Ci si può innamorare di una persona che non abbiamo mai visto? L'amore è più forte della paura di morire? Queste sono solo alcune delle domande con cui Niccolò affolla le sue lettere a Livia e soprattutto a se stesso, mentre piano piano scoprirà che scrivere è l'unico modo per salvarsi dalle paure e dai fantasmi, dal timore dei cambiamenti, e che Livia, ancora una volta, sembra l'unica persona in cui cercare tutte le risposte.





Una lettera lunga un anno, un racconto fatto di quotidianità, di piccoli avvenimenti, di gioie grandi e dolori grandissimi. 
Una lettera che pare una lunga dichiarazione d'amore, quella che Niccolò farà a Livia.
Che fai a capodanno?, mi avevano chiesto per giorni, per mesi, per anni. La risposta era lì, davanti ai miei occhi: Io, a capodanno, guardo la mia ragazza che muore, un attimo dopo che ci siamo lasciati.
Livia che è in coma, stesa su quel letto d'ospedale, gli occhi chiusi, le labbra silenziose, coperta solo da un lenzuolo.
Non si sono lasciati bene Livia e Niccolò: hanno litigato, proprio la notte di Capodanno, per un motivo futile, uno di quei battibecchi da innamorati, di quelli che, magari, il giorno dopo neanche  lo ricordi più!
Eppure, adesso Livia è lì, per un incidente banale, banale quasi quanto il litigio con Niccolò.

Non aspettatevi di capire immediatamente cosa sia accaduto o chi siano i protagonisti di questa storia. Preparatevi, piuttosto, ad affrontare un viaggio lungo e introspettivo nella mente e nel cuore di Niccolò.
Un viaggio, quello che Biferali ci fa affrontare, che ci porterà, quasi inconsapevolmente, a fare un'analisi di noi stessi, a porci quelle domande, spesso scomode, che teniamo chiuse in un cassetto, domande a cui abbiamo paura di dare una risposta.

Non aspettatevi un romanzo leggero, perché Giorgio Biferali vi farà credere di avere tra le mani una storia da leggere in poche ore (questo sì, è vero, perché una volta iniziato questo romanzo, non riuscirete più a metterlo giù!) e poi riporre in libreria e, invece, no! Il romanzo dell'anno è una storia intensa, dolce, straziante; una storia che vi entra dentro in punta di piedi e non vi lascia più
Una storia di crescita, di amore, di cambiamento... tutto questo racchiuso in poco più di 200 pagine.
Duecento pagine che non sono, questa volta, solo carta e inchiostro, non sono una sequela di parole che, dopo qualche tempo, non ricorderemo più.
In queste 200 pagine è racchiuso l'amore puro, quello tenero, ma anche l'incertezza, i dubbi, le scelte da fare ogni giorno.

E quando penserete di aver capito tutto, quando guarderete Livia e aspetterete che qualcosa in lei cambi, ecco che Biferali vi farà uno sgambetto... e che sgambetto!

Se questo romanzo mi aveva conquistata sin dalle prime righe, è col finale, spiazzante, scioccante, assolutamente inatteso, che Giorgio Biferali e il suo libro, hanno definitivamente conquistato il mio cuore!
Un finale che mi ha fatta saltare su dalla poltrona e pensare che, per arrivare a scrivere così, per creare una storia così, bisogna possedere una mente geniale!
Un finale (e un romanzo) che, dopo aver fatto di tutto per non cadere da quella poltrona, mi ha portata a consigliare "caldamente" questo libro a tutte le mie amiche (consigliare caldamente, nella mia lingua si traduce in: "Compralo adesso, altrimenti vengo a vivere con te finché non lo compri!").

Il romanzo dell'anno non è solo una bella copertina, non è solo una storia d'amore e di dolore. Il romanzo dell'anno, parafrasando il suo titolo, è uno di quei romanzi che porterete con voi per sempre, uno di quei romanzi che rientrano di diritto tra "i romanzi più belli che abbiate mai letto"!

La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

5 commenti:

  1. Sì sente che è un romanzo che ti ha appassionato molto, forse anche più di Lorenzo Marone.

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    1. Patrizia, scusami, ma tu che problema hai con Marone? Perché io non paragono tutti i libri che leggo ai suoi, il mio metro di giudizio non si basa su ciò che ha scritto Marone; per me ogni libro è una storia a sé stante e può piacermi o non piacermi in maniera assolutamente univoca. Non capisco perché ogni volta tu debba venire a dire che un autore mi piace più di Marone o che un libro mi sia piaciuto più dei suoi. Non riesci a leggere una recensione per quello che è? E cioè un parere, assolutamente personale, sul libro che ho letto? Posso assicurarti che io non dormo con Lorenzo, non vivo con lui e non pago perché i suoi libri vengano pubblicati. È un autore che stimo, mi piacciono i suoi libri, li leggo con piacere, ma la cosa finisce lì.

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  2. Scusa ma non credo di averti offeso dicendo che questo libro ti sia piaciuto di più di quelli di Marone che tu di solito ami più di altri scrittori. Non capisco che ci possa azzeccare il fatto che tu non dorma con lui o viva con lui. Mica ti ho detto questo? Io almeno non lo ho visto da nessuna parte. Siccome i tuoi voti per Marone sono sempre positivissimi ecco che lo ho preso ad esempio ma tranquilla la prossima volta non lo metterò come termine di paragone. Dovessi offenderti di nuovo senza volerlo, non sia mai.

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  3. Per essere formali e stare sul pezzo come da te richiesto dico che la recensione è molto esauriente e credo che il libro sia da leggere.

    P. S. Se ti recano nocumento i commenti di prima puoi cancellarli a tua scelta.

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  4. Non pensavo si trattasse di una lettura così bella. Certamente lo terrò in considerazione ☺️☺️

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