15 marzo 2022

Recensione 'Tutta la stanchezza del mondo' di Enrica Tesio - Bompiani

 

TUTTA LA STANCHEZZA DEL MONDO || Enrica Tesio || Bompiani || 9 febbraio 2022 || 192 pagine

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L’11 febbraio 2013, nel cuore di una serata di ordinario delirio tra figli piccoli, lavoro arretrato e incombenze domestiche, dalla tv arriva una notizia stupefacente: il papa si è dimesso. Non è malato, non è in crisi spirituale, è afflitto dalla patologia del secolo, la stanchezza. In quel momento Enrica Tesio si sente “parte di qualcosa di grande e insieme sola in modo assoluto”. Perché no, noi non possiamo dimetterci. Noi siamo il popolo del multitasking che diventa multistanching. Siamo quelli che in ogni istante libero “scrollano” pagine social per misurare le vite degli altri, quelli che riempiono di impegni il tempo dei figli per il terrore di non stimolarli abbastanza, quelli che di giorno si portano il computer in salotto per lavorare e la sera in camera da letto per guardare una serie ma intanto rispondere all’ultima mail... quelli che, per riposarsi, si devono concentrare. Con il suo sguardo acuto e pieno di humour Enrica Tesio ci apre un diario privato di fatiche collettive, dodici per la precisione, come quelle di Ercole. Con un’unica raccomandazione: stasera, quando tornate a casa, date una carezza a un adulto stanco e ditegli “questa è la carezza dell’ex papa”.

10 marzo 2022

Recensione 'Le lettere di Esther' di Cécile Pivot - Rizzoli

 

LE LETTERE DI ESTHER || Cécile Pivot || Rizzoli || 11 gennaio 2022 || 288 pagine

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“Le lettere mi mancavano. Ormai non ne scriviamo più, le consideriamo una perdita di tempo che ci priva di immagini e suoni.” È per colmare la nostalgia che Esther, libraia di Lille, decide di organizzare un laboratorio di scrittura epistolare. Per lei, che con il padre ha intrattenuto una corrispondenza durata vent’anni, è come riportare in vita un rituale antico: accantonare per un po’ l’immediatezza delle mail e l’infinita catena di messaggi WhatsApp che ogni giorno ci scambiamo, per sedersi a un tavolo, prendere carta e penna, darsi tempo, nel silenzio di una stanza tutta per noi, e raccontarsi. Trovare le parole giuste per qualcuno che ci leggerà, non ora e nemmeno domani. E riassaporare il gusto perduto di una comunicazione più ricca, più sensata. “Da che cosa ti difendi?” è la prima, spiazzante domanda di Esther per i cinque sconosciuti che, rispondendo al suo annuncio, hanno scelto di mettersi in gioco. Attraverso piccoli quadri della loro vita quotidiana e l’intenso scambio epistolare si delineerà poco per volta il ritratto di una classe eterogenea e sorprendente: Samuel, il più giovane, che non riesce a piangere per la morte del fratello; Jeanne, ex insegnante di pianoforte, vedova, che si difende dalla solitudine accudendo animali maltrattati; Jean, un uomo d’affari disilluso che vive per il lavoro e ha perso contatto con le gioie più autentiche; Nicolas e Juliette, una coppia in crisi sulla quale il passato getta ombre soffocanti. Esponendo dubbi e debolezze all’ascolto e alle domande, la scrittura sarà, per loro, lo strumento per rivelarsi l’uno all’altro con sincerità, alleggerendo il cuore. Intriso di tenerezza e umanità, Le lettere di Esther è un elogio alla lentezza, una celebrazione della forza delle parole, un resoconto travolgente delle fragilità umane.

