Recensione 'Jane Seymour La Regina più amata' di Alison Weir - Beat
Grazie a lei la vera religione poteva essere ripristinata, e i diritti della Principessa Maria riconosciuti. Inoltre, rimpiazzare un'amante che non aveva nessun diritto di essere regina non era peccato.
Questo, assieme ai sentimenti che iniziò ben presto a provare per Enrico, fece sì che Jane cedesse ben presto al corteggiamento del Re.
Dal canto suo, Enrico si convinse che quella per la Bolena fosse stata solo un'infatuazione amplificata da atti di stregoneria messi in opera dalla stessa donna; e il fatto di non riuscire ad avere (neanche) da lei il bramato erede maschio, non fece che acuire questi suoi pensieri, portandolo, infine, a condannare Anna all'impiccagione e sposare, in tutta fretta, l'amata Jane.
In questo terzo romanzo, ultimo, per altro, in cui dovremmo trovare tutte e tre le prime mogli di Enrico, si respira un'aura di serenità che, ovviamente, era assente nei primi due libri: il rapporto tra Enrico e Jane è fatto di dialogo, confidenze e pace. Emblematica per definire il loro rapporto è una scena descritta dalla Weir in cui i due trascorrono del tempo assieme, lui leggendo un libro, lei ricamando, persi in un silenzio pacificatore frutto dell'intimità spirituale e fisica che li legava. Questo è sicuramente il punto centrale del rapporto tra Enrico e Jane: la serenità.
Se con Caterina abbiano visto un Enrico giovane e appassionato e con Anna un uomo preda della passione, questa volta ci troviamo davanti a un Re che pare aver trovato nella sua sposa un'oasi di pace. Nonostante il suo carattere iroso, Enrico si rasserena quando è accanto a Jane, quasi vedesse in lei quella tranquillità che per lungo tempo pareva aver perduto.
Anche con questo terzo romanzo, Alison Weir compie un lavoro di ricostruzione storica e ambientale di rara precisione e bellezza. Come già detto per i due libri precedenti, l'autrice possiede il raro dono di ammaliare il lettore pur raccontando fatti ai più conosciuti.
Se la storia dei Tudor e delle sei mogli di Enrico VIII ha un suo fascino innato, il modo in cui la Weir ci racconta queste donne, i loro sentimenti e un'intera epoca, non trovano eguali nel panorama del romanzo storico. L'autrice riesce a esulare dal saggio, pur limitando al minimo indispensabile la "romanzatura" dei suoi racconti.
E anche questa volta, giunta all'ultima riga di questo libro, è sorto prepotente in me il desiderio di proseguire immediatamente la lettura col prossimo romanzo della serie!
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