29 dicembre 2021

Recensione 'Tre' di Valérie Perrin - Edizioni e/o

TRE || Valérie Perrin || Edizioni e/o || 28 giugno 2021 || 615 pagine

1986. Adrien, Étienne e Nina si conoscono in quinta elementare. Molto rapidamente diventano inseparabili e uniti da una promessa: lasciare la provincia in cui vivono, trasferirsi a Parigi e non separarsi mai.
2017. Un’automobile viene ripescata dal fondo di un lago nel piccolo paese in cui sono cresciuti. Il caso viene seguito da Virginie, giornalista dal passato enigmatico. Poco a poco Virginie rivela gli straordinari legami che uniscono quei tre amici d’infanzia. Che ne è stato di loro? Che rapporto c’è tra la carcassa di macchina e la loro storia di amicizia?

21 dicembre 2021

Recensione 'Via col vento' di Margaret Mitchell - Neri Pozza

VIA COL VENTO || Margaret Mitchell || Neri Pozza || 30 gennaio 2020 || 1194 pagine

È il 1936 e un romanzo sudista vende negli Stati Uniti un milione di copie in sei mesi. Nel 1937 vince il Premio Pulitzer e nel 1939 diventa il più grande successo nella storia del cinema americano: è "Via col vento", uno dei più eclatanti casi editoriali mondiali. Opera pressoché unica di Margaret Mitchell, nata ad Atlanta nel 1900 e cresciuta ascoltando i racconti dei veterani della guerra di Secessione, Via col vento conquista i lettori di tutto il mondo grazie a una trama avvincente caratterizzata da colpi di scena, rovesci di fortuna e da un'appassionata storia d'amore; trama che portò i critici a parlare di Grande Romanzo Americano e a osare il paragone con Tolstoj. Ma a rendere straordinarie queste pagine è soprattutto l'anticonvenzionale protagonista: Scarlett O'Hara, la viziata e volubile ereditiera della grande piantagione di Tara, la quale, contando sulle sue sole forze, dovrà cavarsela mentre l'esercito nordista avanza in Georgia. A oltre ottant'anni dalla sua pubblicazione, Via col vento è considerato un intramontabile classico, al punto che anche chi non ha mai avuto il piacere di approcciarsi al romanzo ricorderà, grazie all'omonima versione cinematografica, una manciata di battute ormai divenute celebri: il «non soffrirò mai più la fame» pronunciata da Scarlett stringendo un pugno di terra; il «francamente me ne infischio» sul finale, e la stizza e la speranza di «domani è un altro giorno». Con il presente volume viene riproposta l'edizione integrale in una nuova traduzione che punta non solo a ripristinare la versione originale del romanzo, ma anche a rinnovare la traduzione italiana del 1937, oggi terribilmente agée poiché vittima dell'autarchia linguistica imposta dal fascismo. Seguendo il costume dei nostri tempi, la nuova traduzione lascia in originale i nomi di personaggi, di istituzioni e i toponimi, e utilizza termini stranieri ormai ampiamente diffusi in italiano. Soprattutto, introduce un radicale e importante cambiamento nel modo di parlare degli schiavi, che, nelle traduzioni italiane precedenti, sia del romanzo sia del film, sfiorava il grottesco. In questo modo, i lettori di oggi potranno godere appieno di ogni sfumatura di un romanzo leggendario che dalla sua pubblicazione non ha mai smesso di appassionare e conquistare nuove generazioni.

13 dicembre 2021

Recensione 'C'era due volte' di Franck Thilliez - Fazi

C'ERA DUE VOLTE || Franck Thilliez || Fazi || 4 novembre 2021 || 491 pagine

Nel 2008, in un piccolo paese di montagna, il tenente Gabriel Moscato è alla disperata ricerca della figlia, diciassettenne piena di vita scomparsa da un mese. Uniche tracce la sua bicicletta, i segni di una frenata e poi più nulla. Deciso a indagare sull’hotel due stelle dove la ragazza aveva lavorato l’estate precedente, Moscato si stabilisce nella stanza 29, al secondo piano, per esaminare il registro degli ospiti. Legge attentamente ogni pagina, prima di addormentarsi, esausto dopo settimane di ricerche infruttuose. All’improvviso, viene svegliato da alcuni suoni attutiti. Quando si avvicina alla finestra, si rende conto che piovono uccelli morti. E ora è nella stanza 7, al pianoterra dell’hotel. Si guarda allo specchio e non si riconosce; si reca alla reception, dove apprende che è il 2020 e che sono dodici anni che sua figlia è scomparsa: la memoria gli ha giocato uno scherzo crudele. Quello stesso giorno il corpo di una giovane donna viene trovato sulla riva del fiume Arve...

9 dicembre 2021

Ciao ciao, Instagram?

Quando su Instagram si è iniziato a parlare di libri, dando vita a quella nicchia che oggi viene definita bookstagram, noi che di libri parlavamo da tempo immemore qui nei blog, abbiamo pensato che un social fotografico potesse darci l'opportunità non solo di ciarlare, ma anche di far vedere ciò che stavamo leggendo.

Così, cariche di entusiasmo, abbiamo iniziato ad acquistare minchiatine varie perché "stanno tanto bene in foto", poi abbiamo iniziato a farci vedere nelle storie (scusate, scuuuuusate!) e, infine, abbiamo capito che Instagram è la classica medaglia con due facce: da una parte ci sono persone bravissime che vogliono solo parlare di libri e lo fanno bene, dall'altra, invece, è nata una sottospecie di essere mutante che passa dallo sfogliare libri di 1000 pagine. facendovi desiderare la putrefazione delle loro dita, allo sponsorizzare tute/maschere viso/fiori/croccantini per il gatto di casa.

E noi? Come ci collochiamo in tutto ciò? Dopo anni di riflessioni, arrabbiature, ricerca dell'equazione che ci svelasse il segreto dell'algoritmo, abbiamo capito che di Instagram ci frega il giusto, che lo usiamo, sì, ma come pare a noi e che, in fondo, casa nostra è sempre questa qua, quella calda, silenziosa e tranquilla chiamata blog, in cui la gente passa discretamente, legge ciò che c'è da leggere, magari lascia un salutino, ma non sporca mai, non disturba e, soprattutto, si affeziona e torna! Da queste riflessioni è nata una chiacchierata tra me e la Bacci

