Recensione 'Un dolore così dolce' di David Nicholls - Neri Pozza


Titolo: Un dolore così dolce || Autore: David Nicholls || Editore: Neri Pozza
Data di pubblicazione: 2 settembre 2019 || Pagine: 383

È l'estate del 1997 a Londra, l'estate del New Labour, della morte di Lady Diana e della fine della scuola per Charlie Lewis. Cinque anni terminati in un batter d'occhio e suggellati dall'immancabile ballo nella palestra della scuola, coi professori alla consolle che azzardano persino Relax dei Frankie Goes to Hollywood o Girls and Boys dei Blur, i ragazzi che si dimenano selvaggiamente e le ragazze che ancheggiano con malizia. Cinque anni in cui Charlie Lewis si è distinto per non essersi mai distinto in nulla. Né bullo né mansueto, né secchione né ribelle, né amato né odiato, insomma uno di quei ragazzi che, a guardarli nella foto di fine scuola, si stenta a ricordarli, poiché non sono associati ad alcun aneddoto, scandalo o grande impresa. Ora, però, per Charlie è giunta l'ora di definire la propria personalità, il che alla sua età è come cambiare il modo di vestire e il taglio dei capelli. Un'impresa di non poco conto, visto che, dopo aver cominciato a lavorare in nero alla cassa di una stazione di servizio per circa dodici ore la settimana, Charlie non sa che farsene di quella lunga estate. Per giunta, a casa le cose non vanno per niente bene. Sua madre se ne è andata e suo padre, un uomo mite, cade spesso preda della malinconia. Un giorno, il giovane Lewis afferra Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut, scelto giusto perché c'è la parola mattatoio nel titolo, e se ne va a leggere su un prato vicino casa. Qualche pagina letta e poi si addormenta all'aria aperta, per svegliarsi qualche tempo dopo intontito dal sole e dalla meravigliosa visione di una ragazza dalla carnagione pallida e i capelli neri. È Frances Fisher, detta Fran. Viene dalla Chatsborne, una scuola per ricchi che se la tirano da artisti e indossano vestiti a fiori vintage e magliette che si stampano da soli. Fran fa parte della cooperativa del Bardo, un gruppo teatrale di ragazzi come lei che vogliono mettere in scena «una storia di bande rivali e di violenza, di pregiudizio e amore»: Romeo e Giulietta di Shakespeare. Charlie non è felice né indaffarato, e dunque si innamora perdutamente di Fran. Per stare con lei, tuttavia, deve affrontare una sfida improba: entrare a far parte della compagnia diretta da un tipo paffuto e con gli occhioni da King Charles Spaniel.




C'è una cosa che ho imparato in tutti questi anni da blogger: quando una Casa Editrice promuove esageratamente un libro, nel 99% dei casi c'è dietro una grande fregatura.
Nel caso di questo romanzo, la Neri Pozza (ormai famosa per le sue insensate operazioni di marketing che poco hanno a che fare con i libri), ha messo su addirittura un ballo scolastico, invitando tutti quegli influencer che, salvo qualche eccezione, poco hanno a che fare con i libri!
Perché, quindi, ho ceduto all'acquisto del libro? Perché Nicholls è un autore che ho amato immensamente in Un giorno e, nonostante Noi, il romanzo successivo, avesse sollevato in me più di una perplessità, ho sperato sino alla fine si fosse trattato di un passo falso momentaneo.
Come si evince dal mio voto a questo romanzo, purtroppo, non è stato così. 

In Un giorno mi sono innamorata non solo di due personaggi unici e di una storia che ho sentito mia sin dalle prime righe, ma anche di uno scrittore in grado di coinvolgermi sin nell'anima.
In questo nuovo romanzo, Nicholls sembra l'ombra di se stesso: la storia di Charlie Lewis e della sua estate post-diploma, quella del 1997, è una sorta di prolisso, banale, noioso e infinito Young adult.

