9 luglio 2024

Recensione 'Quel che resta' di Virginie Grimaldi - Edizioni e/o

QUEL CHE RESTA
Virginie Grimaldi
Edizioni e/o
28 febbraio 2024
280 pagine


Théo ha diciott’anni e alle spalle una vita difficile fatta di abbandoni, delusioni e sogni infranti. Tuttavia la affronta con tenacia, ha trovato lavoro come apprendista pasticcere e sta disperatamente cercando un alloggio. Nonostante la sua caustica ironia è un ragazzo buono e vuole credere che la vita possa riservargli un futuro migliore. Jeanne ha settantaquattro anni, è sola e triste. Da quando ha perso il marito, pochi mesi prima, vive di lacrime, ricordi e visite quotidiane al cimitero. Non vede sbocchi al suo sconforto, vivere le sembra ormai inutile. Iris ha trentatré anni ed è in fuga con una valigia verde. Ha lasciato la sua città, il suo uomo, il suo lavoro, ha cambiato numero di telefono e troncato i rapporti con tutti, e si nasconde a Parigi con la sola compagnia del segreto che si porta dentro. Provvede il destino a mettere quelle tre solitudini sotto lo stesso tetto. E la convivenza forzata, da principio sgradita a tutti, si rivelerà una fonte inesauribile di eventi esilaranti o commoventi, ma comunque significativi, che cambieranno completamente la vita dei tre protagonisti. Con una scrittura fluida che trasuda ironia, Virginie Grimaldi ci ricorda che vivere è comunque e sempre la cosa più importante e che talvolta le speranze si concretizzano.

4 luglio 2024

Recensione 'L'ananas no' di Cristiano Cavina - Bompiani


L'ANANAS NO
Cristiano Cavina
Bompiani
12 giugno 2024
265 pagine


Ogni carattere ha la sua pizza e ogni pizza il suo carattere: questa è una delle poche certezze di Manolo Moretti, ex sovrintendente della polizia penitenziaria e ora pizzaiolo del Gradisca di Galatea a Mare, in Romagna. Moretti ci mette poco a capire se chi ha di fronte è un tipo concreto da Prosciutto e funghi, un esagerato Doppio salame piccante o un raffinato Bufala con basilico. Ma nemmeno il suo principale Vittor Malpezzi - che, ironia della sorte, è un ex pregiudicato - potrà mai convincerlo a preparare una pizza con l'ananas sopra. Nonostante i battibecchi tra Moretti e Malpezzi a proposito di frutta tropicale, le cose in pizzeria procedono a gonfie vele fino a che, proprio la sera in cui la cameriera Channèl, appassionata di true crime, si è presa ferie, succede qualcosa di eccezionale: la morte fa capolino tra i tavolini del Gradisca e i carabinieri devono aprire un'indagine. Nell'aria dolce della Romagna di fine estate, un delitto ci sta proprio come l'ananas sulla pizza: è un corpo estraneo, inquietante, incomprensibile. Ma non è così per tutti: la Channèl, per esempio, è entusiasta di poter finalmente avere a che fare con un vero crimine. E per Moretti, che ha un passato pieno di segreti e una singolare incapacità di tenersi lontano dai guai, potrebbe essere l'occasione per ammettere che quello dietro il forno delle pizze è un nascondiglio da cui deve trovare il coraggio di uscire. L'ananas no è l'atto di nascita di un nuovo detective più che mai improbabile eppure carico della profonda umanità di chi maneggia ogni giorno la pasta di cui noi umani siamo fatti. Con Manolo Moretti, Cavina dà vita a un personaggio, capace di infondere a questo giallo tutta l'autenticità, la malinconia e l'allegria delle nostre estati italiane.

28 giugno 2024

Diario di Bordo - Giugno



La lentezza: questo è stato il leitmotiv del mio giugno! Giornate lente, un compleanno lento e delle letture lente.
Dopo anni (e anni e anni e anni...) in cui mi affannavo a leggere per stare dietro alle collaborazioni, per tenere il blog e i social sempre attivi, per essere sempre sul pezzo, mi sono dovuta arrendere all'evidenza: stavo perdendo il piacere della lettura. 
Quel rituale tanto amato, accoccolarmi in poltrona e perdermi tra le pagine di un libro, era diventato quasi un automatismo e non più un momento di gioia da rubare alle mille incombenze quotidiane.
Allo stesso modo, scrivere il mio pensiero su un libro, cercare di trasmettervi le emozioni provate, ma anche scattare una foto che rendesse merito a quelle magiche pagine, erano diventati una costrizione a cui non sono più disposta a sottostare.
E tutto questo si è ripercosso sia sulla qualità e quantità delle mie recensioni (sempre meno e sempre più risicate) che sulla mia voglia di leggere. 