Laura: Bacci, scrivi… stai scrivendo?
Bacci: che ricetta mi dai stavolta?
Laura: Quella su come cuocere Instagram. Magari siamo fortunate e prende la strada del plumcake di Lallina!
Bacci: boooooom!
Laura: Dunque, vediamo… prima cosa: devi postare almeno 4 volte a settimana.
Bacci: ‘nchezenzo? Ci metto dieci giorni a finire un libro, che posto? L’indice? I titoli dei capitoli? Quante volte mi è salito l’istinto omicida verso chi continua a dire “devi fare post di qualità”, manco parlassimo di latte?
Laura: Il tuo feed deve essere armonico. Come i chakra, hai presente? Tu li hai i chakra, Bacci?
Bacci: Oddio, mi pare di averli presi col Black Friday lo scorso anno, a ricordare dove li ho messi…
Laura: Devi fare le stories, possibilmente parlate, facendoti vedere spesso, perché la gente deve sapere che faccia si nasconde dietro il tuo profilo. Perché hai tirato fuori il mascara, Bacci?
Bacci: Vorrai mica che mi faccia vedere struccata! Ci tengo alle coronarie dei miei folloVers!
Laura: Devi spacchettare? Stai spacchettando? No di più… di più… almeno 5 o 6 libri a settimana se vuoi rientrare nella categoria “wuips”.
Bacci: Vale anche spacchettare lo stesso per 5 volte? Quello forse riesco a farlo
Laura: Ora prendi quei libri che hai spacchettato e mettili su Libraccio. Ah questo non si può dire? Vabbè, fai una storia in cui li riponi nella tua libreria e scrivi: “In attesa che mi chiami per essere letto”. Tanto lo sappiamo tutti che sei sorda, quindi parti già avvantaggiata!
Bacci: Zitta! Che ormai si sono evoluti: allungano le alette quando passo davanti alla libreria. Prima o poi mi schiaffeggiano, me lo sento
Laura: Mi raccomando, Baccina, quando fai gli unboxing, scordati di usare gli hashtag e, se te lo fanno notare, dì che è stata una dimenticanza e che siamo tutti maligni a pensar male!
Bacci: Che sono demente lo sanno anche i sassi, ormai. Però, finora sono riuscita a scordarmi la figlia a scuola, ma non gli hashtag (sarà felice mia figlia…)
Laura: Che altro? Ah sì! Sfoglia! No, che hai capito? Rimetti in frigo il burro, cretina!
Bacci: Adesso si è ammorbidito, mi tocca fare una torta. Ma di che sfoglia parli?
Laura: Sfoglia i libri! Fai i reel o le storie in cui sfogli, sfogli, sfooooogli come se non ci fosse un domani. Magari scegli anche dei libri belli cicciotti così le palle le sfrantechi meglio, eh! E poi, mi raccomando, cosa importantissima: quando stai per arrivare alla copertina, NO, quella non devi farcela vedere! Scrivi: prossimamente su questo profilo. Baccina, ti sento urlare o hai un ictus?
Bacci: QUELLI CHE FANNO COSì LI ODIOOOOOOO!
Laura: Parliamo di aggiornamenti di lettura, sei pronta? A pagina 30 di un libro puoi già dare un parere. Mi raccomando, che sia esaustivo. A pagina 50 sei già in grado di scriverne la recensione. Vedi come si fa a leggere 30 libri al mese?!
Bacci: E non potevi dirmelo prima? Sto sotto di nove libri su Goodreads, magari così riesco a mettermi in pari prima di fine anno
Laura: Bacci, quanti follower hai?
Bacci: Dipende: la mattina sono 2420, il primo pomeriggio 2415, tardo pomeriggio 2419…
Laura: Sono pochi. O li compri o ti infili in qualche gruppo di scambio. Veloce!
Bacci: Petta che controllo se ho spicci!
Laura: Benissimo, adesso che hai appreso i fondamentali, passiamo alla seconda parte. Tu scrivi, eh!
Bacci: Scrivo!
Laura: Che rapporto hai tu con lo sport?
Bacci: Nnnhocapito. Parli una lingua strana…
Laura: Bacci, il tapicoso, hai presente? Quell’oggetto nascosto sotto la pila di lenzuola pulite. Lo vedi?
Bacci: Ah, non è la cesta della biancheria? Sicura?
Laura: Sicurissima! Ecco, ora tu sali sulla cesta della biancheria con la tua bella tutina tuuuutta attillata (di cui non facciamo il nome perché qua non ci pagano!) e sponsorizzi. Bacci… le lasagne mettile giù.
Bacci: Lauré…qua mi pagano se prometto di non pubblicare foto con tutine attillate. Rischio che mi mettano il bollino per contenuti sensibili
Laura: allora datti alla biuti rutine (sì, lo so che non si scrive così), ma mi raccomando, che sia quella coreana, altrimenti non fa figo.
Bacci: Io di rutin conosco quello che si fa dopo una buona porzione di lasagna, ma non so come lo facciano i coreani
Laura: Bacci, mi sa che noi su Instagram non cresceremo mai, però una lasagna non ce la toglie nessuno! Direi che potremmo anche farcene una ragione, tu che dici?
Bacci: Direi che ce la siamo già fatta, altrimenti avremmo già usato uno o più degli strumenti magici di cui sopra. Vado, che la lasagna va mangiata calda!

7 dicembre 2021

Escape Ciambelle - Si parte!



Il vento cessò di far tremare i vetri e di scuotere le fronde, ormai quasi del tutto spoglie, degli alberi che circondavano il Maniero delle Ciambelle.
I cancelli erano stati chiusi ormai da tempo e Dame e Damigelle si aggiravano circospette per il parco, ognuna intenta a cercare quell’ingresso che le avrebbe portate a trovare riparo all’interno della grande casa.

Il momento era giunto: un cigolio sinistro annunciò che l’anziana Governante che di nome faceva Bacci (mah!) stava aprendo il grande portone che conduceva all’ingresso.
Marmi lucenti, specchi e preziose cornici si mostrarono, finalmente, agli occhi delle impazienti Dame. 
Dalle cucine arrivava un delizioso profumo di brioche e torte appena sfornate e di cioccolata calda.
Le Dame e le Damigelle videro arrivare una piccola (di altezza, che avete capito?!) cameriera che le accompagnò in sala da pranzo per una meritata colazione!
Dopo di che, la Governante e la cameriera accompagnarono le Dame di Corte e le Damigelle nelle stanze a loro destinate per dare il via al gioco; ognuna di esse trovò ad attenderla una missiva contenente un enigma da risolvere o, per le più fortunate, un obiettivo da portare a termine!
Alcune Dame e Damigelle si trovarono in compagnia di altre loro compagne e iniziarono a confabulare per riuscire a trovare una lettura comune.

Un tonfo fece sussultare le Dame e le Damigelle: le porte del Maniero erano state chiuse!
Il momento era giunto: Escape Ciambelle aveva preso ufficialmente il via.
Chi sarebbe sopravvissuto?

30 novembre 2021

Recensione 'Loro' di Roberto Cotroneo - Neri Pozza

LORO || Roberto Cotroneo || Neri Pozza || 3 giugno 2021 || 192 pagine

Può il memoriale di una giovane donna sconvolgere a tal punto, da turbare persino coloro che si avventurano abitualmente nei recessi più oscuri della mente? È quanto accade in queste pagine, nelle quali Margherita B. narra dei fatti accaduti nel 2018, quando prende servizio, stando alle sue parole, come istitutrice presso una famiglia aristocratica, gli Ordelaffi, in una magnifica villa progettata da un celebre architetto alle porte di Roma: la casa di vetro. Il compito che le viene affidato è prendersi cura delle gemelline Lucrezia e Lavinia. Nella casa di vetro, tutto sembra meraviglioso quell’estate. Ogni cosa è scelta con gusto, con garbo, con dedizione. Le gemelle, identiche, sono una meraviglia di educazione e di talento. Lucrezia ama il pianoforte, Lavinia l’equitazione. Ma pochi giorni dopo l’arrivo di Margherita cominciano a rivelarsi presenze terrificanti. Sono loro, dicono le bambine, gli antichi ospiti della casa, tornati per riportare in luce l’orrore. "Loro" rivisita le ossessioni che da anni segnano la narrativa di Roberto Cotroneo: il tema della verità e dell’ambiguità, del bene e del male, della violenza, del sacro e della felicità, quando brucia fino a farsi cenere. Le sue pagine, oscure e strazianti, si muovono per territori sinistri, e indagano soprattutto quella terra di nessuno che è la nostra mente. Un romanzo che, nel suo finale del tutto imprevedibile, è un omaggio alla grande letteratura e, nello stesso tempo, un racconto nitido che si muove dentro uno scenario torbido e sa guardare oltre l’ignoto. Alla fine, a prevalere saranno il fallimento di ogni ragione e il trionfo di un mondo che non è di questo mondo. Perché, come ha scritto Nietzsche: «quando scruterai in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te».