Durante l'estate d'oro, Charlie, annoiato e solo, incontra Fran Fisher, una ragazza tanto bella quanto ricca e, innamoratosi perdutamente di lei, pur di trascorrere del tempo in sua compagnia, decide di aggregarsi alla Cooperativa del Bardo, un gruppo teatrale di ragazzi che vuole mettere in scena Romeo e Giulietta.
Il cardine di questo romanzo è, appunto, il primo amore di Charlie. E potrebbe anche trattarsi di una bella storia se Nicholls non avesse deciso di infarcirla con lunghi intermezzi riguardanti la famiglia dello stesso protagonista: tra un padre alcolizzato e una madre andata via con un altro uomo, ci ritroveremo a leggere pagine e pagine che pare abbiano il solo scopo di allungare l'agonia del lettore.

Non ci sono risvolti o approfondimenti psicologici nella scelta di Nicholls di creare una famiglia disastrata, così come Charlie non appare assolutamente come un ragazzo problematico: ci ritroviamo, bensì, davanti a un personaggio assolutamente banale. Studioso il giusto, simpatico nella media, non eccessivamente bello ma neanche brutto, Charlie è l'esatta incarnazione di quel compagno di classe che, riguardando le vecchie foto, si fatica a ricordare, proprio perché non spiccava mai in nulla!

Ciò che manca in questo romanzo di Nicholls, è quella magia che è stata in grado di conquistare tanti lettori con la storia di Emma e Dexter, quei brividi che Nicholls sembrava in grado di trasmettere con la sua scrittura semplice e dolce.
La storia di Charlie avrebbe potuto essere un regalo a tutti quelli di noi che negli anni Novanta abbiamo vissuto quel passaggio magico tra la fine della scuola e l'inizio della vita da adulti, tra la nostalgia degli amici di sempre e la frenesia di scoprire cosa ci avrebbe riservato il futuro.
La nostra è stata la generazione no-social: si usavano i telefoni fissi per chiamare il ragazzo che tanto ci piaceva e, spesso, a rispondere era la mamma (dio, che imbarazzo!), non c'erano i gruppi whatsapp, le chat di gruppo... ci si dava appuntamento e se si era in ritardo o se c'era un imprevisto, era praticamente impossibile avvisare!
Era su questo, secondo me, che avrebbe dovuto far leva Nicholls per rendere magica questa storia e, invece, si è ridotto tutto alla banalizzazione di un primo amore anche un po' tardivo.

Piccole note: nel libro viene citato Matrix che, però, è un film del 1999 (come detto, la storia è ambientata nel 1997).
Il ballo della scuola, su cui tanto ha puntato la Neri Pozza per la promozione di questo libro, occupa le prime 5 pagine del romanzo e non è neanche questo granché!

La Libridinosa

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3 commenti:

  1. Francesca Truffa Giachet25 novembre 2019 alle ore 16:54

    Che delusione leggere questa recensione. Come te, anch'io ho amato "Un giorno" alla follia e ho viste deluse le mie aspettative riguardo a "Noi" e speravo che questo terzo romanzo riscattasse Nicholls. Mi spiace constatare che non sia così, proverò a far finta che Nicholls non abbia scritto altro dopo "Un giorno"!

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  2. Anche io ho amato Un giorno ed ero rimasta dubbiosa su Noi... questo magari aspetto a leggerlo, o lo eviterò proprio

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  3. Sono coetaneo del protagonista, amai "Un giorno", non mi dispiacquero i precedenti "Il sostituto" e "Le domande di Brian" (pur mancando della magia di "Un giorno", ne convengo), ma ho concluso oggi la lettura di "Un dolore così dolce" e mi ha coinvolto molto. Mi ha riportato in mente attimi e odori di quegli anni, emozioni e riflessioni. Sono stato contento di ritrovare la scrittura di Nicholls e ora valuto di approcciare anche "Noi", nonostante le critiche mi avessero messo sul chi va là. Non ho chiaro se mi rimarrà addosso di più di "Un giorno", lo lascio raffreddare.

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