8 marzo 2022

Recensione IN ANTEPRIMA 'Le mogli hanno sempre ragione' di Luca Bianchini - Mondadori

 

LE MOGLI HANNO SEMPRE RAGIONE || Luca Bianchini || Mondadori || 8 marzo 2022 || 240 pagine

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Il maresciallo Gino Clemente ama la canottiera bianca, il karaoke, il suo labrador e soprattutto la moglie Felicetta, e coltiva un unico desiderio: andare presto in pensione. Dopo anni passati lontano da casa, viene finalmente trasferito nel suo paese d'origine, Polignano a Mare, a ridosso della festa patronale di San Vito che dà inizio all'estate. Per l'occasione, la famiglia allargata degli Scagliusi decide di celebrare il compleanno della piccola Gaia con una "festa nella festa", durante la quale Matilde può inaugurare e soprattutto mostrare la sua nuova masseria a parenti e pochi amici. Non mancano i manicaretti peruviani preparati dalla fedele Adoración, la tata tuttofare della famiglia. Oltre a Ninella, don Mimì e a tutti i protagonisti di "Io che amo solo te" è stato invitato anche il maresciallo Clemente che però declina, ma sarà chiamato con urgenza sul posto: Adoración è stata trovata senza vita nel salottino degli angeli collezionati con amore dalla padrona di casa. È subito chiaro che non si tratta di una morte accidentale. Chi può essere stato? Nel pieno della notte di San Vito, il maresciallo si troverà ad affrontare un po' controvoglia la sua prima vera indagine. Ad aiutarlo nell'impresa ci penseranno la brigadiera Agata De Razza, salentina dai capelli ricci e dalla polemica facile, e l'appuntato Perrucci, il carabiniere più sexy del barese, oltre naturalmente al suo fiuto, a quello del suo cane Brinkley e ai consigli disinteressati della moglie. Per tutti gli abitanti della zona sarà il giallo dell'estate. Tra canzoni stonate, melanzane alla parmigiana, segreti inconfessabili e voci di paese in cui tutti parlano e nessuno dice, Luca Bianchini scrive una commedia esilarante e ci fa vivere nella sua amata Polignano una nuova avventura ricca di colpi di scena, in cui tutte le tessere del mosaico si mettono lentamente a posto per rivelare una sorprendente verità.

3 marzo 2022

Recensione IN ANTEPRIMA 'La salita dei giganti'
La saga dei Menabrea
di Francesco Casolo - Feltrinelli

LA SALITA DEI GIGANTI - La saga dei Menabrea || Francesco Casolo || Feltrinelli || 3 marzo 2022 || 416 pagine

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La Belle Époque è alle porte e il cinema sta per essere inventato quando, il 29 agosto 1882, Carlo Menabrea organizza un sontuoso ricevimento per festeggiare l’acquisto di un castello poco lontano da Biella. Nessuno in città ha intenzione di perdersi l’evento, ma pochi sanno che l’origine di tanta fortuna risiede in una scommessa fatta trent’anni prima: il padre di Carlo, Giuseppe, walser di Gressoney, che come i suoi antenati valicava a piedi i ghiacciai per commerciare lana e prodotti di artigianato in Svizzera, ha deciso di puntare tutto su una bevanda, la birra. Quando nel cielo sopra il castello esplodono i fuochi d’artificio che illuminano il cortile a giorno e si riflettono sul volto di Carlo, anche la sua secondogenita Eugenia, che tutti chiamano Genia, avrebbe qualcosa da domandargli: perché, qualche settimana prima, ha insistito perché fosse lei, e non le sue sorelle, ad accompagnarlo in montagna? E perché, raggiunta la vetta, al cospetto dei Giganti del Monte Rosa, ha tanto voluto che lei, a soli sei anni, assaggiasse la birra? 
Fra amori, gelosie, gloria e cadute – e un destino che, come una valanga, colpisce sempre nello stesso punto –, solo più tardi Genia intuirà quello che suo padre non aveva osato dirle: quel sorso di birra era un rito iniziatico. È lei la prescelta, l’erede designata per portare avanti la tradizione di famiglia, anche se nessuno vuole fare affari con una donna. Per riuscirci Genia dovrà, con l’aiuto della madre, diventare un Gigante, come suo padre e suo nonno e come le montagne ai piedi delle quali sono cresciuti tutti loro.