25 novembre 2021

Recensione 'Il filo avvelenato' di Laura Purcell - Mondadori

 

IL FILO AVVELENATO || Laura Purcell || Mondadori || 21 settembre 2021 || 420 pagine

Gran Bretagna, prima metà dell'Ottocento. Dorothea Truelove è giovane, bella e ricca. Ruth Butterham è giovane, ma povera e consumata da un segreto oscuro e terribile. Un segreto che rischia di condurla alla forca. I loro destini si incrociano alla Oakgate Prison, dove Ruth è rinchiusa in attesa di processo per omicidio e dove Dorothea si dedica ad attività caritatevoli; soprattutto, qui la ragazza trova il luogo ideale per mettere alla prova le neonate teorie della frenologia – secondo cui la forma del cranio di una persona spiega i suoi peggiori crimini – che tanto la appassionano. L'incontro con Ruth fa però sorgere in lei nuovi dubbi, che nessuna scienza è in grado di risolvere: è davvero possibile uccidere una persona usando solo ago e filo? La storia che la prigioniera ha da raccontare – una storia di amarezze e tradimenti, di abiti belli da morire – scuoterà la fede di Dorothea nella razionalità e nel potere della redenzione. Per tutti gli amanti della letteratura gotica, un racconto da brivido dedicato al male celato dietro il volto dell'innocenza.

18 novembre 2021

Recensione 'I cent'anni di Lenni e Margot' di Marianne Cronin - Mondadori

I CENT'ANNI DI LENNI E MARGOT || Marianne Cronin || Mondadori || 21 settembre 2021 || 348 pagine

La vita è breve. Nessuno lo sa meglio di Lenni Peterson che, a soli 17 anni, si trova nel reparto malati terminali al Princess Royal Hospital di Glasgow. Le corsie dell'ospedale non hanno molto da offrire a un'adolescente curiosa come lei ma Lenni, con il suo pigiama rosa e il supporto dell'Infermiera con i capelli color ciliegia, decide di andare alla ricerca delle risposte alle grandi domande sulla vita e sulla morte. È padre Arthur, il cappellano, che la ragazza importuna per prepararsi all'incontro con quello che le hanno detto chiamarsi "Padre Eterno". Ma quando al corso di arteterapia Lenni incontra Margot, una signora di 83 anni, ribelle e con un passato difficile, il mondo di entrambe cambia per sempre e la ragazza imparerà presto che non è solo quello che fai della tua vita a contare, ma anche con chi la condividi. Lenni si rende conto che sommando le loro età hanno vissuto cent'anni. Propone dunque a Margot di realizzare qualcosa che lascerà il segno: cento dipinti che immortalino le loro storie di crescita e di gioventù, di gioia e di amore perduto, di ricerca della persona che significa tutto. È grazie a questa impresa che le loro vite si intrecciano saldamente fino a diventare inseparabili. Nelle lunghe chiacchierate che precedono gli schizzi a carboncino, le due si raccontano segreti sepolti dal tempo e diventano indispensabili l'un l'altra. Il cuore di Margot, che è il motivo per cui la donna è in ospedale, si rivelerà ammaccato anche nello spirito e solo Lenni e una notte piena di stelle sapranno ripararlo. Lenni e Margot condividono il passato e la fine che si avvicina. Ma la loro vita non è ancora conclusa. Vivace, disarmante e colmo di tenerezza "I cent'anni di Lenni e Margot" è un romanzo che acconta di un'amicizia fuori dal comune e del segno indelebile che lasciamo nelle vite degli altri.

13 novembre 2021

Escape Ciambelle - Reading Challenge 2022



Era una notte buia e tempestosa, l’aria era carica di una strana elettricità, in lontananza si udiva il bubolare dei gufi e un lamento prolungato che non aveva niente di animale né di umano.
Le carrozze sobbalzavano su buche che a ben vedere somigliavano a delle strane impronte, le zampe dei cavalli affondavano nel fango putrido, quando un lampo enorme illuminò a giorno la loro destinazione… 
Il Ciambelle’s Manor si stagliò in tutta la sua imponenza davanti agli occhi increduli delle damigelle che, stipate nelle carrozze, si stavano apprestando a vivere un’esperienza che non avrebbero scordato per il resto delle loro (brevi) vite… si apprestavano infatti a partecipare a 

ESCAPE CIAMBELLE 
chi ne uscirà vivo? 


Era il 13 novembre, quando arrivarono le prime predestinate, ma c’era la possibilità di raggiungere la magione fino alle ore 18:00 del 19 dicembre.
Ad ognuna di loro venivano imposti due soli obblighi: 

  • Avere un account Facebook (per poter accedere al gruppo dedicato) 
  • Avere il Green pass, almeno con la prima dose somministrata 
Le damigelle avevano avuto il permesso di esplorare i dintorni fino al 7 dicembre 2021, data ufficiale di inizio dei giochi, che si sarebbero protratti fino al 7 dicembre 2022, sempre che per quella data ne fosse sopravvissuta qualcuna… L’unico vincolo, nel giorno di arrivo, nonché unica libertà concessa, era la scelta dell’ingresso da cui iniziare il proprio percorso, che sarebbe poi stato stabilito dalle tenutarie della magione. 

Alla partenza dei giochi ogni damigella avrebbe ricevuto una missiva contenente la missione da svolgere. Le missive avevano cadenza fissa: 
  • 7 dicembre 2021 
  • 7 marzo 2022 
  • 7 giugno 2022 
  • 7 settembre 2022 

Esistevano due tipi di missive che le donzelle potevano ricevere: una contenente una mistero da risolvere e una, più semplice, con la missione da svolgere.
Nel primo caso, le donzelle avevano 48 ore di tempo (non un minuto oltre) per tentare di risolvere gli enigmi proposti e inviarne la soluzione tramite piccione elettronico (dicasi mail). In seguito, esse avrebbero ricevuto una nuova missiva contenente le prove alle quali sottoporsi per garantirsi la sussistenza (leggere dei libri che soddisfino gli obiettivi assegnati, scriverne una recensione degna e inviare il link della stessa).
Questa nuova missiva specificava espressamente il percorso da affrontare: 
  • Gli obiettivi da portare a termine 
  • Le date e gli orari entro i quali inviare i link delle recensioni 
La seconda missiva, invece, conteneva già la missione da portare a termine.