E quindi giugno è diventato il mese in cui la lentezza ha avuto il suo spazio in ogni ambito della mia vita!


A dare man forte a questa mia scelta, è stata un'infilata di libri tristemente abbandonati.
Il primo a subire questa sorte, dopo appena 50 pagine, è stato "La grande fortuna" di Olivia Manning, primo volume della trilogia dei Balcani. Cinquanta pagine appena, piene di inutili descrizioni, inclusa quella di un pollo arrosto, mi hanno fatto capire che tra me e Manning non sarebbe mai scoccata la scintilla!

Subito dopo è toccato a "Gli Effinger" di Gabriele Tergit, al quale ho concesso 150 pagine prima di arrendermi alla scrittura davvero troppo datata perché io potessi sopportare le 900 pagine che compongono il volume.
I salti temporali non segnalati e dei personaggi davvero deboli hanno fatto il resto!

Infine è stata la volta di "Francesca e Nunziata" di Maria Orsini Natale, romanzo dal quale è stato tratto l'omonimo film con protagonista la Loren. Anche in questo caso, la scrittura ha inciso sulla voglia di proseguire: datata, lenta, avrebbe sicuramente beneficiato di un ammodernamento che non c'è stato.

Dopo tre abbandoni consecutivi, col blocco del lettore che mi guardava con languore, ho deciso di affidarmi a Dolly Alderton, scoperta e amata col suo ultimo romanzo, "Avete presente l'amore?"; ma le cose non sono andate come previsto e così, "Tutto quello che so sull'amore", memoir dell'autrice, si è rivelato una lettura infantile, immatura e anche lenta.

A risollevare, per fortuna, le sorti di questo disastroso mese, è arrivato un giallo ironico ambientato in Romagna, "L'ananas no" di Cristiano Cavina, di cui spero di parlarvi quanto prima!
E mentre scrivo queste righe, giugno si avvia alla sua conclusione e io, per la prima volta dopo tanto tempo, non ho alcun libro tra le mani.
Allo stesso modo, per la prima volta dal lontano 2020 e del primo lockdown, non ho stilato la mia solita tbr mensile per luglio.
Ho, invece, impilato una serie di libri e andrò a sentimento, sia per la scelta della lettura da fare che (e soprattutto) per la lettura in sé: leggerò solo se e quando avrò voglia di farlo!

Per questo giugno è tutto, ma se vi va, passate su Instagram a raccontarmi com'è stato il vostro, di giugno!

18 giugno 2024

Recensione "Tutto quello che so sull'amore" di Dolly Alderton - Rizzoli


TUTTO QUELLO CHE SO SULL'AMORE
Dolly Alderton
Rizzoli
348 pagine
4 maggio 2021


Diventare grandi è il viaggio della vita, ma quello di Dolly Alderton è stato un giro vorticoso sulle montagne russe. Stazione di partenza: uno squallido sobborgo inglese nei primi anni del nuovo millennio. Dolly è un’adolescente che passa le giornate su Messenger, smaterializzata in un universo parallelo di relazioni simulate, a fantasticare su ragazzi, feste e, soprattutto, fughe insieme alla sua migliore amica Farly. Il primo, elettrizzante passo verso la libertà arriva con l’inizio dell’università e il trasferimento a Exeter, in quelli che saranno anni all’insegna dell’anticonformismo, tra sbronze micidiali, avventure di una notte e incontri destinati a durare. Poi, inseguendo il sogno di diventare giornalista, approderà nel cuore di Londra, città che rivoluzionerà il suo modo di vedere le cose. In questo libro – che ha reso l’autrice una delle voci cult per i millennial – Dolly Alderton ci guida nell’incredibile e spassosa avventura che è la strada accidentata verso l’età adulta e tutte le forme dell’amore.