25 febbraio 2022

Recensione 'La scuola degli specchi' di Eva Stachniak - Beat

 

LA SCUOLA DEGLI SPECCHI || Eva Stachniack || Beat || 17 febbraio 2022 || 432 pagine

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Parigi, 1755. Véronique Roux ha solo tredici anni quando, nella modesta stanza in affitto che divide con la madre e i fratelli, riceve la visita di un uomo alto e magro con una redingote di velluto viola e in pugno un bastone da passeggio. A monsieur Durand, questo il nome con cui l'uomo si presenta, basta una sola occhiata per rendersi conto che Véronique è delicata e graziosa, con i lineamenti di una bambola di porcellana e una figura dalla linea così morbida che nemmeno i vestiti grossolani possono rovinare. L'accordo, in men che non si dica, è preso: Véronique andrà a servizio, vivrà in una casa sfarzosa e sua madre avrà una bocca in meno da sfamare. Quello che la giovane non sa, tuttavia, è che dietro monsieur Durand si cela in realtà Dominique-Guillaume Lebel, premier valet de chambre du roi, colui che governa il regno dei piaceri più intimi del re. Luigi XV, stanco degli intrighi di corte, è diventato un appassionato di innocenza: aborrisce l'astuzia e l'artificio, detesta le guance imbellettate, gli abiti sfarzosi e i discorsi allusivi. Le donne che vuole nel suo letto devono essere pure e incorrotte. Dal momento che è impossibile materializzare all'improvviso fanciulle di questo tipo, il compito di Lebel è quello di giocare d'anticipo: nella città di Versailles, all'incrocio tra rue Saint-Médéric e rue des Tournelles, c'è una scuola in cui, sotto la sorveglianza di madame la marquise de Pompadour, vengono accolte le giovani e inconsapevoli ragazze in attesa di ricevere un'adeguata «istruzione». Si chiama Parc-aux-cerfs, ed è abbastanza vicina a palazzo da essere comoda ma abbastanza lontana da non attirare l'attenzione di cortigiani ficcanaso. Al momento giusto, ogni ragazza viene introdotta di nascosto a corte, attraverso la sua leggendaria Sala degli Specchi, e presentata al re... In bilico tra lo sfarzo abbagliante di Versailles e le ombre della Rivoluzione francese, La scuola degli specchi si addentra nell'avventura tragica della caduta della monarchia francese, restituendo appieno il volto vivido e oscuro di un'epoca.

17 febbraio 2022

Recensione IN ANTEPRIMA 'La maestra di Saint-Michel' di Sarah Steele - Feltrinelli

LA MAESTRA DI SAINT-MICHEL || Sarah Steele || Feltrinelli || 17 febbraio 2022 || 384 pagine

Francia, 1942. Finite le lezioni, la maestra fa uscire gli alunni dalla scuola. Controlla con cura che abbiano i loro lasciapassare e raccomanda a tutti di non fermarsi finché il soldato tedesco di guardia non avrà alzato la sbarra che demarca il confine tra la Francia occupata e quella libera. Quando li vede attraversare e correre tra le braccia delle madri, tira un sospiro di sollievo. Nessuno è più al sicuro ormai. Nemmeno i bambini. Inghilterra, oggi. La lettera emana un vago profumo di gardenia, il profumo di sua nonna. Dentro, in una calligrafia d’altri tempi un po’ tremolante, c’è una richiesta per lei: deve rintracciare una donna che anni prima viveva in Francia, a Saint-Michel-sur-Dordogne. È così che Hannah Stone si ritrova a Les Cerisiers, una vecchia casa in pietra circondata da un magnifico giardino di ciliegi, che sembra lì apposta per nascondere segreti. Un po’ per volta, partendo da un vecchio quaderno di ricette di famiglia, cercherà di risolvere un mistero che affonda le radici nella Resistenza. Decisa a dare spazio ai molti atti di eroismo quotidiano in tempo di guerra, soprattutto a quelli delle donne spesso passati sottotraccia, Sarah Steele costruisce un romanzo ricco di emozioni e avventura, un’appassionante storia di amicizia femminile, coraggio e speranza.