Nell’arco del trimestre alle damigelle veniva imposto un limite minimo da soddisfare: leggere e recensire almeno tre obiettivi, in caso contrario si sarebbero viste togliere il pane di bocca (una penalità in punti, comunicata a tempo debito) 
Alcune donzelle più intraprendenti avevano provato a strafare, portando a termine tutti gli obiettivi almeno due settimane prima della conclusione del trimestre; a loro veniva assegnata una lettura specifica scelta appositamente dalle tiranniche proprietarie. Quando elle riuscivano nel gravoso intento si vedevano assegnare ben tre alimenti extra (dicesi punti) 

Non erano però sempre e solo fatiche e patimenti, alle donzelle venivano permessi anche momenti di trattenimento: esse si riunivano infatti in un gruppo Facebook appositamente istituito, dove potevano conversare, chiedere lumi sul prosieguo del gioco (confrontandosi tra loro e con le Ciambelle), ma veniva loro fatto espresso divieto di richiedere aiuti per risolvere i propri enigmi, pena la privazione di un bene di sussistenza (sempre i punti di prima) 

Durante quel lungo anno alle donzelle sono state riservate anche alcune sorprese, a volte piacevoli, a volte… no.
Fu un anno lungo e impegnativo, al termine del quale solo una donzella uscì vittoriosa!

RICAPITOLANDO... 

  • Apertura iscrizioni: 13 novembre 2021 

Per iscrivervi dovete compilare il modulo qui sotto allegato indicando anche da quale ingresso intendete iniziare la vostra avventura 

  • Chiusura iscrizioni: 19 dicembre 2021 ore 18
  • Inizio challenge: 7 dicembre 2021 
  • Inizio secondo trimestre: 7 marzo 2022 
  • Inizio terzo trimestre: 7 giugno 2022 
  • Inizio ultimo trimestre: 7 settembre 2022 
  • Fine challenge: 7 dicembre 2022 

RECENSIONI 

Saranno accettate recensioni su: 
  • Blog 
  • Instagram 
  • Goodreads 

Le recensioni andranno inviate utilizzando un modulo che troverete in un post apposito. 

Le vostre recensioni saranno soggette ad approvazione da parte nostra. Per le partecipanti storiche non è una novità. Per tutte le nuove (sperando che ce ne siano!), sappiate che non saranno accettate recensioni che si limiteranno a raccontare la trama del libro né recensioni contenenti spoiler. 
Saranno respinte tutte quelle recensioni in cui non sarà espresso un parere personale ed esaustivo sulla lettura fatta. 

Saranno respinte altresì le recensioni inviate compilando il modulo in maniera errata: i moduli sono molto semplici da compilare, leggete ogni riga con attenzione e compilatela attentamente! Nel caso in cui doveste inviare erroneamente un modulo incompleto (capita, oh se capita!), compilatelo nuovamente e avvisate nel gruppo Facebook. 

PUNTEGGI 

Ogni obiettivo generico vi farà guadagnare 1 punto 
Un libro letto e recensito da una delle Ciambelle vi garantirà 2 punti 
La lettura comune (cosa significa? Lo scoprirete solo…partecipando!) vi darà 3 punti 
Con la lettura di un titolo imposto guadagnerete 3 punti 

Se non lo fate già e vi fa piacere seguirci qui sul blog e/o su Facebook e Instagram ci renderete gioiose, in caso contrario nessuna tortura vi verrà imposta; vi consigliamo comunque di tenere d’occhio le nostre storie perché potrebbero esserci degli aggiornamenti!

Con largo anticipo sulla data prevista, visto l’accalcarsi della folla davanti ai cancelli del Maniero, le tre Ciambelle decisero di chiuderli d’improvviso!

Grazie, non ci aspettavamo tutto questo affetto! Siete arrivate davvero in tante, quindi, per una migliore gestione della Challenge e per far sì che tutte possiate ricevere la giusta attenzione da parte nostra, abbiamo deciso di chiudere le iscrizioni prima del previsto!





9 novembre 2021

Recensione 'La metà scomparsa' di Brit Bennett - Bompiani


LA METÀ SCOMPARSA || Brit Bennett || Bompiani || 1 settembre 2021 || 393 pagine

Mallard, Louisiana, è il paese dove si è riunita una comunità di neri dalla pelle chiara, “che non sarebbero mai stati accettati come bianchi ma rifiutavano di farsi trattare come neri”. In un posto così non passa inosservato il ritorno di Desiree Vignes e della piccola June, la sua bimba, che ha la pelle nerissima. Anni prima Desiree era fuggita da Mallard e da un terribile ricordo, la morte del padre massacrato da un gruppo di bianchi: ma ora per lei il paese rappresenta la salvezza, il luogo invisibile in cui sottrarsi a un marito violento. Desiree, però, non era fuggita da sola ma insieme a Stella, l'inseparabile gemella identica a lei. Non sapevano ancora, le due sorelle, che a New Orleans la sorte le avrebbe divise e Stella sarebbe a sua volta scomparsa. Passano gli anni, June cresce e giunge anche per lei il momento di lasciare Mallard. In California, dove è arrivata per studiare medicina, incontra un ragazzo che una volta si chiamava Therese e una giovane attrice dagli occhi viola: grazie a loro scoprirà il segreto di Stella e, forse, potrà ricucire due destini separati dal razzismo e da un sogno di libertà. Quanto siamo liberi di diventare ciò che davvero siamo rispetto al destino che altri - la famiglia, la comunità - hanno scelto per noi? Brit Bennett mette in scena l'avventura di chi abbraccia le proprie radici e di chi transita verso nuove identità, razziali e di genere, e con questo romanzo ci offre una grande occasione per interrogarci sul mondo che vogliamo, per aprire gli occhi sullo spirito dei tempi.

2 novembre 2021

Recensione 'Le stanze buie' di Francesca Diotallevi - Neri Pozza

 

LE STANZE BUIE || Francesca Diotallevi || Neri Pozza || 204 pagine || 14 ottobre 2021

Si possono coltivare le passioni in un tempo ingeneroso? Qualcosa di torbido e inesprimibile affiora alla superficie di questo romanzo. Ed è indefinito, difficilmente afferrabile eppure persistente, come il profumo che porta addosso Lucilla Flores, protagonista di questa storia fosca e al tempo stesso delicata e malinconica. Francesca Diotallevi, con una capacità di raccontare fuori dal comune, ci porta in una piccola provincia del Piemonte della seconda metà dell’Ottocento, dentro la casa di un aristocratico dedito a vigneti e poco d’altro. Dove la servitù inganna il tempo di un lavoro sempre uguale con qualche ingenuo pettegolezzo, e dove arriva a servizio un maggiordomo che prende il posto del vecchio zio appena scomparso.
Ma nessun dio oscuro e severo sarebbe stato capace di tanto dolore e di tanta ingiustizia: verso una bimba innocente, e verso la moglie del conte, Lucilla, una donna con il volto «velato di oscurità», smarrita dentro un segreto che non le si addice, che non dovrebbe appartenerle, lei, la creatura più lieve, sospesa e innocente che si possa immaginare. Le stanze buie è una dichiarazione d’amore alle passioni, alla poesia, alla bellezza della natura, a quel femminile che ci meraviglia ogni volta che si rivela a noi. La storia di un amore negato, la prepotenza di un mondo chiuso e meschino, capace soltanto di nascondere, di reprimere, di lasciare che esistenze intere si lascino coprire dalla polvere della storia senza riscatto e senza futuro.
Tra queste stanze ferite dal pregiudizio e dall’indifferenza, Francesca Diotallevi trova, però, una luce e una delicatezza quasi preraffaelita e in questo contrasto affila una lama che taglia sempre perfettamente. E mostra che la felicità non è nelle cose del mondo, se il tempo è ostile.