12 giugno 2024

Recensione 'La principessa di Lampedusa' di Ruggero Cappuccio - Feltrinelli


 LA PRINCIPESSA DI LAMPEDUSA
Ruggero Cappuccio
Feltrinelli
19 marzo 2024
364 pagine


Eros, passione, misteri e segreti di famiglia fiammeggiano nella personalità di Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, principessa di Lampedusa, che nel maggio del 1943 attraversa una Palermo deserta, tra le rovine provocate dai bombardamenti alleati. Beatrice riprende possesso del palazzo di famiglia: tra soffitti sfondati e librerie crollate, si riaccende il ricordo dei giorni in cui la città era meta di viaggiatori stranieri, un passato di grazia e splendore, sogni, fantasie e amori forse ancora possibili. Fuori dalle mura del palazzo, il presente si sgretola, l’Italia e l’Europa sono teatro di una guerra spaventosa, gli Alleati stanno per sbarcare in Sicilia. Il mondo sembra alla fine, ma Beatrice non si tira indietro: protegge, esorta, si espone. E il futuro? Il futuro ha gli occhi malinconici di suo figlio Giuseppe e la splendida vitalità di Eugenia, giovane appassionata di stelle e pianeti che osserva Beatrice dalla finestra di fronte. La ragazza è affascinata dalla libertà naturale e ostinata con cui la principessa si comporta; libertà che la sua famiglia invece le nega, avendola prima costretta a interrompere gli studi di Fisica e ora cercando di imporle un matrimonio combinato. Per la ragazza e per il figlio, la principessa ha in serbo progetti ambiziosi che sfidano il tempo. E mentre tesse le sue trame d’amore, con l’aiuto della gente del quartiere organizza un ricevimento al quale saranno invitati i più grandi nomi del bel mondo palermitano, dai Lanza di Trabia ai Florio, dai Valguarnera ai Moncada. Un invito spregiudicato per un ultimo ballo sotto le bombe. Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, madre dell’autore del Gattopardo, e autrice a sua volta di un’opera di cui non si sono salvate che poche pagine, diventa protagonista di questo romanzo grazie a Ruggero Cappuccio, il solo scrittore che poteva – per cultura, sensibilità, storia personale – ridarle vita.

3 giugno 2024

Recensione 'Tutta la vita che resta' di Roberta Recchia - Rizzoli


TUTTA LA VITA CHE RESTA
Roberta Recchia
Rizzoli
5 marzo 2024
400 pagine


Uno strappo che sembrava impossibile da ricucire, una famiglia che nel corso degli anni ritrova la strada nella forza dei legami. Ci sono libri che ti entrano dentro, che ti accompagnano per mano nella vita di tutti i giorni. È ciò che succede con l’esordio magnetico di Roberta Recchia, una storia da cui non ci si stacca, con protagonisti vivi, autentici. Come Marisa e Stelvio Ansaldo, che nella Roma degli anni Cinquanta si innamorano nella bottega del sor Ettore, il padre di lei. La loro è una di quelle famiglie dei film d’amore in bianco e nero, fino a quando, anni dopo, l’adorata figlia sedicenne Betta – bellissima e intraprendente – viene uccisa sul litorale laziale, e tutti perdono il proprio centro. Quell’affetto e quella complicità reciproca non ci sono più, solo la pena per la figlia persa per sempre. Nessuno sa, però, che insieme a Betta sulla spiaggia c’era sua cugina Miriam, al contrario timida e introversa, anche lei vittima di un’indicibile violenza. Sullo sfondo di un’indagine rallentata da omissioni e pregiudizi verso un’adolescente che affrontava la vita con tutta l’esuberanza della sua età, Marisa e Miriam devono confrontarsi con il peso quotidiano della propria tragedia. Il segreto di quella notte diventa un macigno per Miriam fin quando – ormai al limite – l’incontro con Leo, un giovane di borgata, porta una luce inaspettata: l’inizio di un amore che fa breccia dove nessuno ha osato guardare. "Tutta la vita che resta" è un romanzo dolcissimo, doloroso, accogliente, intimo e corale, che esplora i meccanismi della vergogna e del lutto, ma soprattutto dell’affetto e della cura, e li fa emergere con delicatezza sapiente.