Recensione 'Gelo per i bastardi di Pizzofalcone' di Maurizio de Giovanni - Einaudi


Titolo: Gelo per i bastardi di Pizzofalcone || Autore: Maurizio de Giovanni || Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 25 novembre 2014 || Pagine: 320

In un misero appartamento vengono trovati i cadaveri di un giovane ricercatore e di sua sorella. Le indagini, affidate a Lojacono e Di Nardo, si presentano subito molto difficili, perchĆ© sembra impossibile individuare un movente per il delitto. Ma il tempo stringe: opinione pubblica e autoritĆ  premono, e qualcuno, in alto, non aspetta che un fallimento per sciogliere la squadra investigativa piĆ¹ chiacchierata della cittĆ . Ancora una volta, insieme, i Bastardi dovranno dimostrare di essere piĆ¹ forti dei loro nemici, piĆ¹ forti anche del vento di tramontana che schiaffeggia le strade insinuando il gelo ovunque, anche nei cuori.



La lettura di questo quarto romanzo incentrato sui Bastardi di Pizzofalcone si ĆØ rivelata, per me, piĆ¹ faticosa del previsto.
Dopo l'entusiasmo che mi aveva accompagnata durante i primi tre libri, con Gelo mi sono resa conto, sin dalle prime pagine, che il coinvolgimento era minore.
Ho continuato a leggere, ovviamente, cercando di capire quale fosse la nota stonata; per concludere che, forse, stavolta era un po' sbagliata tutta la "canzone".

CiĆ² che non delude ĆØ, ovviamente, lo stile di de Giovanni. Il resto, invece, appare piĆ¹ come una storia messa assieme forzosamente.

Innanzitutto, il giallo. Devo capire se, a forza di leggerne tanti, io possa aspirare al ruolo di detective o se, invece, ĆØ proprio fragile ciĆ² che ci viene narrato.

Due giovani ragazzi calabresi, fratello e sorella, vengono barbaramente uccisi nell'appartamento in cui vivono.
Sin dalle prime pagine, come sua abitudine, l'autore cerca di sviare i nostri sospetti sul presunto colpevole. Purtroppo, io avevo capito giĆ  tutto ben prima della metĆ  del libro.
Le due vittime rimangono, allo sguardo del lettore, poco piĆ¹ che una "scusa" per imbastire un giallo.
Di loro molto poco ci viene raccontato, se non che il ragazzo era uno studioso e la sorella era molto bella. Molto molto bella. Bellissima. Questa cosa viene ripetuta talmente tante volte che pare essere l'unica caratteristica che la contraddistingue.
CiĆ² che manca, quindi, ĆØ la pena che il lettore dovrebbe provare nei confronti delle vittime, quella sorta di dolore che solo una conoscenza piĆ¹ approfondita avrebbe portato.

Parallelamente al giallo principale, de Giovanni imbastisce una breve storia parallela che vede protagonista una tredicenne un po' troppo "ambiziosa" e un presunto pedofilo.
Storia che, perĆ², si sgonfia come un palloncino dopo pochissime pagine, tanto da indurre a chiedersi per quale motivo sia stata inserita nel romanzo.

Ma la parte che piĆ¹ mi ha lasciata perplessa ĆØ stata quella che riguarda i componenti della squadra.
Deficita, in questo quarto volume, l'evoluzione dei personaggi.
Trattandosi di romanzi in serie, ciĆ² che ci si aspetterebbe di trovare ĆØ una maturazione dei vari protagonisti, uno sviluppo delle loro storie personali.
Ho dovuto aspettare piĆ¹ di metĆ  libro perchĆ© qualcosa si muovesse nelle vite di Lojacono e dei suoi compagni di avventura. E nonostante la lunga attesa, la ricompensa ĆØ stata comunque scarna: pochi sono gli avvenimenti personali che ci vengono narrati e, anche quei pochi, sono appena accennati, quasi tronchi.
La sensazione che permane ĆØ che l'autore usi questa "astuzia" per avere una motivazione in piĆ¹ nel proseguire con la stesura della serie.

Non sono contraria ai libri in serie, ne leggo tanti; ma credo che un autore debba capire quando ĆØ il caso di fermarsi.
E credo, soprattutto, che ciĆ² che stimoli il lettore nel proseguire la lettura siano quei personaggi in grado di farsi amare, di crescere libro dopo libro.
CiĆ² che dovrebbe rimanere, al termine di letture di questo tipo, dovrebbe essere il desiderio spasmodico di leggere, immediatamente, il romanzo successivo.
Questa volta, purtroppo, il mio desiderio si ĆØ affievolito.



La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

4 commenti:

  1. Secondo me scrive troppo e troppo in fretta. Dovrebbe prendersi una vacanzašŸ˜„

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  2. Posso concordare sul fatto che Gelo sia il piĆ¹ debole della serie, ma I Bastardi ha ancora moltissimo da dire, come serie. E naturalmente nopn sono d'accordo sul fatto che scriva troppo e troppo in fretta, perchĆØ lo stile ĆØ sempre curato e poi abbiamo capito che lui scrive cosƬ, di getto. Anche perchĆØ dopo Gelo c'ĆØ Cuccioli, che ĆØ molto intenso.

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  3. Lisse, ti dirĆ² che trovo legittima l’osservazione di Laura, perchĆ© a mio avviso cannare un episodio di una serie puĆ² danneggiarla non poco e, se come dici tu, il capitolo successivo ĆØ molto intenso, perchĆ© dovercene infilare a tutti i costi uno debole, per tua stessa ammissione, nel mezzo?

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  4. A costo di farmi odiare da Annalisa (ma tu mi vuoi bene, vero? VERO??), ammetto che anche io ho pensato, piĆ¹ di una volta, che de Giovanni scriva veramente tanto! Lo penso anche di altri scrittori cosƬ prolifici, eh! Ma credo che lui batta tutti! Come si sa, mi sono approcciata ai suoi romanzi di recente, quindi ho poca voce in capitolo. Quello che posso dire ĆØ che ho trovato questo, in particolare, veramente inutile nell'economia della serie. Non sarĆ  certo per questo motivo che smetterĆ² di leggerlo, magari prenderĆ² una pausa di qualche mese, quello sƬ! Il punto ĆØ che rimane in me (e penso in chiunque abbia letto questo libro e riscontrato questi difetti) una domanda fondamentale: perchĆ© scrivere un libro che nulla aggiunge e nulla toglie ai precedenti? Faccio, ad esempio, il paragone con i romanzi di Antonio Manzini: in ognuno di essi c'ĆØ un'evoluzione della storia di Rocco Schiavone, del personaggio in sĆ© e di coloro che gli ruotano attorno; c'ĆØ una crescita, che porta il lettore a bramare il romanzo successivo. Stessa cosa posso dire per i libri di Alice Basso, di Antonio Fusco, di Gigi Paoli, di Rosa Teruzzi... Quando si sceglie di scrivere libri che facciano parte di una serie, credo sia fondamentale questo punto: il personaggio deve crescere ed evolversi.
    "Gelo", in sĆ©, non ĆØ un brutto romanzo, forse un po' debole come giallo, ma sicuramente non brutto; e probabilmente sarebbe stato apprezzato altrettanto anche se non avesse fatto parte di questa serie. (AMMAZZA QUANTO HO SCRITTO!)

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