26 ottobre 2021

Recensione 'Gli anni della luce' di Ulrike Renk - Tre60

 


GLI ANNI DELLA LUCE || Ulrike Renk || Tre60 || 30 settembre 2021 || 400 pagine 

Inghilterra 1939. Ruth Meyer ce l'ha fatta: ha ottenuto i documenti necessari affinché i genitori e la sorella Ilse possano raggiungerla e mettersi finalmente in salvo. In Germania, l'ostilità nei confronti degli ebrei è crescente e lasciare il Paese è l'unica soluzione per sopravvivere. Arrivati a destinazione e di nuovo uniti, i Meyer possono pensare di rifarsi una vita e guardare al futuro con fiducia e speranza. Ma proprio quando il destino sembra tornato favorevole, l'Inghilterra dichiara guerra alla Germania. Ruth credeva di essere salva, di essersi lasciata alle spalle l'incubo appena vissuto, e invece… Cosa succederà quando i tedeschi attaccheranno il Paese? Saranno gli ebrei il primo bersaglio? Occorre fuggire di nuovo e lontano, in America… Con coraggio e determinazione, ancora una volta, Ruth farà di tutto per assicurare a lei e alla sua famiglia la fuga verso gli Stati Uniti, anche se la guerra minaccia di vanificare il suo sogno di libertà.


18 ottobre 2021

Recensione 'La famiglia del piano di sopra' di Lisa Jewell - Neri Pozza

 

LA FAMIGLIA DEL PIANO DI SOPRA || Lisa Jewell || Neri Pozza || 22 luglio 2021 || 336 pagine

Cheyne Walk è una delle strade più eleganti di Chelsea, il quartiere in cui vive la buona società londinese. I suoi appartamenti, tuttavia, non sono soltanto la quinta di una vita ricca e spensierata, ma costituiscono a volte anche il teatro di raccapriccianti ritrovamenti. Come quello che si spalancò davanti agli occhi degli agenti di polizia accorsi al numero 16 di Cheyne Walk, dopo una telefonata anonima che segnalava un possibile triplice suicidio. Sul pavimento della cucina giacevano i corpi dei coniugi Martina e Henry Lamb e di un terzo uomo non identificato. In una camera al primo piano, c’era una bambina di circa dieci mesi in buone condizioni di salute, con una zampa di coniglio sotto la copertina della culla. Stando alle dichiarazioni dei vicini, da alcuni anni in quella casa abitavano molti bambini e diversi adulti, tutti misteriosamente svaniti nel nulla, compresi i due figli maggiori dei Lamb. Una vicenda di cronaca nera irrimediabilmente consegnata al passato per Scotland Yard, una ferita tragicamente riaperta per Libby, ovvero Serenity Lamb, la bambina che venticinque anni prima era stata adottata dai signori Jones, diventando Libby Jones. La giovane donna ha ereditato la casa di Cheyne Walk e, con lei, il suo spaventoso passato, un passato fatto di indagini senza sbocco, tracce di sangue e DNA sconosciuti, messaggi e strane scritte sui muri, pannelli segreti e un orto di piante officinali, alcune delle quali erano state usate per il palese suicidio collettivo dei suoi genitori. Cos’è accaduto davvero tra quelle mura? Che fine hanno fatto gli altri abitanti della casa di Chelsea? E, soprattutto, in che modo quei drammatici eventi hanno a che fare con gli strani rumori che Libby sente provenire dal piano di sopra, benché sia certa di essere sola in quella strana e tetra dimora?

13 ottobre 2021

Recensione 'Giuditta e il Monsù' di Costanza DiQuattro - Baldini+Castoldi


GIUDITTA E IL MONSÙ || Costanza DiQuattro || Baldini+Castoldi || 30 settembre 2021 || 224 pagine

Ibla, 1884. A Palazzo Chiaramonte, una notte di maggio porta con sé due nascite anziché una soltanto. Fortunato, abbandonato davanti al portone, e Giuditta, l’ultima fimmina di quattro sorelle. Figlia del marchese Romualdo, tutto silenzi, assenze e donne che non si contano più, e di sua moglie Ottavia, dall’aria patibolare e la flemma altera, è proprio lei a segnare l’inizio di questa storia. Lambendo cortili assolati e stanze in penombra, cucine vissute ed estati indolenti, ricette tramandate e passioni ostinate, il romanzo si spinge fin dove il secolo volge, quando i genitori invecchiano e le picciridde crescono. C’è chi va in sposa a un parente e chi a Gesù Cristo, ma c’è pure chi l’amore, di quello che soffia sui cuori giovani, lo troverà lì dov’è sempre stato: a casa. Dopo “Donnafugata”, Costanza DiQuattro invita a sfogliare un nuovo album di famiglia, fatto di segreti inconfessabili, redenzioni agrodolci, e tanta, infinita dolcezza.

11 ottobre 2021

Recensione 'Morte all'alba' di Caro Peacock - Beat

 

MORTE ALL'ALBA || Caro Peacock || Beat || 23 settembre 2021 || 336 pagine

È il giugno del 1837 in Inghilterra. Guglielmo IV è morto e la diciottenne Vittoria è appena salita al trono. Liberty Lane ha solo qualche anno in più della giovane regina, ma la vita non le riserva certo scelte meno ardue. Figlia di ferventi repubblicani, ha appena ricevuto un biglietto in cui una mano anonima ha vergato le seguenti righe: Gentile Miss Lane, voi non mi conoscete, ma mi prendo la libertà di comunicarvi una penosa notizia. Vostro padre, Thomas Jacques Lane, è rimasto ucciso lo scorso sabato, 17 giugno, in un duello a Calais. Liberty stenta a crederci. Thomas Jacques Lane, dandy inglese assertore degli immortali e universali principi della Rivoluzione francese, quarantaseienne bohemién morto in terra di Francia in un duello, una delle più sciocche e detestabili pratiche dell’ancien régime? Liberty non esita a partire subito per Calais pur di scoprire la verità. In Francia sfugge a un tentativo di rapimento e si imbatte in uno strano tipo vestito di nero che le mostra un anello appartenuto a suo padre, un gioiello con un sigillo curioso, formato da un occhio e una piramide, e le promette di dirle tutta la verità se lei accetta di spiare per conto suo un ricco e altolocato gentiluomo.
Avvincente thriller storico con protagonista un’eroina disposta a tutto pur di fare luce sulla strana morte di suo padre, “Morte all’alba” penetra nel lato oscuro dell’epoca vittoriana, dove regnano verità scomode e segreti inconfessabili.

5 ottobre 2021

Recensione 'L'isola degli alberi scomparsi' di Elif Shafak - Rizzoli

 


L'ISOLA DEGLI ALBERI SCOMPARSI || Elif Shafak || Rizzoli || 14 settembre 2021 || 368 pagine

Nata e cresciuta a Londra, Ada Kazantzakis, sedici anni, non sa niente del passato dei suoi genitori. Non sa che suo padre Kostas, greco e cristiano, e sua madre Defne, turca e musulmana, negli anni Settanta erano due adolescenti in quell'isola favolosa di acque turchine e profumo di gardenie chiamata Cipro. Non sa che i due si vedevano di nascosto in una taverna di Nicosia, dalle cui travi annerite pendevano ghirlande d'aglio e peperoncini. Non sa che al centro di quella taverna, testimone dei loro incontri amorosi, svettava un albero di fico. E non sa che l'albero, con le fronde che uscivano da un buco sul tetto, era lì anche quando l'eterno conflitto dell'isola, spaccata in due lungo la «linea verde», si era fatto più sanguinoso e i due ragazzini non erano più venuti. Ora quello stesso albero, nato da una talea trafugata anni prima a Londra, cresce nel giardino dietro la casa di Ada: unico, misterioso legame con una terra dilaniata e sconosciuta, con quelle radici inesplorate che, cercando di districare un tempo lunghissimo fatto di segreti, violente separazioni e ombrosità, lei ha bisogno di trovare e toccare, per poter crescere. Pulsano, in questo libro spalancato sulla distruzione e gli esili provocati dalla guerra, colori luminosi e profumi d'erbe e olive nere; il battere delle ali di uccelli di ogni piumaggio; il canto ininterrotto delle fronde di un albero, il respiro sano di un amore e quello fiero della vita.


28 settembre 2021

Recensione 'Anna di Kleve' di Alison Weir - Beat

 


ANNA DI KLEVE || Alison Weir || Beat || 9 settembre 2021 || 544 pagine

Kleve, 1530. Come ogni estate il Duca Giovanni III ha condotto la sua consorte e i loro figli alla Schwanenburg, la maestosa fortezza che sorge in cima a una ripida altura di roccia dalla quale domina le acque impetuose del Reno e la città di Kleve. Quel giorno si uniranno a loro per una breve visita lo zio Otho von Wylich, signore di Gennep, sua moglie Elisabeth e Otho, il figlio bastardo. Non appena il giovane Otho von Wylich scende dal cocchio, alla quattordicenne Anna quasi si ferma il cuore: con i capelli castani ondulati, gli zigomi alti e gli occhi allegri, Otho esercita un’attrazione irresistibile sulla cugina, sebbene dall’età di undici anni Anna sia ufficialmente fidanzata con Francesco, futuro Duca di Lorena. Ma l’amore non è forse una sorta di follia che spinge ad agire senza senno, come Anna ha appreso ascoltando i pettegolezzi di dame e domestiche?
Anni dopo, Anna è una giovane donna con l’animo gravato da un doloroso segreto. Dopo la morte del padre, suo fratello Guglielmo ha assunto il ruolo di duca, dichiarando che, fino alle nozze, le sorelle condurranno un’esistenza ritirata. Ma dalla rottura del fidanzamento con Francesco, avvenuta quattro anni prima, per Anna non sembrano esserci prospettive di matrimonio all’orizzonte: ha ventitré anni, ormai, e nessun altro principe ha chiesto la sua mano. Del resto, se anche qualcuno ne avesse l’intenzione, Guglielmo sarebbe costretto a declinare l’offerta. Le sue casse sono vuote: come potrebbe permettersi di pagare una dote?
Un giorno, però, a farsi avanti è un pretendente che non può essere rifiutato: re Enrico VIII, il sovrano d’Inghilterra al centro dei pettegolezzi di tutte le corti del mondo cristiano. Enrico VIII ha avuto tre mogli, tutte morte miseramente. La prima avvelenata, stando alle dicerie, la seconda condannata alla decapitazione e la terza morta di parto solo due anni prima. Per tutti è un tiranno, il Papa lo ha scomunicato e lui è in cerca di nuovi alleati e di un’altra moglie. La sua unica richiesta, prima di fare una proposta ufficiale, è quella di avere un ritratto della futura regina, motivo per cui a Kleve viene inviato il pittore di corte Hans Holbein. Anna sa di non essere una bellezza: certo, ha un colorito roseo, il viso a forma di cuore, la bocca carnosa e le sopracciglia che descrivono un arco elegante. Ma le palpebre sono troppo pesanti, il mento appuntito, il naso troppo lungo e troppo largo. Eppure, quando l’opera è finita, la giovane si emoziona nel vedere il suo viso delineato con tanta delicatezza, il sorriso modesto, la carnagione chiara, lo sguardo fermo, il volto gradevole.
Ma Enrico la penserà nello stesso modo, vedendola dal vivo? O si sentirà raggirato? E Anna sarà in grado di continuare a custodire il suo segreto, o rischierà di tradirsi, finendo per subire la stessa sorte delle regine che l’hanno preceduta? Attingendo a nuove fonti, Alison Weir ritrae sotto una luce nuova la quarta moglie di Enrico VIII: una donna, appassionata e coraggiosa, capace di non piegarsi nemmeno davanti a un destino avverso.


23 settembre 2021

Recensione 'Le nove vite di Rose Napolitano' di Donna Freitas - Rizzoli

 


LE NOVE VITE DI ROSE NAPOLITANO || Donna Freitas || Rizzoli || 
7 settembre 2021 || 348 pagine

Scena numero uno. Tra Rose e Luke il litigio scoppia in camera da letto, davanti a un flacone di vitamine prenatali. Lei aveva promesso di prenderle, e non l'ha fatto; lui aveva sempre pensato di non volere figli, e ha cambiato idea. La decisione di non essere genitori sosteneva, come un pilastro portante, tutta la loro vita insieme. E ora il matrimonio è bloccato, in arresto davanti a una semplice domanda: sarà capace Rose, brillante docente di sociologia, innamorata del suo lavoro, di ripensare se stessa? Scena numero due. Stesso litigio, stesso flacone pieno di vitamine. Ma stavolta Rose prova a mettere in discussione la sua idea di futuro, apre a un ripensamento. Forse, in fin dei conti, potrebbe reimmaginarsi come madre? Desiderare una vita diversa da quella che ha sempre sognato e pianificato? Questo esercizio di fantasia, qui succede nove volte. E quelle che incontriamo sono nove vite diverse. E nove affascinanti ipotesi di donna. Tutte possibili, ognuna il frutto di una scelta diversa. Romanzo commovente e provocante sulle tante facce che può prendere l'amore, "Le nove vite di Rose Napolitano" è anche un atto di coraggio che esplora, con onestà disarmante, i misteri della maternità, del tradimento e della rinascita. È un viaggio intelligente e pieno di emozione alla scoperta di cosa significhi aprirsi, con rabbia o con fiducia, al cambiamento. E stare a vedere l'effetto che fa.

20 settembre 2021

Recensione 'La spinta' di Ashley Audrain - Rizzoli


LA SPINTA || Ashley Audrain || Rizzoli || 12 gennaio 2021 || 348 pagine

È la vigilia di Natale e Blythe è seduta in macchina a spiare la nuova vita di suo marito. Attraverso la finestra di una casa estranea osserva la scena di una famiglia perfetta, le candele accese, i gesti premurosi. E poi c'è Violet, la sua enigmatica figlia, che dall'altra parte del vetro, a sua volta, la sta fissando immobile. Negli anni, Blythe si era chiesta se fosse stata la sua stessa infanzia fatta di vuoti e solitudini a impedirle di essere una buona madre, o se invece qualcosa di incomprensibile e guasto si nascondesse dietro le durezze e lo sguardo ribelle di Violet. Quando ne parlava con Fox, il marito, lui tagliava corto, tutto era come doveva essere, diceva. Era cominciata così, o forse era cominciata molto prima, quando era stata lei la bambina di casa. Blythe ora è pronta a raccontare la sua parte di verità, e la sua voce ci guida dentro una storia in cui il rapporto tra una madre e una figlia precipita in una voragine di emozioni, a volte inevitabili, altre persino selvagge. Un tour de force che pagina dopo pagina stilla tutto quel che c'è da sapere quando una famiglia, per preservare la sacralità della forma, tace. Viscerale, onesto fino alla brutalità, "La spinta" è un viaggio ipnotico e necessario nella psiche di una donna a cui nessuno è disposto a credere.

7 settembre 2021

Recensione 'Vicinanza distante' di Catherine Chidgey - Edizioni e/o


VICINANZA DISTANTE || Catherine Chidgey || Edizioni e/o || 25 agosto 2021 || 586 pagine

Lasciare l'adorato appartamento a Monaco non è l'esperienza straziante che Frau Greta Hahn si era prefigurata. La nuova casa è ancora più accogliente e basta varcarne la soglia per incontrare alcuni degli artigiani più abili d'Europa. Frau Hahn e le mogli degli altri ufficiali che vivono in questa piccola comunità possono ordinare tutto ciò che desiderano, che si tratti di nuovi tendaggi realizzati con le più pregiate stoffe francesi, o di pezzi di mobilio progettati per le esigenze più particolari. La vita qui a Buchenwald sembrerebbe un paradiso. Acquattata proprio nella foresta che li circonda – così vicina eppure così distante – c'è la presenza incombente di un campo di lavoro forzato. Il marito di Frau Hahn, SS Sturmbannführer Dietrich Hahn, ricoprirà la nuova e potente posizione di responsabile del campo. E con l'aumentare dei prigionieri, il lavoro si fa ancora più intenso. La corruzione dilaga, le scorte sono insufficienti, e il sistema fognario sempre più sotto pressione. Quando Frau Hahn si ritrova incastrata in una collaborazione improbabile e commovente con uno dei prigionieri di Buchenwald, il Doktor Lenard Weber, non potrà più continuare a ignorare ingenuamente ciò che sta succedendo. Dieci anni prima, il Doktor Weber aveva inventato un macchinario, il Vitalizzatore Simpatetico, con cui all'epoca credeva di poter curare il cancro. Ma funziona davvero? Qualunque sia la risposta, il macchinario potrebbe comunque salvare una vita.

6 settembre 2021

Diario di Bordo - E se fosse colpa di Instagram?

 




Sintomi: ansia da lettura, stress da foto, affanno da “libro appena pubblicato” e, ultimo ma non ultimo, il tanto temuto blocco del lettore.
Cause? Potrebbero essere molteplici, ma dopo lunga e attenta riflessione e accurata osservazione dei miei colleghi blogger, direi che Instagram è il virus di cui preoccuparsi. Un virus così potente che il Covid gli spiccia casa!
E non c’è lockdown in grado di fermarlo né vaccino che possa arginarlo. Instagram esiste, ci condiziona, ci fa sentire in difetto, ci porta a compiere gesti inconsulti (tipo arrampicarci su impervie e insicure scale pur di avere l’inquadratura perfetta!) e, alla fine, ci fa cadere nel dimenticatoio dell’algoritmo che fa quel cazzo che gli pare!

Adesso mi calo nel mio ruolo di anziana (sia d’età che come blogger) e vi spiego come sia arrivata a fare queste riflessioni. Se non ve ne frega niente, cosa assolutamente lecita, ci rileggiamo alla prossima recensione! 

Quando qualcuno mi parlava di “blocco del lettore”, io lo guardavo sempre un po’ stranita, non perché non sapessi cosa fosse, ma perché, botta di culo pazzesca (ogni tanto capita pure a me!), non lo avevo mai provato sulla mia pelle! 
Poi ho aperto il blog e io, che già ero una lettrice che si potrebbe definire “forte”, ho alzato ancora un po’ l’asticella delle letture fatte. 
Il blog era uno sprone a leggere di più, a parlarvi di più libri durante il mese, e, comunque, soprattutto nei primi anni, c’era anche bisogno di postare spesso per tenerlo attivo e far sì che la gente lo scovasse in quel mare infinito che è l’internèt (leggere con accento del sud). 


E poi è arrivato Instagram… stu strunz! E inizialmente era bello, perché, oltre a leggere, potevi cimentarti nell’arte della fotografia… con risultati più o meno validi, perché mica tutti siamo la Bacci che lancia roba su un tavolo e tira fuori capolavori! 
Ma era divertente anche solo cercare gli oggetti giusti, scovare, durante la lettura, quel pezzo perfetto a richiamare la storia narrata, trovare l’inquadratura adatta… 
Ed è partito un delirio fatto di acquisto di fondali, recuperi di vecchie assi di legno, mariti chiusi in garage senza cibo né acqua finché non tiravano fuori esattamente quel pianale che serviva a noi, con le giuste misure e il giusto colore! 
Si è iniziato a parlare di feed armonici: ora è tutto un proliferare di armocromia, ma siamo state noi le prime a capire che seguire una palette (no, non quella del vigile quando il semaforo è guasto!) era esteticamente appagante! Io poi, armocromaticamente parlando, resto dell’idea che col nero non si sbagli mai! 
Ma la pacchia è durata poco e il passo dal divertimento all’ossessione è stato breve e fulmineo. E così, da un giorno all’altro, ci siamo (quasi) tutte ritrovate a chiederci perché i nostri profili non crescessero, perché le foto avessero pochi like e pochi commenti e giù a dire che “l’algoritmo è brutto e cattivo e ci penalizza”. 

Sapete qual è la verità, secondo me? Che siamo entrate in un tunnel fatto di foto a ogni costo, scatti su scatti per dimostrare che eravamo brave e in grado di “produrre contenuti” senza mai fermarci. Si è dato il via a una catena che ci voleva perfette sotto tutti i punti di vista: case sempre impeccabili, con luce perfetta e angoli verdi che la foresta amazzonica pare depressa! Ça va sans dire che dietro l’obiettivo, ci fossero panni da stirare, maglie ricoperte di peli di animali domestici, pile di piatti da lavare, ecc. 
Outfit creati appositamente per fare le storie, per abbinarsi alle copertine dei libri (sì, a quel punto qualcuno avrebbe dovuto davvero chiamare la neuro, ma non l’ha fatto!), set fotografici costantemente in mezzo ai coglioni (scusate il francese, ma qua serve); pianali di legno posizionati su tavoli da pranzo e famiglie relegate a mangiare appollaiate sulle sedie, con i piatti poggiati sulle ginocchia! Sempre che potessero mangiare, ‘sti disgraziati, perché la domanda di rito è diventata: “Questo posso mangiarlo o ti serve per la foto?”. 
E poi scatole ricolme di oggetti “ché questo in foto verrà benissimo”! Abbiamo comprato di tutto: chiavi finto - antiche, nastri di raso, fette di arance essiccate che ci son costate come un iPhone, bottoni, forbici da sarta con manici decorati… poi non sappiamo manco attaccarlo un bottone, ma son dettagli! 
Abbiamo estirpato fiori dalle piante dei vicini e raccattato foglie nei giardini delle città (pure i barboni ci hanno guardate male!). Abbiamo stracciato pagine di libri brutti per creare fondali particolari, comprato mele rosse solo perché in foto rendono meglio (sì, sto parlando di me!), rubato alle mamme zucche che non sono servite a farci i tortelli, ma sono state fotografate in tutte le posizioni possibili (ciao, Bacci!). 
Abbiamo pianificato sin nei minimi dettagli cosa postare e quando postarlo perché “il venerdì giammai, Instagram ti uccide… non postare all’ora di pranzo perché la gente non c’è, piuttosto pubblica alle 2 di notte così hai più copertura…”. Ma seriamente?! 

Pensate che sia finita qui? Ah! Che simpatici stolti che siete! Il delirio è una cosa lunga e strutturata! 
E quindi è partita la corsa a chi recensiva più velocemente i libri appena pubblicati e anche a chi ne recensiva di più. Un libro uscito da appena un mese veniva considerato già vecchio, roba buona per foderarci il secchiello dell’umido. Conseguenza? Su Instagram ormai si vedono sempre gli stessi quattro libri, che tutte cordialmente detestiamo! 

E poi, ancora, l’ansia da prestazione: quanto leggi? Ma leggi un libro alla volta? Eh no, dovresti leggerne almeno quattro differenti! E comunque leggi troppo/troppo poco. Sì, perché se stai sulla media di un libro a settimana, allora non sei degna di definirti lettrice, ma se leggi tanto vieni guardata male perché “figurati se una persona normale può leggere così tanti libri in un solo mese”. 
E via di tutorial in cui ci viene spiegato come leggere più libri alla volta o come leggere di più e se, gentilmente, con cortesia, magari così, anche solo pour parler, si fa notare che non tutti abbiamo la stessa vita, gli stessi impegni, lo stesso tempo a disposizione… vade retro, Satana! Come osi dire che io non faccio una mazza solo perché questo mese ho letto 47 libri? 
E non azzardarti, GIAMMAI!, a dire che tu, certi libri, certi generi, proprio non ce la fai a leggerli. Che mica li stai criticando, stai solo dicendo che no, tu il romance (o il fantasy, il thriller, il distopico, lo storico, il giallo, i libri, case, auto, viaggi, fogli di giornale…) non lo ami particolarmente. Perché su Instagram ti impiccano in pubblica piazza, ma che scherziamo?! 


Ma la cosa peggiore è che tante di noi si sono sentite in difetto. E non è stata una cosa razionale e ragionata (anche perché altrimenti ci saremmo fermate prima e ci saremmo sputate in faccia da sole!): è successa. 
È successo che, pian piano, abbiamo pensato di essere sbagliate, di non essere all’altezza, di non essere in grado di poter parlare di libri. E ci siamo fatte sempre più da parte, ci siamo chiuse in gusci fatti di silenzi, di serie tv, di giochini stupidi sui cellulari… tutto purché non ci chiedessero di aprire un libro e leggere. Eh sì, perché il blocco del lettore ci ha colpite, sempre più numerose, sempre più contemporaneamente. 
Parlavamo tra noi e le frasi erano sempre le stesse: “Non ho più voglia di leggere, non ho voglia neanche di prendere un libro tra le mani. Se lo faccio divento nervosa, non sono più in grado di concentrarmi su cosa sto leggendo e lascio perdere”. 

Ed è qui che è scattato il mio personale campanello d’allarme: quando mi sono ritrovata catapultata dentro queste sensazioni e queste parole, quando i libri si sono trasformati da compagni fedeli a nemici pericolosi. Quando i pomeriggi in poltrona non erano più fatti di tè caldo, copertina e un libro tra le mani, ma di iPad e giochi cretini. Quando le serate in cui faticavo a prendere sonno, non venivano più risolte dal “leggo un capitolo e poi un altro ancora”, ma da infinite maratone di serie tv. 

Instagram mi ha fatto sentire una lettrice sbagliata: una di quelle che non corre dietro al numero dei follower, ai post numerosi e all’ora giusta, ai libri che tutti spacchettano, alle caption che devono dirti tutto in 2500 caratteri perché “io mi scoccio a leggere roba lunga” (ma vaffanculo, ma di cuore te lo dico: V-A-F-F-A-N-C-U-L-O!!!). Ma io di secondo nome faccio Logorrea, oh Santa Lallina! Sapete quanti caratteri ha questo articolo che state leggendo? Più di 9000. NOVEMILADUECENTOCINQUANTACINQUE!!! (Se avete letto sino a qui, potete aggiungere un libro su GoodReads!).
Io sono una lettrice strana! Leggo poche ore al giorno, pur avendo tanto tempo libero a disposizione: il mio spazio lettura si concentra al pomeriggio, è il momento che preferisco e so che potrei leggere molti più libri, ma non voglio farlo! Voglio leggere quello che voglio e quando voglio, che si tratti di un libro appena pubblicato o di uno “vintage”! 
E leggo un libro alla volta, perché sono anziana e i neuroni mi si impicciano già così, figurarsi se dovessi tenere la fila di più trame alla volta! 
E poi ci sono volte in cui mi viene voglia di scattare 30 foto diverse in un pomeriggio solo e altre in cui, invece, pure la fototessera per la patente mi crea insofferenza. 

Sono fatta male? Forse sì. Ma forse è solo colpa di Instagram!






2 settembre 2021

Recensione 'L'uomo che metteva in ordine il mondo' di Fredrik Backman - Mondadori

 

L'UOMO CHE METTEVA IN ORDINE IL MONDO || Fredrik Backman || Mondadori || 

9 settembre 2014 || 321 pagine

Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina" e in effetti lui ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l'acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello... Ma... Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l'arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di couscous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male...

24 agosto 2021

Recensione 'La bastarda degli Sforza' di Carla Maria Russo - Pickwick

 


LA BASTARDA DEGLI SFORZA || Carla Maria Russo || Pickwick || 31 marzo 2015 || 365 pagine

1463. In una Milano splendida e in subbuglio dopo l'ascesa al potere di Galeazzo Maria Sforza, tiranno crudele e spietato ma anche amante delle arti e della musica, nasce Caterina, figlia illegittima di Galeazzo, la quale fin da bambina dimostra qualità non comuni e uno spirito ribelle: impossibile imbrigliarla nell'educazione che sarebbe appropriata per una femmina, ama la caccia, la spada, la lotta. Una sola regola sua nonna Bianca Maria riesce a inculcarle nell'animo: la necessità, per una nobildonna, di pagare il privilegio della sua nascita accettando il proprio destino, qualunque esso sia, per il bene del casato cui appartiene, anche a costo di tradire la propria natura. Per questo, quando è costretta a nozze forzate per salvare il ducato da una pericolosa guerra scatenata dal papa Sisto IV, Caterina subisce il matrimonio e, con esso, gli orrori perpetrati dal marito, che si rivela tanto violento quanto pavido e imbelle. Quando però, dopo la morte improvvisa di Sisto IV, loro protettore, si troverà coinvolta in una serie di feroci scontri tra gruppi di potere e opposte fazioni, il suo palazzo assalito e distrutto, la vita sua e dei figli in gravissimo pericolo, ritroverà lo spirito battagliero e il coraggio indomabile di un tempo e combatterà come e meglio di un uomo, lasciando un segno così indelebile nella vita di chi la ama e di chi la odia da guadagnarsi l'appellativo di Tygre.